Versione di Matteo Renzi al processo per l'omicidio di Giulio Regeni


ifan - 20 Settembre 2024 - aggiornato il 20/09/2024 15:26:24

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Verità per Giulio Regeni

Dopo che Zena Spinelli ha rivelato che Giulio era vivo il 29 gennaio, Matteo Renzi testimonia al processo per l'omicidio Regeni e modifica la precedente versione: da "siamo stati informati solo il 31 gennaio 2016", a "io sono stato informato il 31 gennaio 2016, non ricordo a che ora" 



VERGOGNOSA VERSIONE DI MATTEO RENZI AL PROCESSO PER L'OMICIDIO DI GIULIO REGENI

Il 15 luglio scorso scrivevo: Matteo Renzi al Processo per l'Omicidio di Regeni Cambierà Versione?

19 settembre - Matteo Renzi, capo del governo italiano all'epoca del rapimento e omicidio di Giulio Regeni per mano degli sgherri di Al-Sisi, si è presentato finalmente a testimoniare nel processo di Roma contro i 4 egiziani imputati in contumacia.

La domanda più importante a cui doveva rispondere era: "In che giorno è stato messo a conoscenza della scomparsa di Giulio Regeni?". A questa domanda Matteo Renzi ha fornito una risposta diversa da quella data davanti alla Commissione Parlamentare d'inchiesta. 

Non ha detto "siamo stati informati solo il 31 gennaio 2016", ma "io sono stato informato il 31 gennaio 2016, non ricordo a che ora, ma nei giorni precedenti c'erano state normali comunicazioni tra uffici ...".

La differenza è sostanziale, perchè nella nuova vergognosa versione Matteo Renzi cerca di scaricare la colpa del mancato intervento nella scomparsa di Giulio su Armando Varricchio, suo consigliere diplomatico a Palazzo Chigi e su Paolo Gentiloni ministro degli Esteri. 

"Loro sapevano del rapimento già dal 27 o 28 gennaio - sostiene Renzi - ma io sono stato informato solo il 31 gennaio", perché "come sapete ogni giorno sono decine gli italiani che scompaiono all'estero, senza gravi conseguenze ... anche nel caso di Regeni si poteva supporre che sarebbe stato ritrovato ...  La rilevanza politica a noi viene posta solo il 31 gennaio ...".

La nuova versione di Matteo Renzi, infarcita di "non ricordo", "immagino, suppongo", "ipotizziamo", arriva dopo le dichiarazioni di Zena Spinelli e dell'addetto all'ambasciata italiana al Cairo Davide Bonvicini nell'inchiesta di Report: Giulio Regeni poteva essere salvato se qualcuno del governo Renzi, che era stato informato, fosse intervenuto il 29 gennaio...

 

una ricostruzione video su Il Fatto Quotidiano della testimonianza di Renzi


Inchiesta Report, GIULIO REGENI NON FU SALVATO DAL GOVERNO RENZI

  • 3 anni fa scrissi "GIULIO REGENI POTEVA ESSERE SALVATO?" evidenziando le omissioni di Renzi e Belloni. Ora un'inchiesta di Report-RAI3 rivela che Regeni era vivo il 29 gennaio del 2016 e il governo italiano lo sapeva. Ma non fece nulla per salvarlo
  • I segreti dell'ex consigliere di Renzi Armando Varricchio e di Elisabetta Belloni, il ruolo di Zena Spinelli

2 Giugno 2024 - Leggi


 


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A supporto della sua tesi che giustificherebbe il disinteresse del governo Renzi subito dopo il rapimento di Giulio Regeni da parte dei servizi segreti egiziani, Matteo Renzi cita con insistenza il fatto che ogni giorno decine di cittadini italiani all'estero scompaiono e le nostre ambasciate devono occuparsene, ma poi tutto si chiarisce e gli italiani scomparsi riappaiono.

E' una giustificazione / insinuazione davvero fastidiosa quando questa viene applicata al caso dell'omicidio di Giulio Regeni.


Secondo la visione cinica di Matteo Renzi non ci si può allarmare più di tanto se un cittadino italiano scompare. Certamente non è un caso di cui se ne debba occupare un Presidente del Consiglio. Per queste cose quotidiane ci sono le ambasciate e i consolati, e c'è un ufficio apposito presso la Farnesina. Sono loro che disbrigano questi casi.

