L'invasione russa dell'Ucraina ha già offerto centinaia di immagini macabre che testimoniano la sofferenza del popolo ucraino e dei soldati (di entrambi gli eserciti) da un lato e la crudele malvagità del regime russo e del suo paranoico leader Putin.
Mai però mi sarei immaginato di dover considerare un tavolo di negoziati tanto atroce quanto i missili russi sui palazzi di Mariupol.
Quando nel pomeriggio del 29 marzo sono iniziati ad apparire i titoli delle reti giornalistiche corredate dalle immagini della delegazione russa e ucraina sotto il vigile occhio di Erdogan che annunciavano l'intenzione della Russia di "ritirare" le truppe attorno la capitale Kyiv e la citta di Chernihiv sembrava che la pace fosse diventata imminente.
E soprattutto che Putin si fosse "ravveduto" sulle intenzioni iniziali di arrivare a piazza Maidan per disegnarci sopra la Z.
"In fondo Putin è ragionevole, si concentrerà sul Donbass, che poi gli spetta in fin dei conti" sembravano dire la gran parte dei commenti internazionali.
Macron non ha perso tempo e ha subito telefonato al "macellaio" per organizzare i dettagli della festa ...
Poi sono arrivati i primi chiarimenti.
Non si tratta di un "cessate il fuoco" ma di un "riposizionamento per concentrarsi meglio sull'obiettivo del Donbass"
Una frase da far raggelare il sangue, se solo si prova a pensare che "dentro" la parola Donbass ci sono centinaia di migliaia di esseri umani su cui "si concentreranno" le attenzioni di Putin.
Joe Biden in teleconferenza con Macron, Scholz, Johnson e Draghi ha dovuto faticare molto per tenere a freno l'euforia negoziale degli europei ben contenti di poter contrapporre il regalo "pacifista" di Putin alla rudezza diplomatica americana.
In serata sono arrivate le dichiarazioni di Zelensky che avvisava di non vedere "riposizionamenti" o allentamenti da parte dell'esercito russo.
Nella notte il lancio di missili e bombe da parte russa su tutta l'Ucraina confermava che il "regalo" di Putin era in realtà una beffa, atroce e crudele.
Un Cavallo di Troia dentro cui nascondere le intenzioni esplicite e ripetute da parte del despota russo di perseguire l'annientamento dell'Ucraina, la missione storica di spazzarla via dalla mappa terrestre per annetterla alla Grande Russia.
Mentre gli europei brindavano alla svolta negoziale di Istanbul, tra le mura del Cremlino echeggiava la macabra risata di Putin.
La guerra in Ucraina continua, il macellaio non si "riposiziona", i Macron e Scholz si rivelano ottimisti ignoranti del monito omerico timeo danaos et dona ferentes.
La guerra scatenata da Putin sarà ancora lunga e devastante, a meno che Zelensky non si suicidi subito, e non mancheranno altri macabri tentativi di presa in giro sulla pelle di chi vive sotto le bombe.
Se Macron e Scholz si sono già stancati di sostenere la resistenza ucraina è bene che lo dicano e lo argomentino, senza recitare la parte degli utili idioti nel teatrino osceno di Putin.