L'Italia è un Paese che ripudia la guerra, come da Costituzione, in senso letterale. Non intende fare guerra a nessuno e non vuole nemmeno immischiarsi più di tanto nelle guerre altrui, a meno che non siano "missioni di pace", utili per sviluppare la propria immagine pacifica e i propri affari, senza guardare troppo per il sottile.
Ora che di guerre ce ne sono molte e due in particolare - Ucraina-Russia e Israele-Gaza - preoccupano le sorti dell'umanità, sperare in missioni di pace "facili" è alquanto illusorio. Quella della Marina Militare in Mar Rosso è una crociera a cui gli Houthi ogni tanto regalano qualche souvenir.
Meglio ripiegare sull'ordinario tran tran della politica di Palazzo, cercando di ravvivare lo spettacolo - anzi l'avanspettacolo - per non far addormentare gli italiani rimbecilliti dalla RAI.
Negli ultimi giorni ci sono state due performance molto interessanti.
La prima si potrebbe titolare "votate Detta Giorgia" e la seconda "Shopping Fassino"
votate "Detta Giorgia"
Giorgia Meloni ha annunciato di volersi candidare alle elezioni europee come capolista in tutte le circoscrizioni.
Se verrà eletta, e su questo non ci sono dubbi, NON andrà al Parlamento Europeo, di cui ha una considerazione inferiore alla media.
Essere capolista alle elezioni europee gli servirà - come ha ammesso lei stessa - solo per fare un maxisondaggio sulla sua popolarità e portare più voti possibili a FdI con i quali poi mercanteggiare a Strasburgo con i Popolari di Tajani-von der Leyen da posizioni di forza.
Una scelta discutibile e sprezzante nei riguardi delle istituzioni europee, ridotte a mera occasione di marketing politico personale.
Talmente personale che Giorgia Meloni ha deciso di candidarsi con uno stratagemma: il suo nome sulla scheda sarà "Giorgia Meloni Detta Giorgia" e per questo ha invitato ufficialmente a votare solo con "Detta Giorgia, Senza Meloni".
Gli italiani potranno scrivere sulla scheda "Detta Giorgia" per esprimere l'apprezzamento per la Presidente del Consiglio.
A cosa mira questa operazione della Meloni?
A strizzare l'occhiolino agli italiani, soprattutto quelli di sesso maschilista, inaugurando l'immagine di Giorgia, un nome familiare e amichevole, un nome in cui tutti gli italiani possano riconoscersi.
Donne che coccolano un figlio, maschi che cercano un'amante, Detta Giorgia c'è per tutti, senza burocratici Meloni.
E' evidente che l'opinione che Detta Giorgia ha degli italiani è molto bassa, e potrebbe avere ragione lei.
La Verità su Fassino che Fa Shopping di Profumi Senza Pagare
Il 15 aprile 2024, mentre si trovava al duty free del Terminal 1 dell'Aeroporto di Roma-Fiumicino in attesa di imbarcarsi per la Francia (doveva recarsi a Strasburgo per una riunione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, del cui Comitato sul Medio Oriente è Presidente), gli addetti alla vigilanza delle merci sorprendevano il deputato Piero Fassino mentre usciva dal locale con una boccetta di profumo Chanel del valore di 130 euro in tasca, segnalandolo alla Polizia di frontiera aerea dello scalo per il furto della stessa e affermando che si tratterebbe di una recidiva siccome, in precedenza, sarebbe stato protagonista di analogo episodio che non era stato segnalato. La Polizia giudiziaria, a seguito della querela dei responsabili del negozio, ha acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza e sentito i dipendenti del duty free. Fassino si è difeso asserendo di essere sua intenzione fare un regalo alla moglie e, distratto da una telefonata e con le mani ingombre, avrebbe messo l'oggetto in tasca dove lo avrebbe dimenticato. L'ampio risalto che la vicenda ha avuto sugli organi d'informazione ha indotto l'avvocato di Fassino a lamentare una "aggressione mediatica, un vero e proprio processo parallelo che trova come unica spiegazione il cognome noto del cittadino coinvolto".
Fassino, il 24 aprile 2024, a un'emittente radiofonica, ha dichiarato: “Non sto bene, non vivo bene questa vicenda, che mi suscita disagio e molto malessere. È tutto frutto di un equivoco, di un malinteso che spero si chiarisca... È un episodio che mi mette profondamente a disagio. In vita mia non ho mai rubato nulla. In cinquant’anni di attività politica non ho mai compiuto gesti simili."
La dichiarazione di Fassino è verosimile. Si rende conto di essere in una situazione indifendibile e di aver bruciato in pochi minuti tutto quello che aveva costruito in una intera carriera politica lunga più di 50 anni.
Fassino si sente cadere il mondo addosso e, anche se navigato e avvezzo alle durezze della vita politica, essere preso per ladro di profumi, sbeffeggiato, deriso da mezza Italia e silenziosamente abbandonato dall'altra metà è certamente una dolorosa esperienza da cui si rischia di non uscire più.
