Tg-LA7 di Mentana denuncia la scomparsa di Zakaria, un cittadino egiziano che il 3 dicembre scorso si è presentato all'ambasciata italiana al Cairo dichiarando di sapere molte cose sull'omicidio di Giulio Regeni ucciso dagli agenti di Al-Sisi nel gennaio 2016.
Zakaria è scomparso per mano del regime di al Sisi, quel regime che secondo il governo Meloni è diventato un luogo sicuro per tutti gli egiziani.
La Farnesina è stata informata da oltre una settimana del caso Zakaria ma nessun passo diplomatico è stato fatto dal governo italiano nei confronti del regime egiziano per avere notizie dell'egiziano e il suo rilascio.
La vita di Zakaria è in pericolo e bisogna salvarlo, se si ha davvero a cuore la VERITA' PER GIULIO REGENI.
Zakaria è una vittima del "Egitto paese sicuro" di Giorgia Meloni.
Premessa ovvia: l'ambasciata di uno Stato sovrano è un'estensione di quello Stato nel territorio in cui è insediata.
Il caso di Zakaria, cittadino egiziano che nella tarda mattinata del 3 dicembre scorso si sarebbe presentato nell'ambasciata italiana al Cairo, al civico 15 di Abdel Rahman Fahmy Street, assume quindi connotati diplomatici particolari, oltre quelli giudiziari collegati all'omicidio di Giulio Regeni e al processo contro 4 ufficiali egiziani che si sta svolgendo a Roma.
Qualcuno, e non si può non immaginare che sia della polizia egiziana, ha fatto sparire Zakaria, dopo che questi si era presentato previo appuntamento nell'ambasciata italiana, dove ha reso una serie di dichiarazioni, alcune delle quali verbalizzate, inerenti l'omicidio Regeni.
Appena uscito dall'ambasciata, Zakaria - insegnante statale, malato di cancro, con procedimenti giudiziari, che per ora non ha volto, età e cognome - è stato seguito fino alla sua abitazione, dove alle 3 di notte sarebbe stato sequestrato da alcuni uomini.
Il giornalista Luca Sebastiani del TG-LA7 che ha curato la notizia ha evidenziato che la denuncia della scomparsa "è arrivata dall’anziana madre, che prima si è rivolta alla polizia egiziana, non ricevendo però notizie, e lunedì 9 dicembre si è presentata nella sede diplomatica italiana, chiarendo che era stato lo stesso figlio, giorni prima, a suggerirle di recarsi all’Ambasciata d’Italia in caso di sua scomparsa. La madre di Zakaria ha riferito a un carabiniere, con l’aiuto di un interprete, che gli uomini in abiti civili le hanno dato l’impressione di appartenere alle istituzioni egiziane e si sono presentati senza qualificarsi.
Avrebbero portato via Zakaria per farlo parlare con un loro responsabile, oltre a prendere anche il suo telefono.
Una questione che solleva diverse domande: la prima è che fine ha fatto Zakaria? Per quale motivo si è presentato all’Ambasciata? È un uomo senza nulla da perdere oppure una pedina in un gioco più grande di lui? E poi: sa veramente qualcosa sulla morte di Regeni? Sono coinvolte le autorità del Cairo nella sua scomparsa? Tutti quesiti al momento senza risposta. I dubbi però emergono anche sulla sicurezza generale dell’Ambasciata italiana. La Procura di Roma non commenta."
Due ipotesi si affacciano.
1) Zakaria sarebbe un perseguitato dalla giustizia egiziana per motivi attinenti alle sue opinioni politiche ma non ha vere nuove informazioni sull'omicidio Regeni, oltre quelle già note. Si sarebbe recato nell'ambasciata italiana per chiedere protezione dalle minacce del regime. Forse si aspettava di essere arrestato da un momento all'altro e ha pensato di crearsi una sorta di "scudo diplomatico".
Una mossa disperata ma più che legittima, che dimostra, se ce ne fosse bisogno, quanto pericoloso sia l'Egitto di Al-Sisi. Altro che "paese sicuro" come vorrebbero cinicamente far credere Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani.
In questa ipotesi sarebbe comunque grave il comportamento dell'ambasciata italiana e/o del ministero degli Esteri e/o del governo Meloni.
Perché tutti, chi più chi meno, hanno trattato la vicenda più per nasconderla che per chiarirla.
2) Zakaria ha informazioni particolari sull'omicidio di Giulio Regeni, sul ruolo dei servizi egiziani e delle istituzioni che hanno depistato le indagini e continuano a farlo, anche se ormai al governo Meloni interessa cancellare il caso piuttosto che accertare le responsabilità.
Ammesso che l'ambasciata italiana abbia trasmesso alla Farnesina tempestivamente la notizia delle dichiarazioni di Zakaria (la nuova gestione dell'ambasciatore Michele Quaroni ha altro a cui pensare), è possibile che in 10 giorni nessuno del ministero degli Esteri si sia sentito in dovere di chiedere delucidazioni al regime egiziano? sapendo comunque che Zakaria avrebbe potuto avere notizie utili al processo penale in corso a Roma per fare giustizia sull'assassinio di Giulio Regeni?
Nessuno del governo ha informato la Procura di Roma in merito a questa potenziale nuova testimonianza?
Il governo Meloni considera davvero chiuso il caso Regeni dal punto di vista diplomatico? e per questo si dedica agli affari commerciali tralasciando i diritti umani?
In entrambi i casi la scomparsa dell'egiziano Zakaria deve riguardare il governo Meloni, che non può sottrarsi alla richiesta di chiarimenti urgenti da parte dell'Egitto.
1) La scomparsa di Zakaria è direttamente collegata alla sua visita all'ambasciata italiana.
Le dichiarazioni rese all'interno dell'ambasciata vincolano il governo italiano a trattare la questione con fermezza nei riguardi del regime ASl-Sisi.
Se un potenziale perseguitato politico si presenta in una nostra ambasciata, si ha il dovere di fare tutto il possibile per proteggerne i diritti umani e legali. Le ambasciate di un paese che si ritiene civile hanno il dovere di "esportare" i principi di civiltà anche nei luoghi in cui operano.
2) Nell'ipotesi in cui Zakaria fosse in possesso di informazioni utili per il processo Regeni, il governo italiano deve a maggior ragione pretendere dalle autorità egiziane che consentano a Zakaria di potersi immediatamente mettere a disposizione dei magistrati italiani che seguono il caso dell'omicidio di Giuòio Regeni.
Se il governo Meloni omette o tarda nella richiesta di chiarimenti su questa vicenda, si rende complice del regime Al-Sisi.
In questi giorni nel processo sull'omicidio Regeni che si svolge a Roma sono stati ascoltati due testimoni egiziani la cui identità è mantenuta segreta per motivi di sicurezza.
Hanno raccontato gli orrori delle torture a Giulio, hanno confermato il ruolo della polizia egiziana nella repressione violenta.
Tutte cose che già sapevamo ma che ogni volta che vengono ripetute ci emozionano e indignano, fanno riemergere il dolore per la vita spezzata di Giulio Regeni.
ifan
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Date Created: 14/12/2024 17:43:48