Le squadre di ricerca e soccorso hanno scoperto un "campo di detriti" vicino al Titanic mentre cercavano il sommergibile turistico Titan disperso, ha detto giovedì la Guardia Costiera degli Stati Uniti. La scoperta avvalora l'ipotesi che il Titan è "esploso" per implosione durante l'immersione, a causa del cedimento della struttura in carbonio.
In un rapporto segreto della Marina Militare si afferma che il boato della implosione era già stato registrato nella giornata di domenica nella zona del relitto del Titanic.
In alternativa, questa mattina - 22 giugno - i cinque passeggeri sarebbero comunque morti per aver esaurito l'ossigeno nel piccolo sommergibile.
Per 3 giorni tutto il mondo ha seguito con apprensione, ansia o cinico stupore, la vicenda del sommergibile Titan e del suo carico umano di 5 avventurieri convinti che i rischi di scendere in fondo all'Oceano per ammirare il relitto del Titanic a 3800 metri di profondità non fossero così alti da rinunciare all'impresa.
Avventurieri, in senso letterale, individui che cercano o inventano l'avventura, estrema e mai banale, riservata a pochi, comunque facoltosi, ricchi di denaro che vogliono dimostrare di essere anche ricchi di coraggio.
Quasi a cercare di dimostrarlo più a se stessi che agli altri.
Ma chi glielo ha fatto fare di rischiare la morte, pagando una cifra non indifferente?
Chi glielo ha fatto fare, pur sapendo che quel sommergibile era un "giocattolo" pericoloso?
Potevano godersi il denaro e la conseguente felicità per molti altri anni. Cosa c'era di così attraente nell'andare a osservare il relitto del Titanic, reliquia di una tragedia mai cancellata dall'immaginario dell'umanità?
Quale attrazione fatale ha spinto i 5 che non avevano nulla da guadagnare e tutto da perdere nell'immergersi in una scomodissima scatola di carbonio fino a quasi 4mila metri nell'oscurità più totale?
Non lo so e sinceramente non avrei nemmeno voglia di saperlo.
Osservo però che la tragica vicenda del Titan può essere vista da due angolazioni diverse.
La prima è l'umana compassione per le vite perdute, a prescindere dalle storie personali, a prescindere dal censo e dalla ricchezza. La compassione non dovrebbe mai misurarsi sulla base del conto in banca. La compassione dovrebbe essere tanto più grande quanto esso si avvicina a zero. I migranti e i rifugiati meritano per questo il massimo della compassione e della solidarietà.
Ma anche chi ha avuto per merito, fortuna, discendenza l'occasione di allungare il proprio conto in banca, dovrebbe suscitare una dose di compassione quando muore prematuramente in circostanze drammatiche.
Salvo constatare amaramente che la vita di 5 ricchi turisti vale mille volte di più di quella dei poveri migranti...
La seconda angolazione è quella del cinismo di massa, sia di quel 99% che non può permettersi nemmeno una frazione dei 250mila dollari pagati per scendere a curiosare attorno al relitto del Titanic sia di quelli che pur avendone la possibilità considerano una follia rischiare la vita e la propria fortuna per un'esibizione estrema.
Il mio sentire è un pò diverso, pur avendo elementi di entrambi i punti di vista. Cerco di capire, vorrei riuscire a capire, se le esplorazioni dell'OceanGate avevano un senso scientifico, oltre che a costituire una fonte di business turistico-mediatico. Gli speleologi scendono nelle viscere della terra e rischiano la vita sia per appagare una inclinazione individuale sia per contribuire alla conoscenza scientifica. Quando qualcuno di loro perde la vita nella profondità di una grotta non abbiamo dubbi nell'esprimere ansia e dolore, compassione e rispetto.
Se Jeff Bezos padrone di Amazon si fa sparare in orbita attorno alla Terra non c'è alcun dubbio che non sta compiendo un'impresa scientifica e che non aggiungerà nulla alla conoscenza umana. Nessuno può augurargli di sparire negli abissi siderali ma un eventuale incidente non creerebbe un'onda emotiva di cordoglio sulla Terra.
Credo che i cinque passeggeri del sommergibile Titan, un esploratore britannico, un padre e un figlio di un'importante famiglia imprenditoriale pakistana, un esperto francese di Titanic e l'amministratore delegato di OceanGate, l'azienda americana che gestisce il relitto del Titanic e il Titan stesso, ormai defunti, debbano essere considerati dei turisti d'avanguardia, degli irrefrenabili curiosi.
Ma penso che a nessuno dovrebbe più essere permesso di soddisfare quel genere di curiosità, dopo quanto è successo.
Dal Titanic a Titan, il sommergibile tomba immerso tra incubi e suggestioni
immagine del sommergibile Titan, concessa da OCEANGATE EXPEDITIONS/AFP VIA GE
L'operatore di superficie scosse la testa.
Trasportarci qua fuori in elicottero con questo freddo porco all'una di mattina. Che fretta c'era io non lo so.
Sarebbe a dire che sono tutti morti.
Già.
E tu come lo sai.
Semplice buonsenso.
Western guardò la motovedetta della guardia costiera in lontananza. La sagoma delle luci spezzata dall'increspatura dell'acqua scura. Guardò l'operatore. Buonsenso, disse. Giusto.
The Passenger - Cormac McCarthy, Il Passeggero - 2023 Einaudi editore
i.fan.
Key1: Titan keywords: Titan, Titanic, OceanGate, Disastri, sommergibile,
Date Created: 22/06/2023 19:57:01