Epifanio Assazia, Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri, Ignazio Giordano e Giuseppe La Barbera.
Sono i nomi dei lavoratori uccisi a Casteldaccia mentre lavoravano alla manutenzione di un impianto fognario. Un sesto operaio, di cui non è stato dato il nome, è in coma.
Sono stati uccisi, uno dopo l'altro, dalle esalazioni di idrogeno solforato, un gas che si forma nella decomposizione anaerobica della materia organica.
Una ditta che lavora dentro i cunicoli fognari dovrebbe conoscere questo terribile pericolo e applicare le minime precauzioni.
Una banale sonda per rivelare gas tossici, indossare delle maschere ...
Ma la sicurezza sul lavoro in Italia è un optional.
Il comandante dei vigili del fuoco intervenuti a Casteldaccia dichiara: “Non sono state prese precauzioni”
“Se fossero state prese tutte le precauzioni del caso, tutto questo non sarebbe successo”.
Lo ha detto il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Palermo Girolamo Bentivoglio Fiandra a proposito dell'incidente sul lavoro di Casteldaccia.
Bentivoglio ha confermato che a uccidere gli operai sono state esalazioni di idrogeno solforato e ha escluso che ci sia stato un crollo all'interno delle fognature.
Perché si continua a morire sul lavoro?
Si continua a morire sul lavoro, più di 200 i morti nei primi 4 mesi del 2024, per un motivo semplice: perché si considera la morte di un lavoratore come un "incidente", magari dovuto alla "disattenzione" del lavoratore stesso o a "eventi imprevedibili". Falso.
La morte di un lavoratore è quasi sempre un omicidio volontario, dovuto ad un calcolo cinico di chi dovrebbe approntare le misure di sicurezza e invece le omette, per profitto o per negligenza.
Se la morte di chi lavora fosse considerata e chiamata per nome - omicidio - si farebbe un primo passo di sensibilizzazione e prevenzione.
Se il codice penale venisse adeguato con nuove fattispecie di reati e di pene per chi - azienda committente o esecutrice - uccide i lavoratori, omettendo o trascurando le misure e i comportamenti di sicurezza adeguati, si farebbe un secondo passo.
Poi ci sarebbe tutto il resto, le vere ispezioni, la vera formazione, che in Italia sono considerate e gestite attività formali o burocratiche, un business collaterale, anche da chi dovrebbe avere interesse a proteggere i lavoratori.
"un dolore profondo - ha dichiarato il presidente della Regione Renato Schifani - quello che ho provato alla notizia della morte degli operai".
il sindaco della Città metropolitana Lagalla: “Un dolore terribile per la tragedia che ha provocato la morte sul lavoro degli operai a Casteldaccia".
Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni su X commenta la tragedia: "Sconvolge la notizia degli operai coinvolti nel tragico incidente avvenuto a Casteldaccia"
Tragedia, tragico incidente, tragica morte. Nessuno di loro ha utilizzato la parola "omicidio".
Continuano a chiamare "incidenti" questi omicidi. Continuano a trattare la sicurezza sul lavoro come "un rischio non eliminabile".
Non solo chi governa, ma anche le opposizioni e le organizzazioni dei lavoratori dovrebbero cambiare lessico.
Quando un operaio muore sul lavoro bisogna chiedersi : chi è l'assassino? chi e perché lo ha ucciso?