Mi chiedo. "Perché da molto tempo non scrivi e non ragioni più sulla guerra in Ucraina, sulla logica omicida di Putin, sulla resistenza del popolo ucraino con a capo Zelensky, sulla speranza che la guerra iniziata 800 giorni fa possa finire con la vittoria di Kyiv?"
C'è il rischio concreto che Putin possa alla fine vincere la guerra, come i prepotenti criminali della Storia spesso hanno fatto?
Il presidente francese Macron ha reiterato la minaccia, o il desiderio, di inviare soldati francesi a difendere l'Ucraina nel caso in cui gli orchi della Federazione Russa dovessero sfondare le linee sui cui è attestato l'esercito ucraino.
E' una dichiarazione forte, preoccupante, non credo che sia stata fatta cuor leggero o per scimmiottare Napoleone. E' una dichiarazione che evoca lo scenario di una escalation militare ancora più marcata e la quasi certezza di una risposta di Putin diretta a colpire il fronte europeo della NATO.
Perché Macron fa un'affermazione bellicosa? E' giusto che la faccia? E se la Francia dovesse davvero entrare in guerra contro Putin sul territorio dell'Ucraina cosa farebbero gli altri paesi dell'Unione, e in particolare Germania, Polonia, Italia?
Macron non mi è mai stato simpatico, anche quando nelle settimane precedenti l'invasione cercava di convincere l'opinione pubblica europea che era possibile negoziare con Putin per evitare l'intervento militare. Ricordiamo le lunghe telefonate in epoca di Covid e il tavolo chilometrico al Cremlino, le bugie di Putin che escludeva un'invasione ...
Macron fu umiliato e sbeffeggiato dal despota russo che gli aveva raccontato montagne di fesserie di cui il francese non si era accorto. Non fece una figura di grande statista.
Macron nei confronti di Putin nutre un giustificato rancore. Ma dopo due anni si è anche convinto che la minaccia del regime russo all'Unione Europea, combinando lo spauracchio militare alle blandizie politiche verso i sovranisti europei dilaganti, è più che un'ipotesi, è la realtà presente e futura.
Guardando al cortile dell'Eliseo il presidente francese cerca di portare allo scoperto in chiave elettorale i filoputiniani di Le Pen e di Melenchon, per accusarli di essere fuori dall'Europa e con un piede dentro Mosca. Non ha torto.
Ma la prospettiva di una estensione della guerra, magari nucleare e catastrofica, dall'Ucraina alle sponde della Senna è terribile e deve preoccupare tutti e non può essere agitata a fini elettorali da nessuno.
Prima di mandare a morire la gioventù europea nelle campagne del Donbass, Macron pensi a far rispettare le sanzioni contro la Russia da parte di quelle aziende francesi - da Leroy Merlin alle banche e alle multinazionali dell'atomo e del petrolio - che le aggirano per lucrare dietro le oscure quinte della guerra.
L'Ucraina è stanca, martoriata dalla guerra, dalla devastazione, dalla precarietà, dai lutti infiniti di chi non torna dal fronte o torna ferito, invalido, storpio, terrorizzato dall'orrore scatenato dall'esercito degli orchi russi, avanzi di galera e mercenari asiatici imbestialiti.
Gli orchi russi hanno respinto la controffensiva ucraina - quella annunciata a gennaio del 2023, avviata ad agosto del 2023 e fallita nell'autunno del 2023, perché le controffensive o sono rapide e incisive o sono annunci retorici perdenti - e ora si stanno riprendendo tutto il Donbass e puntano ad arrivare fino ad Odessa, la perla del Mar Nero che Putin considera il vero obiettivo per porre fine alla guerra da vincitore.
Zelensky è stanco di ripetere che ha bisogno di armi.
Quelle dell'ultimo pacchetto americano da 60 miliardi - faticosamente fatto approvare da Biden con 6 mesi di ritardo - arriveranno troppo tardi per fermare l'avanzata degli orchi russi?
Zelensky sta per cambiare ancora il ministro della Difesa, un segno di debolezza o di caparbietà?