Sul fatto che abbia provato ad intascare, senza pagare, il profumo Chanel del valore di 100 euro, non ci dovrebbero essere dubbi. La prima versione di Fassino, che denota la sua incredibile ignoranza delle tecnologie di monitoraggio individuale (telecamere a circuito a chiuso ovunque, in particolare in un aeroporto per ovvi motivi), è stata smontata dal video che lo riprende con la bottiglia in mano che finisce nella tasca mentre si allontana dal negozio.
Dopo qualche giorno passato a chiedersi se forse aveva scambiato la boccetta per il suo cellulare, mentre era distratto dai pensieri politici incombenti, o che forse si era diretto al gate dell'imbarco pensando che fosse la cassa del negozio, la vicenda si è arricchita di altri particolari. Fassino sarebbe stato colto con le mani nel sacco in altre due precedenti occasioni.
Nella prima se l'è cavata scappando tra la folla dell'aeroporto, la seconda avrebbe "patteggiato" in diretta pagando il profumo - a proposito, perchè questa ossessione per i profumi? - la terza e ultima avrebbe provato a "patteggiare" senza successo ma minacciando con il consueto "lei non sa chi sono io".
1- Se e perché Fassino sente il bisogno irrefrenabile di appropriarsi di una boccetta di profumo quando passa per l'aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino? Anche in altri aeroporti si è comportato allo stesso modo? e in caso affermativo, le sue attenzioni si sono sempre rivolte ai profumi, oppure ad altri generi merceologici?
2 - Un tempo - ormai sembra un secolo - Fassino commentava con i compagni di politica e di affari, "siamo padroni di una banca". Possibile che si sia ridotto a desiderare di possedere solo profumi?
3 - Ma la vera domanda da cui si potrebbe trarre una valutazione verosimile di quale sia il grado di colpevolezza di Piero Fassino è: perché ci ha riprovato dopo essere stato già beccato in precedenza? Si tratta di una disfunzione psicologica involontaria - una sorta di cleptomania esibizionista?
Oppure è un comportamento voluto, razionale (a modo suo), una consapevole manifestazione di valutazione del rischio che porta a reiterare le situazioni per verificarne l'esito e calcolarne le probabilità di successo? In questo caso, se fosse vera questa ipotesi, c'è da mettere sul piatto della bilancia anche la valutazione delle reazioni da parte dell'opinione pubblica, come farebbe un buon matematico? oppure, chissenefrega dell'opinione pubblica?
Molte altre domande sono apparse nei commenti scandalizzati o sarcastici attorno alla vicenda di Piero Fassino che si intasca profumi in aeroporto.
Non ho intenzione di ripeterli o avvalorarli.
L'unica domanda che mi viene spontanea è : perché Piero Fassino non si dimette dal Parlamento italiano per difendere la propria onorabilità infangata?
"Mi dimetto perché mi sono reso conto che non ho più la credibilità per fare politica. Mi sono reso conto che compio dei gesti inconsulti e non edificanti senza accorgermene. Sto male e ho bisogno di curarmi, e l'ambiente della politica, i personaggi che la rappresentano, non mi è d'aiuto, anzi.
Per questo mi dimetto. Mi dispiace per tutti quelli che in questi anni mi hanno creduto e stimato. Non erano pochi, ma ora sono quasi scomparsi. Avrei dovuto abbandonare la politica già da molti anni, e curarmi. Se lo avessi fatto, ora non sarei in questo brutto e umiliante pasticcio.
La mia vera colpa è quella di aver continuato a fare politica senza averne le capacità. Mi dimetto perché voglio guarire dalla politica. Spero che questo possa placare il mio malessere e riavvicinarmi alla gente che credeva in me".
Piero Fassino è caduto in un Comma 22.
Se continua a negare di aver cercato di rubare il profumo, contro ogni evidenza, perderà completamente la faccia e segnerà il suo definitivo fallimento politico. Si aggirerà ancora tra i banchi di Montecitorio, pensando di essere un rappresentante politico, fino alla fine della legislatura, ma sarà schivato da tutti, media compresi. In queste condizioni la sua sofferenza è destinata ad accrescersi, come anche quella dei suoi elettori delusi e arrabbiati.
Se ammette di aver cercato di sottrarre il profumo, e di esserci riuscito in precedenza, ma si dimette con le motivazioni di cui sopra, recupera la faccia e anche un pò di solidarietà da parte dell'opinione pubblica ma non potrà comunque mai più tornare a Montecitorio.
Quello che perderà in politica lo recupererà in salute.
Ma ho l'impressione che Piero Fassino non presenterà le dimissioni, cercherà di minimizzare l'accaduto e di non farlo travalicare. Se la denuncia viene ritirata perché i fatti sono di "lieve entità", Fassino potrà sempre dire che il "fatto non sussiste".
Continuerà a fare politica, come tanti altri, accusati anche per cose più gravi?
i.fan.
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Date Created: 29/04/2024 18:38:30