180 civili afghani e 12 marines americani saltati in aria mentre cercavano di salire su uno degli ultimi voli da Kabul. La firma della strage annunciata è dell'Isis Khorasan, ma la responsabilità è dei Talebani. Biden conferma il ritiro dall'Afghanistan.
Il quinto discorso di Joe Biden in due settimane da quando Kabul è stata occupata dai Talebani è il più drammatico e doloroso.
Il vecchio Joe deve informare l'America che 13 soldati americani sono stati dilaniati da un attacco terroristico appena fuori dall'aeroporto della capitale afghana.
Saltati in aria assieme ad altre decine di afghani, quasi 200, mentre stavano compiendo l'ultima missione di una guerra durata 20 anni. Chiudere gli ultimi portelloni dei cargo con l'ultimo carico umano da portare via dall'Afghanistan.
La voce del vecchio Joe fa fatica, gli occhi cercano qualcuno che lo incoraggi al di là della telecamera, a trattenere le lacrime. Le parole sono una messa funebre in onore degli eroi caduti, anche quando pronuncia la maledizione contro i terroristi autori della strage: "We will not forgive. We will not forget. We will hunt you down and make you pay".
E' la stessa promessa che Bush fece dopo il crollo delle Twin Towers dell'11 settembre di 20 anni fa. Il rito sacro che chiama la vendetta, dopo la tragedia e l'umiliazione.
Mentre pronuncia il solenne impegno di vendetta Joe Biden sa che molti, anche nel suo partito, vorrebbero sentirgli dire una frase sul "grande ripensamento", l'annuncio che l'America dopo quanto è successo a Kabul ai suoi soldati non se ne andrà dall'Afghanistan. Resterà con un impegno limitato ma preciso: evitare che il paese cada nelle mani dell'ISIS, i tagliagole dati per morti in Siria e Iraq e tragicamente riapparsi a Kabul, sotto l'ombrello dei Talebani.
Molti, in America ma anche in Europa, vorrebbero sentire il vecchio Joe Biden pronunciare la dichiarazione di una nuova guerra, con tutti gli ottimi motivi che le bombe di Kabul gli hanno dato.
Chi fermerà i terroristi dell'ISIS quando l'ultimo marines avrà lasciato l'Afghanistan? Non di certo i Talebani, ammesso che ne abbiano la voglia e la capacità, perchè avranno ben altro da fare in un paese allo sbando.
Chi impedirà all'ISIS di insediarsi su quelle montagne pietrose e trasformarle, pietra dopo pietra, nel loro farneticante Califfato?
Chi gli impedirà di entrare in concorrenza nel grande business del narcotraffico mondiale e da lì mischiarsi alle bande criminali di tutto il mondo per progettare attacchi e stragi nel grande business del terrore?
Mentre parlava, Joe Biden ripensava a queste domande che nei giorni scorsi gli erano riecheggiate decine di volte nelle orecchie.
Ripensaci Joe, gli dicevano, ripensaci.
La strage di Kabul era l'ultimo appello lanciato dai terroristi dell'ISIS Khorasan al Presidente degli Stati Uniti affinchè ripensasse la scelta del ritiro unilaterale.
Anche i terroristi hanno bisogno dei marines USA per coprire le loro gesta criminali.
E' probabile che prima del 31 agosto, quando anche l'ultimo americano lascerà la trappola di Kabul, l'ISIS possa fare un altro "appello" con un'altra strage.
Ma il vecchio Joe è stato chiaro e irremovibile.
Ce ne andremo come previsto, ma "We will respond with force and precision at our time, at the place we choose, and the moment of our choosing", e mentre lo diceva pensava "speriamo".
Malgrado tutto, credo che il vecchio Joe abbia fatto la scelta giusta.
Solo a Hollywood le guerre non finiscono mai.