Zelensky ha abbassato a 25 anni l'età dei coscritti, ma sa benissimo che pochi soldati in più con poche munizioni in più non basteranno per fermare la macchina da guerra che Putin ha messo in piedi stravolgendo il sistema industriale russo trasformandolo in una vorticosa catena di montaggio di armi e bombe.
L'Ucraina è destinata ad essere sconfitta?
L'Ucraina potrebbe soccombere ad una offensiva estiva degli orchi russi?
Spero di no, spero che le cupe previsioni dei Centri Studi Militari occidentali possano essere smentite dai fatti. Ma i fatti che possono smentire le cupe previsioni riguardano la tenuta dei soldati in guerra, la resistenza della volontà popolare ucraina attorno all'idea di libertà e indipendenza da Mosca, la volontà dei leader politici occidentali di sostenere ancora economicamente e militarmente Kyiv, ovvero in poche parole la terribile prospettiva che la guerra continui ancora a lungo nel Donbass e non solo.
Senza parlare delle terribili prospettive geopolitiche.
La vittoria di Trump e il suo ritorno alla Casa Bianca segnerebbe la sconfitta di Zelensky, senza alcun dubbio.
Donald Trump non vede l'ora di consegnare al suo amico Putin la testa del presidente ucraino su un piatto d'argento, per ricambiarlo degli antichi favori o perché ancora sotto il ricatto di segreti indicibili.
Le probabilità che il vecchio Joe Biden perda le elezioni sono altissime, quasi certe dopo che Netanyahu-Hamas gli avrà aizzato contro sia gli ebrei che i musulmani americani e i giovani bianchi pro-Gaza dei campus universitari.
Trump Putin Netanyahu sono la Triade Criminale
che si appresta a governare lo scenario internazionale da qui a pochi mesi. Questa è la vera, terribile prospettiva che intristisce e preoccupa per le sorti della Resistenza Ucraina, senza contare che anche in Europa gli equilibri del dopo voto di giugno saranno più a destra, più sovranisti ovvero zero armi a Kyiv, e che la Cina di Xi Jinping pensa solo a rafforzarsi.
In Ucraina queste buie previsioni si respirano nell'aria e non invogliano certo a parlare o a sperare. E anche chi segue le vicende dall'esterno e dai resoconti di parte, sempre faziosi come in tutte le guerre, non ha voglia di parlare o di sperare sul nulla.
Personalmente, per quello che riesco a capire documentandomi da varie fonti, coltivo una flebile speranza che non tutto sia perduto, che gli orchi russi non arriveranno a Odessa, che la Storia possa prendere altre pieghe, ma sto ancora elaborando questa piccola favola e quando l'avrò pensata meglio ne parlerò.
In una recente intervista il ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba osserva che "... uno dei più grandi successi della propaganda russa è stato quello di aver costretto le persone a focalizzare il dibattito su quali compromessi l’Ucraina dovrebbe fare" per sedersi al tavolo dei negoziati e ottenere la pace.
Secondo Kuleba, le persone “trovano gli argomenti più incredibili per spiegare perché l’Ucraina non merita sostegno”. Ma la sconfitta dell’Ucraina nella guerra, a suo avviso, “innescherà un effetto domino” e diventerà una minaccia per i paesi occidentali, soprattutto considerando che la Russia ha dimostrato di essere molto più efficiente nella produzione di armi. “In due anni di guerra, la Russia è diventata più efficiente nella produzione di armi rispetto all’intera alleanza occidentale. Questo è un brutto segno. Ciò deve cambiare se vogliamo seriamente proteggere il mondo come lo conosciamo”.
Secondo Kuleba, la minaccia più grande per l'Ucraina è rappresentata dai missili balistici russi, che distruggono il sistema energetico del paese. "... i paesi europei potrebbero chiedere agli Stati Uniti di fornire sistemi di difesa aerea. La difesa aerea è ciò da cui dipende la nostra economia, così come le nostre città e la vita dei nostri civili”, afferma Kuleba. Un’altra questione su cui Bruxelles e Washington potrebbero collaborare per aiutare l’Ucraina è l’uso dei beni russi congelati.
