Quello che resta del Ghiacciaio della Marmolada crollato su una trentina di innocenti escursionisti uccidendone più della metà rassomiglia alla maschera di un dio arrabbiato, incattivito, deluso.
Lo sguardo di un assassino impietoso verso le proprie vittime.
Ma è un'apparenza che inganna.
Anche il Ghiacciaio a Punta Rocca è morto, e mentre agonizzava ha ucciso tutti quelli che andavano ad ammirarlo, a guardarlo forse per l'ultima volta prima che scomparisse per sempre in rivoli d'acqua verso il fondovalle.
Da molti anni il Ghiacciaio della Marmolada avvisava i suoi innocenti estimatori che le forze gli stavano venendo meno, che il caldo anomalo creato dal Global Warming stava lentamente riducendo non solo il mantello in superficie ma anche i muscoli che da secoli lo tenevano assieme, avvinghiato alla roccia della sua montagna, delle sue Dolomiti.
Il Ghiacciaio della Marmolada ha ceduto nell'ora più calda di un giorno più caldo di un'estate più calda. Dieci gradi nell'aria e più di trenta sulla superficie.
I muscoli di ghiaccio hanno mollato la presa, TUTTO si è staccato dalla sua roccia ed è andato a morire sulle decine di turisti ignari, vittime inconsapevoli che volevano solo ammirarlo e immortalarlo prima della sua prevista scomparsa.
Perché tutti sapevamo che quel ghiacciaio stava morendo, e che il periodo migliore per assistere alla morte di un ghiacciaio è proprio l'estate degli ultimi roventi anni.
Una escalation di temperature calde mai viste prima a oltre tremila metri dove un tempo regnavano indisturbati i ghiacci e le nevi.
Cosa avrà pensato il Ghiacciaio della Marmolada prima di travolgere i trenta innocenti escursionisti?
"Muoia Sansone e tutti i Filistei!" ?
Oppure avrà sofferto per l'impossibilità di evitare la tragedia, di non poter urlare
"Andate via tutti, mettetevi in salvo, finché potete!"
Preferisco pensare a questa seconda ipotesi, pur non avendone la certezza.
Ma come fare a mettersi in salvo, se interessa solo a pochi ?