14 giugno aggiornamento La Repubblica :
Ilaria Salis è libera: la polizia ungherese ha appena lasciato il suo domicilio a Budapest dopo averle tolto il braccialetto elettronico.
La richiesta di scarcerazione era stata depositata dal suo avvocato ungherese Gyorgy Magyar subito dopo la sua elezione come eurodeputata con Avs e questa mattina è stata scarcerata dalla detenzione domiciliare.
La 39enne ha chiamato i propri avvocati in Italia, Eugenio Losco e Mauro Straini, per avvisarli di aver ricevuto il provvedimento del giudice ungherese che l'ha liberata dagli arresti domiciliari dove si trovava dal 15 maggio, giorno in cui è stata scarcerata.
Può lasciare l’Ungheria subito
Ilaria Salis può quindi ora tornare in Italia.
Si vota per rinnovare il Parlamento Europeo, una entità che per molti risulta aliena anche se ormai ben nota.
C'è stato un tempo, quasi 30 anni fa, in cui si sperava che sarebbe arrivato il giorno in cui le elezioni dal Mar Nero all'Atlantico, dal Mare del Nord al Mediterraneo, avrebbero rappresentato il momento più importante per la democrazia europea.
Non è andata così, almeno fino ad ora.
Il voto europeo è stato depotenziato, manipolato, sovrapposto da prassi consociative, affaristiche e lobbistiche di cui si percepisce l'olezzo, a prescindere dall'orientamento politico.
Il voto europeo serve ad alimentare una burocrazia che è la ennesima copia delle burocrazie affaristiche locali.
Una industria della burocrazia, una catena di montaggio che si trascina dal consigliere comunale all'europarlamentare attraverso una gigantesca struttura che si autoriproduce e autogiustifica, costosissima quanto inutile agli occhi dei cittadini.
Ci sarebbero mille ragioni per non partecipare allo scempio della ragione, ovvero eleggere qualcuno al parlamento europeo.
Ma quest'anno ho deciso di procrastinare il mio ingresso nelle fila degli astensionisti trovando, o illudendomi di trovare, una buona ragione per andare a votare il 9 giugno.
La ragione è: liberare Ilaria Salis, la donna trascinata in catene in un tribunale di Budapest al servizio di Orban sotto l'accusa di aver partecipato all'aggressione di alcuni militanti neo-nazisti procurandogli ferite guarite in 5 giorni. Per questo rischia una condanna fino a 24 anni di carcere.
Ilaria Salis, prima ancora di essere rilasciata agli arresti domiciliari a Budapest, aveva accettato l'offerta di candidarsi alle elezioni europee per conto di Alleanza Verdi-Sinistra, con lo scopo dichiarato di poter uscire dalla galera grazie all'immunità parlamentare, e proseguire la battaglia antinazista anche dai banchi di Bruxelles.
Ritengo che sia un escamotage accettabile, un modo di rendere utile le altrimenti poco utili elezioni europee. Liberare Ilaria Salis con il voto.
Mi rendo conto che non è una scelta lineare. Il personaggio Ilaria Salis non garantisce di avere le necessarie competenze per svolgere un'azione positiva al parlamento europeo.
Ma almeno, a differenza di Meloni e Schlein e tanti altri paraventi, la Salis andrà sicuramente a Bruxelles, se eletta.
Inoltre non condivido molte delle posizioni dello schieramento con cui si candida la Salis.
Alleanza Verdi-Sinistra non mi convince affatto per le sue posizioni sulla guerra in Ucraina, utili più alla causa di Putin che a quella degli ucraini. Ma è anche vero che la candidatura della Salis anti-Orban è uno dei simboli più importanti e pratici contro i putiniani d'Europa.
L'immagine semplice e senza trucco di Ilaria Salis si contrappone alla sfilata di moda di Giorgia Meloni, che ogni giorno aggredisce gli italiani con le apparizioni televisive, i proclami e gli insulti.
Inoltre Giorgia Meloni mette la sua faccia ogni giorno al servizio dei propri amici per coprire le nefandezze di personaggi e burocrati che lei stessa ha portato fin dentro le stanze del potere.
L'ultimo caso scandaloso é quello di Paolo Signorelli, responsabile della "comunicazione" del ministro Lollobrigida, cognato di Meloni, di cui sono state diffuse alcune chat di qualche anno prima della sua ascesa.
La vicenda di Signorelli va oltre la disputa politica tra fascisti e antifascisti. Si entra nella zona nera della criminalità e dell'assoluto disprezzo della convivenza democratica.
Le frequentazioni e le opinioni di Signorelli, scoperte attraverso le sue chat, fanno rabbrividire anche in piena estate.
«Mica è colpa nostra se i romanisti sono ebrei», annota Diabolik in un vocale. «Tutti ebrei», replica Signorelli. E ancora: «Mort... loro e degli ebrei».
«Quell'ebreo di Gad Lerner...», scrive Piscitelli. E Signorelli: «Cos'ha detto quel porco?»
Il portavoce di Lollobrigida scrive a Diabolik: «Ma hanno assolto Elvis (Elvis Demce, malavitoso albanese a Roma)? Fantastico dajee».
Altre chat riguardano l'ideologia fascista: il nonno di Signorelli, suo omonimo, fu tra i fondatori di Ordine Nuovo. «Onore a loro» scrive il portavoce del ministro parlando di Valerio Fioravanti, Pierluigi Concutelli, Luigi Ciavardini e Mario Tuti.
Ma è ancora più grave quello che hanno dichiarato i Lollobrigida e i Meloni.
Vorrebbero farci credere che un personaggio come Signorelli non abbia mai, MAI, dato segnali di ciò che pensasse o di chi frequentasse - il Piscitelli Diabolik - che non si sia mai MAI lasciato andare, anche dentro le stanze ministeriali, a battute imbarazzanti e squallide sui "romanisti ebrei" "il porco Gad Lerner" o sui malavitosi da difendere.
Chi ha scelto Paolo Signorelli come responsabile della "comunicazione" lo conosceva benissimo, ne conosceva le opinioni, le espressioni, le frequentazioni.
Francesco Lollobrigida lo ha scelto non per selezione meritocratica ma per "vicinanza" politica e ideologica, con l'approvazione incondizionata di Giorgia Meloni, troppo furba per pensare che i portaborse dei suoi parenti-ministri non fossero importanti anche per la sua "comunicazione".
Una "vicinanza" così stretta che alle elezioni europee si potrebbe scrivere "Giorgia Meloni detta Signorelli".
Anche per questo ho deciso di votare Ilaria Salis.