Anche dopo la scomparsa di Giulio il 25 gennaio 2016, dice Renzi smentito dalle dichiarazioni dell'ambasciatore Massari e altre decine di testimoni,, si è seguita la normale prassi ... come se il Cairo fosse Madrid o New York ... e non la capitale di un paese dove nel 2016 si violavano sistematicamente i diritti umani, politici, sindacali. Scomparire al Cairo in pino regime Al-Sisi per Matteo Renzi non è preoccupante.


E non doveva preoccupare nemmeno il fatto che dopo una settimana dalla scomparsa del giovane Giulio, una delegazione ministeriale e industriale italiana si sarebbe recata al Cairo per incontrare Al Sisi e stipulare affari.

La tesi renziana è che se un cittadino normale fosse stato al posto di Armando Varricchio, consigliere diplomatico di Matteo Renzi a Palazzo Chigi nel gennaio 2016, non avrebbe fatto una corsa a 300 all'ora per avvisare il capo del governo italiano che un cittadino era scomparso pochi giorni prima di un incontro diplomatico di alto livello?

Armando Varricchio era un inesperto apprendista diplomatico e non riusciva a cogliere la valenza e la pericolosità dietro la scomparsa di Giulio Regeni?

Pensava davvero che fosse uno dei tanti che scompaiono ogni giorno, magari drogato, alcolizzato, innamorato?

Se Armando Varricchio non avvisò Matteo Renzi della scomparsa di Giulio Regeni dovrebbe essere immediatamente radiato dai ranghi diplomatici per inettitudine manifesta.
Ma se invece informò il suo Presidente del Consiglio, magari sommariamente ma comunque evidenziando la rilevanza di quella scomparsa a pochi giorni dalla visita della ministra Guidi al Cairo, e se il presidente del consiglio gli ha risposto : ... ma ne scompaiono tanti e poi si ritrovano, il ragazzo avrà fatto una scappatella ... abbiamo cose ben più importanti di cui occuparci e non possiamo urtare la suscettibilità degli egiziani per un giovane scomparso ...

Se Renzi pensò questo quando fu informato il 28 gennaio 2016 della gravità della scomparsa di Giulio Regeni ... allora Matteo Renzi dovrebbe sentirsi responsabile per aver omesso di soccorrere un cittadino italiano in difficoltà, per non aver immediatamente alzato il telefono per parlare con Al Sisi e chiedergli spiegazioni e pretendere l'immediata liberazione di Giulio Regeni.


Due testimoni importanti, Zena Spinelli e Davide Bonvicini, hanno detto e provato che Giulio si poteva ancora salvare il 29 gennaio 2016, se le mani dei suoi aguzzini fossero state fermate da qualcuno.


 

La testimonianza di Matteo Renzi ha confermato, in un contesto però triste e atroce come quello del processo per l'omicidio Regeni, l'attitudine narcisistica e cinica dell'ex presidente del Consiglio.

Si è dilungato in inutili dettagli, ha fatto paragoni da primo della classe con la Francia, ha esaltato l'azione del governo italiano quando si decise il ritiro dell'ambasciatore al Cairo o quando non si dette credito alla versione egiziana sul rapimento per furto, una roba a cui neanche uno sprovveduto avrebbe creduto.

Ha scaricato responsabilità sull'ex ambasciatore Massari ("aveva il mio cellulare, poteva chiamarmi ma non l'ha fatto"), ha preso le distanze dal suo consigliere diplomatico Varricchio ("viene definito consigliere di Palazzo Chigi ma in realtà dipende dalla Farnesina"), ha cercato in definitiva di accreditare una versione in cui tutti sapevano ma nessuno lo avrebbe avvisato "prima del 31 gennaio".

Matteo Renzi ha utilizzato il processo Regeni per discolparsi indirettamente dall'accusa a cui tutti, dopo le dichiarazioni di Zena Spinelli a Report, pensiamo: che lui abbia omesso o tardato ad intervenire sia per sottovalutazione del caso sia per non compromettere gli affari con Al Sisi

Un errore o una sottovalutazione che è probabilmente costata la vita a Giulio Regeni.


in aggiornamento


 

ifan twitter: menoopiu


Key1: Matteo Renzi keywords: omicidio Regeni, processo Regeni, Giulio Regeni, Matteo Renzi, Zena Spinelli, Al-Sisi, Egitto,

Date Created: 20/09/2024 10:18:49


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