Lalzawmi (Zomi) Francom, Damian Sobol, Jacob Flickinger, Saif ad-Din Issam Eyad Abutaha, John Chapman, James Kirby e James Henderson
World Central Kitchen chiede la creazione di una commissione indipendente per indagare sull'uccisione dei suoi operatori da parte delle Forze di Difesa israeliane (IDF), ha affermato l'organizzazione umanitaria in una nota dopo la presentazione dell'indagine svolta dai militari di Tel Aviv sull'assassinio dei 7 operatori umanitari.
"L'IDF non può indagare in modo credibile sul proprio fallimento a Gaza"
L'esercito israeliano ha presentato la sua versione ufficiale sulla tragica strage dei sette operatori umanitari della WCK, uccisi da 3 missili sparati da un drone del IDF la sera del 1 aprile scorso.
E' una versione che ammette in parte la responsabilità di "alcuni componenti" dell'esercito nel non aver applicato fino in fondo le norme operative, cita alcuni eventi che avrebbero fatto pensare ad una presenza di Hamas nella zona di Deir al-Balah e avrebbero indotto un nucleo di intervento da cui dipendeva il drone assassino ad un "errore di eccesso".
A dimostrazione dell'impegno israeliano a fare chiarezza sull'accaduto e a cercare di placare la rabbia internazionale per l'eccidio, i comandi dell'IDF hanno licenziato due dei capi della struttura da cui sarebbe partito l'ordine di attaccare il convoglio della WCK.
La struttura avrebbe agito contrariamente alle istruzioni e senza l'approvazione dei superiori.
La versione IDF
L'IDF era perfettamente a conoscenza dell'operazione umanitaria della WCK.
Fin dall'inizio, quando una missione navale finanziata dagli Emirati era stata ispezionata dall'IDF mentre era ancora a Cipro per dirigersi verso il molo di Gaza sotto la supervisione della Marina israeliana, con a bordo 300 tonnellate di cibo.
L'equipaggio della nave aveva comunicato che avrebbe dovuto scaricare il carico in sezioni nell'arco di diversi giorni, sotto la supervisione dell'IDF stesso.
Tutto sembrava filare liscio ma ad un certo punto sarebbero sorti equivoci tra una struttura dell'HML israeliana e i militari.
L'HML è una creazione recente, resa operativa dopo l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre, e si colloca a metà strada tra un centro organizzato di volontari con compiti di sorveglianza e militari veri e propri. Le loro attività sono coordinate con quelle dell'esercito ma secondo alcuni avrebbero notevoli margini discrezionali nel decidere e portare a termine delle operazioni come quella in cui sono stati uccisi gli operatori della WCK.
"Alle 22:59 i veicoli hanno lasciato il magazzino e si sono divisi in due punti: un veicolo a nord del punto di concentrazione dell'organizzazione WCK e altri tre veicoli a sud. Questi veicoli, afferma l'IDF, non sono stati percepiti come innocui dai vigilantes del HML sin dal primo momento, a causa della presenza di uomini armati nelle loro vicinanze, per cui le forze dell'ordine hanno classificato le auto che si dirigevano verso sud come veicoli di Hamas.
I veicoli pick-up avevano adesivi di segnalazione, ma di notte non potevano essere identificati dagli UAV perché non c'erano termiche, quindi le forze hanno attaccato dall'alto i veicoli che viaggiavano verso sud per tre volte - e i risultati sono stati fatali: sette WCK furono uccisi sul posto operai, tra cui sei cittadini stranieri.
Le forze israeliane, secondo l'inchiesta, erano erroneamente convinte di attaccare i terroristi di Hamas, ma secondo l'inchiesta la sparatoria è avvenuta contrariamente alle istruzioni di aprire il fuoco, poiché solo il primo veicolo era sospettato della presenza di un agente armato di Hamas, e gli altri due veicoli sono stati attaccati solo perché c'era stato un trasferimento di persone dal primo veicolo agli altri due. Secondo gli ordini, tale trasferimento non era sufficiente ad agire con le armi, e sono stati comunque lanciati tre missili.
La versione dell'IDF quindi fornisce attenuanti e utili indicazioni.
L'attenuante, emersa fin dalle prime ore dopo la strage, era la possibile presenza di uomini di Hamas nelle vicinanze del magazzino dove rano state scaricate le scorte alimentari.
Si suppone che fossero di Hamas ma è più probabile che si trattasse di personale di vigilanza impiegato per evitare saccheggi prima della distribuzione.
L'indicazione importante è la presenza attiva di personale paramilitare israeliano
con compiti di monitoraggio e intervento, in apparenza coordinato con altre strutture dell'esercito ma in realtà autonomo e agli ordini di qualcuno che potrebbe avere interessi diversi.
Pezzi di servizi segreti, fazioni politiche e apparati di settori dell'industria tecnologica-militare.
A seguito dell'indagine, il capo di stato maggiore del IDF ha deciso di rimuovere due ufficiali del HML e di "rimproverare" tre comandanti della 162a brigata.
I risultati dell'indagine non hanno convinto nessuno.
Esponenti della WCK hanno dichiarato che l'IDF non può essere considerata un soggetto imparziale per condurre un'indagine sulla strage dei propri operatori.
Il segretario di Stato americano Blinken ha freddamente commentato l'esito dell'inchiesta aspettando che l'esercito israeliano fornisca ai servizi USA il materiale tecnico sottostante l'indagine.
Ma l'esito dell'indagine militare contiene un elemento importante e in grado di spiegare molto di ciò che sta accadendo a Gaza : l'esistenza di una struttura facilmente manipolabile e infiltrabile da interessi politici oscuri e ignoti ad una parte dello stesso governo Netanyahu.
Non a caso Benny Gantz, leader del centro moderato e associato al governo di destra dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre per promuovere una sorta di fronte nazionale di guerra contro il terrorismo, cerca di dissociarsi il più possibile dalla gestione che Netanyahu ha dato alla guerra di Gaza, arrivando a chiedere le elezioni anticipate per costringere il boss alle dimissioni.
Netanyahu potrebbe aver ordinato ai suoi uomini di provocare un'escalation delle operazioni militari per mettere in difficoltà l'amministrazione Biden, stretta tra la necessità di sostenere l'alleanza con Israele ma di placare la rabbia dell'opinione pubblica democratica di fronte al massacro dei palestinesi.
La logica di Netanyahu è cinica e semplice: il suo compito è di resistere a capo del governo di Tel Aviv fino al prossimo novembre e favorire la vittoria di Trump contro Biden.
Per raggiungere lo scopo deve danneggiare l'immagine di Biden presso il suo tradizionale elettorato. Ogni voto perso da Biden è un guadagno indiretto per Trump, il quale sarà ben lieto di ripagare il criminale israeliano una volta che prenderà possesso della Casa Bianca.