"... Quando ci approcciamo a un paese dal punto di vista 'è impossibile fargli assumere la responsabilità dei suoi crimini, ed è impossibile cambiarlo, proviamo invece a cambiare la vittima dei suoi crimini', questo si chiama placare l'aggressore. Se questa è la politica che qualcuno vuole perseguire sotto la solenne copertura di vari concetti di politica estera e di sforzi pacifici, allora questa guerra porterà ad una guerra ancora più grande, come sappiamo dalla storia”.
Che Zelensky o Kuleba propongano questi ragionamenti è comprensibile e per molti versi ammirevole. Ma anche loro sanno benissimo che ciò che conta e farà la differenza tra vittoria e sconfitta è quello che pensa la gente comune, il popolo ucraino.
Un reportage dall'Ucraina,
ripreso anche dal sito meduza.io, fornisce spunti di riflessione.
“Molti sono morti. Ne moriranno ancora di più”. Cosa pensano e sentono gli ucraini nel terzo anno di guerra? E credono nella vittoria tanto quanto prima? Rapporto da Kiev
A metà aprile in Ucraina le regole sulla mobilitazione sono state inasprite e poco prima l’età della leva è stata abbassata da 27 a 25 anni. Allo stesso tempo, anche le autorità ucraine ammettono che il pacchetto di assistenza militare degli Stati Uniti non sarà in grado di risolvere tutti i problemi delle forze armate ucraine al fronte. Victoria Belyashina, giornalista della rivista polacca Gazeta Wyborcza, si è recata a Kiev e ha parlato con politici, scienziati e cittadini ucraini per capire come si sentono nel terzo anno di guerra su vasta scala con la Russia.
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Conosciamo la guerra solo dalle pubblicazioni dei media o dai racconti di chi è tornato dal fronte, e la sentiamo solo quando scendiamo nel rifugio nel centro di Kiev, quindi guardiamo tutto in modo diverso, continua Dmitrij. E crediamo ancora nella vittoria, perché non abbiamo visto i morti e non abbiamo sentito le urla di coloro che venivano torturati.
Lo stesso Dmitrij non crede nella vittoria, anche se vuole davvero vivere abbastanza per vederla - "ma quando hai più di settant'anni, non hai più speranze o illusioni". L’Ucraina non può farcela da sola, a suo avviso, e l’Occidente non sta aiutando abbastanza. Sebbene Dmitrij faccia una riserva, è difficile dire se sia ancora possibile invertire le sorti della guerra, perché la vera possibilità di vincere, a suo avviso, è stata persa proprio all'inizio dell'invasione. Ma poi l’Occidente “ha avuto paura, ha aspettato, ha contato sui negoziati con Putin, sui compromessi”. E ora gli alleati sono stanchi della guerra, hanno i loro problemi. Parlano ancora con Vladimir Zelenskyj, ma “sembra più un uomo chinato su un mendicante”:
Ci dispiace molto per i nostri ragazzi. Molti sono morti, e molti altri moriranno, perché mentre l’Occidente riflette, Putin acquista missili e droni , trasforma l’economia sul piede di guerra e mobilita sempre più gruppi di persone indifese che moriranno se lui glielo ordinerà.
... Podolyak continua pazientemente a spiegare agli alleati che la vita in un paese in cui c'è una guerra è costante paura, dolore, ansia e incertezza. Anche se ammette che chi osserva i combattimenti da diverse migliaia di chilometri di distanza non sarà mai in grado di comprenderli appieno.
Allo stesso tempo, alcuni ucraini stessi scherzano dicendo che sei più sicuro nel centro di Kiev che nella Casa Bianca americana, nonostante i bombardamenti e i frequenti segnali di raid aerei. Tuttavia, anche nella capitale, lontana dal fronte, la guerra si nota subito. Posti di blocco, militari e militari armati, bambini che giocano su fatiscenti equipaggiamenti dell'esercito russo, luci fioche alle finestre degli edifici, un quartiere governativo completamente immerso nell'oscurità per motivi di sicurezza. Ma la cosa più importante sono i veterani tornati dal fronte: alcuni senza braccia né gambe.
