Vincenza Angrisano, 42 anni, uccisa a coltellate dal marito Luigi Leonetti ad Adria, perché aveva osato chiedere la separazione.
Un altro femminicidio, un'altra storia che dimostra come l'abisso della violenza maschile contro le donne si fa beffe dei dibattiti e dei proclami delle istituzioni e impone solo la legge della sopraffazione, fino alle estreme conseguenze.
"Venite, l'ho accoltellata" dice Luigi ai carabinieri per avvisarli del suo gesto criminale.
E' una dichiarazione di sfida senza mezzi termini. Come dire "mi sono tolto il peso e lo sfizio, non mi fa paura la galera, ho dimostrato di essere un uomo, anzi un maschio".
Il femminicidio di Vincenza è la versione nuda e cruda della realtà, senza le scappatoie legali e gli infingimenti psichiatrici di altri casi, come quello di Giulia Cecchettin uccisa dal "bravo ragazzo" Filippo Turetta.
E per dimostrare di essere il maschio, Luigi Leonetti ha ucciso Vincenza davanti ai due figli minorenni, affinché anche loro si ricordino per tutta la vita di cosa è stato capace il padre mostro.
Dopo il femminicidio di Giulia, Vincenza aveva scritto sui social: «Basterebbe immedesimarsi nell’altro per non far del male, ma costa troppa fatica a chi vive solo per se stesso». Concludendo: «Donne alzate la voce».
Lei ha cercato di farlo, ma è stata uccisa prima che ...
Vincenza è morta perché un maschio mostro ha voluto vendicarsi contro i milioni di donne scese in piazza contro i femminicidi e contro la violenza sulle donne, e lo Stato non ha saputo difenderla.
L'uccisione di Vincenza Angrisano da parte di Luigi Leonetti contiene un messaggio agghiacciante, come se non bastassero tutti gli altri particolari, simili alle centinaia di femminicidi precedenti.
E' un messaggio di risposta alla grande mobilitazione delle donne culminata nella manifestazione di Roma sabato scorso.
E' il messaggio dei maschi contro le donne che alzano la testa, che osano chiedere rispetto e libertà:
"più voi manifestate e chiedete diritti, e più noi vi ammazziamo, senza pensarci due volte"
Non c'è solo la componente maschilista, la distruzione della "cosa posseduta" ma persa, la gelosia o il sadismo contro le donne.
Nel delitto di Vincenza si coglie un elemento nuovo, dinamico, una escalation terroristica contro le donne che reclamano diritti e protezione.
Non è una coincidenza casuale che Luigi Leonetti abbia ucciso sua moglie dopo che lei nei giorni scorsi dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin aveva incitato pubblicamente sui social "Donne, alzate la voce!".
L'escalation maschilista dimostra che i tempi e i modi della politica e delle istituzioni sono inadeguati a proteggere le donne, nonostante le manifestazioni e i proclami.
Il femminicidio di Vincenza è un segnale ancora più preoccupante e mostruoso.