Due notizie sulla guerra Russia-Ucraina, una buona e una cattiva.
Quella buona riguarda il missile esploso a Przewodow in territorio polacco.
Non si tratta di un missile lanciato dall'esercito di Putin per "avvertire" la Polonia gli USA e la NATO, ma di un S-300 della difesa antiaerea ucraina, finito fuori bersaglio e caduto oltre il confine con la Polonia.
La cattiva notizia è che il missile ha ucciso due innocenti e ignari polacchi, che entrano a far parte del computo delle migliaia di vittime civili causate dall'aggressione russa contro Kyiv.
Quanto accaduto in Polonia è la diretta conseguenza del furore criminale di Putin che per la seconda volta in un mese ha lanciato centinaia di missili e bombe sulle infrastrutture ucraine, in particolare quelle per la produzione di energia elettrica, comprese 4 centrali nucleari.
L'attacco ha avuto anche il valore tutt'altro che simbolico di risposta alle speranze di dialogo e trattativa che si erano aperte prima e durante il vertice G20. Una risposta negativa.
Dopo la sconfitta di Kherson Putin ha deciso che la sua guerra infame contro il Mondo non si deve fermare, che l'obiettivo resta lo stesso del febbraio scorso: distruggere e cancellare l'Ucraina. E' legittimo tirare un sospiro di sollievo dopo aver saputo che il missile in Polonia è un "incidente" casuale. Per molte ore si è temuto che si trattasse di un atto deliberato di sfida e provocazione russa contro il blocco che difende l'Ucraina.
Tutti hanno immediatamente pensato alla clausola dell'articolo 5 della NATO che legittima un suo intervento in caso di attacco contro un paese membro. Ma sarebbe illusorio e sbagliato pensare che il pericolo è scampato.
Putin di fronte alla evidente sconfitta della sua strategia ragiona e si comporta in modo irrazionale e vendicativo, non ha vie di uscita rispetto al vicolo cieco in cui si è cacciato e inizia a temere che anche il "fronte interno" dell'opinione pubblica russa possa rivoltarsi violentemente contro le sue scelte sciagurate.
A Mosca c'è confusione, rassegnazione, impotenza di fronte allo strapotere dell'apparato di controllo putiniano, ma il numero e la tipologia degli scettici inizia ad aumentare. Anche i più fanatici adulatori del dittatore hanno capito, dopo la liberazione di Kherson da parte delle truppe di Zelensky, che la guerra durerà altri mesi o addirittura anni, e nessuno può prevedere cosa accadrà nel frattempo dentro la società russa.
Il popolo ucraino invece, nonostante le centinaia di missili russi distruttivi e la prospettiva di un inverno buio e gelido, resiste.