Nikitin, 59 anni, doveva spesso "raccogliere" soldati fatti saltare in aria da una mina, alla vista dei quali i giovani medici, secondo il traumatologo, si stringevano la testa inorriditi. Nikitin ha già dimenticato l'ultima volta che ha visto un combattente che aveva solo bisogno di estrarre un proiettile da una ferita.
Nikitin ammette: non sempre sa cosa dire alla madre o alla moglie del soldato che ha curato. Alcuni di loro non ringraziano, ma chiedono con rabbia e disperazione cosa ha fatto, perché “quel ragazzo verrà portato di nuovo al fronte”.
Allo stesso tempo, Nikitin capisce che l'Ucraina non ha via d'uscita: deve vincere: "La pace con Putin è impossibile, non puoi nemmeno provare ad andare d'accordo con il Cremlino".
Anche Nikolai Knyazhitsky , deputato del partito di opposizione ucraino Solidarietà Europea, è fiducioso che le autorità avranno problemi con la mobilitazione: “Non posso dire che la situazione sia semplice. I volontari, veri patrioti ucraini, che hanno deciso di arruolarsi nell'esercito al richiamo del loro cuore, o combattono al fronte o muoiono. Ora ci troviamo di fronte al compito di mobilitare ancora più persone per difendere la nostra patria dall’aggressione russa”.
... In risposta alla domanda su come cercare di capire come si sentono gli ucraini, uno psicoterapeuta di Kiev, che ha parlato in modo anonimo con l'autore di questo testo, ha suggerito di immaginare di svegliarti la mattina e realizzare che un uomo con un'ascia ti ha fatto irruzione casa. “Sotto l’influenza delle emozioni, sei in grado di usare quasi tutto come arma. Trovi la volontà e la forza per spingerlo fuori dall'appartamento. E se la stessa persona arrivasse ogni mattina con un’ascia per due anni?»
Il capo del progetto “Primo ospedale mobile volontario” , Gennady Druzenko , ammette che sta pensando sempre più a quanto siano giustificate le parole di Vladimir Zelenskyj sulla sua disponibilità a combattere “fino all’ultimo soldato” e se questa lotta valga “così tanti umani”. vite."
“Ogni chilometro quadrato costa sempre di più. Se ogni giorno si liberano cento chilometri quadrati, è normale. Allora potresti pensare che la guerra è guerra, uccide e mutila. Ma combattere non per chilometri, ma per metri? Inutile. Dobbiamo combattere entro i confini che siamo in grado di difendere”, afferma Druzenko.
Ritiene che altre azioni delle autorità ucraine siano errori: il “feticismo” dei confini , la corruzione, gli investimenti impropri nell’industria militare e l’eccessiva dipendenza dall’Occidente. “Non vediamo l’ora che arrivino i droni. Dobbiamo produrli noi stessi ”, ne è sicuro Druzenko.
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Circa il 60% degli ucraini continua a sostenere Zelenskyj e oltre il 90% ha fiducia nell’esercito, afferma il sociologo Yevgeny Golovakha. Ma c’è anche chi crede che l’Ucraina potrebbe diventare più sicura e stabile se fosse guidata da una persona che ha combattuto in prima linea. Ad esempio, l'ex comandante in capo delle forze armate ucraine Valeriy Zaluzhny , che è stato rimosso dal comando dell'esercito ucraino all'inizio di febbraio 2024.
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Gli ucraini credono nella vittoria? Secondo il sociologo Evgeny Golovakha, il 67% non è pronto a fare alcuna concessione alla Russia. Questo è parecchio, ma nel 2022 quasi il 90% degli intervistati ha risposto in questo modo e nel 2023 l'84%.
"Qual è il prossimo?" - chiedo a ciascuno dei miei interlocutori. "Non abbiamo scelta. Possiamo lottare per ogni metro quadrato e rimanere in Ucraina, oppure smettere di combattere e scomparire, perché Putin ci nega il diritto di esistere”, dicono tutti.
Alena, una passeggera del treno Kyiv-Chelm, vuole credere nella vittoria, perché “altrimenti non ha senso vivere”, ma ha paura che non arriverà mai.
“I russi hanno tutto: nuove armi, vecchie armi dell’era sovietica, persone che possono mobilitare all’infinito. Noi non abbiamo niente di tutto questo”.