aggiornamento SCONTRO TRA VERTICI MILITARI RUSSI: Il vicedirettore della Guardia nazionale della Federazione Russa generale Roman Gavrilov è stato silurato e arrestato. Lo hanno riferito fonti a conoscenza della situazione, specificando che il suo licenziamento è stato avviato personalmente dal capo del servizio federale delle truppe della guardia nazionale della Federazione russa Viktor Zolotov
Il 16 marzo, terza settimana dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte dell'esercito russo, accadono eventi che segnano una svolta nella guerra infame scatenata da Putin.
Si susseguono le voci attorno alle trattative tra Ucraina e Russia per trovare un accordo che ponga fine alla guerra. Il Financial Times pubblica una bozza di 15 punti che rimbalzano tra una delegazione e l'altra.
Turchi, Israeliani, Cinesi, ognuno ci mette qualcosa per far credere che la tregua alla mattanza in Ucraina sia prossima alla fine. Il presidente Zelensky incoraggia le ipotesi di accordo e durante il suo videomessaggio al Congresso USA ammette che l'Ucraina non potrà entrare nella NATO e cercherà in altri modi di garantire la sua sicurezza.
Zelensky denuncia gli orrori dei bombardamenti, torna a chiedere la no-fly zone pur sapendo che gli verrà negata.
Al mattino una bomba russa aveva falciato le persone in fila per il pane a Chernihiv, 13 morti. Nel pomeriggio, subito dopo l'intervento di Zelensky, altre bombe su Mariupol.
Il Drama Theater, diventato un rifugio per centinaia di persone, viene raso al suolo nonostante una grande scritta "bambini" nei cortili avvisasse della presenza di donne e bambini. Poco dopo un altro rifugio in un impianto di piscina pubblica viene colpito.
E' il segno evidente che Putin fa finta di trattare, e considera l'unico tavolo possibile a cui sedersi quello della resa incondizionata di Zelensky e dell'Ucraina.
Mariupol Drama Theater: bambini
Le bombe del 16 marzo fanno traboccare il vaso del cauto presidente USA Joe Biden.
Aveva da poco finito di ascoltare le parole di Zelensky accompagnate da un video che documentava alcune delle più atroci azioni di guerra dei russi contro i civili, e parlando con i giornalisti Biden ha pronunciato una frase secca e senza giri di parole: "Penso che sia un criminale di guerra".
Joe Biden è andato dritto contro Putin.
E' lui il criminale di guerra.
Se avesse voluto mantenersi sul generico e sul diplomatico Biden avrebbe parlato di "crimini di guerra", riferendosi ai singoli atti e non a chi li commette, che resta nel vago, è da appurare se si tratta di un soldato o un generale o un ministro.
No, non c'è dubbio per Biden, il criminale è Putin.
Le conseguenze politiche della frase di Biden sono notevoli.
Innanzitutto sono una chiara smentita di tutte le ipotesi di trattativa, cessate il fuoco o fine della guerra circolate finora.
Quando si ha a che fare con un criminale di guerra è impossibile sedersi ad un tavolo e firmare un accordo.
La firma di un criminale di guerra è invalida, inefficace, nulla, quindi fino a quando quel criminale non verrà deposto o comunque limitato, non c'è alcuna possibilità di arrivare ad un vero accordo di pace.
Non si firmano accordi con chi terrorizza, uccide, affama milioni di esseri umani, bombarda le donne e i loro bambini, fin dentro il loro grembo materno.
I crimini di Putin ormai sono il più grande ostacolo a qualsiasi negoziato di pace.
Finchè continuano, parlare di negoziati è una menzogna, una cinica bugia sulla pelle degli ucraini.
Quindi il messaggio di Biden è inequivocabile. Anche senza prevedere un coinvolgimento diretto della NATO, l'Ucraina avrà ancora più aiuti e armi per difendersi e resistere all'esercito del criminale Putin.
La strategia di Zelensky (e di Biden) è di resistere, resistere, resistere pur dicendosi disponibile a veri negoziati di pace.
L'esercito russo non avanza nelle grandi città, nemmeno nella martoriata Mariupol.
Kyiv è diventata una gigantesca trincea fortificata, e se arrivano i razzi antiaerei Javelin e gli S-300 in grado di intercettare i missili balistici lanciati dalla Russia o dalla Bielorussia contro Kyiv, per i russi sarà ancora più difficile piegare la resistenza ucraina.
E più il tempo passa e più iniziano a fare effetto le sanzioni economiche, accompagnate anche dai primi risvegli dell'opinione pubblica russa come testimonia l'epidosio della giornalista NOWAR Marina Ovsyannikova.
Per questo Joe Biden ha preso coraggio e ha bollato Putin senza mezzi termini un criminale di guerra.
Anche Xi Jinping dovrebbe aver ricevuto il messaggio.
Oggi è il 17 marzo, inizia la quarta settimana di guerra, vedremo gli effetti della frase di Biden sul criminale di guerra?
i.fan.
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Date Created: 17/03/2022 08:43:58