Il video dell'uccisione di Ramy Elgaml
La verità sulla morte di Ramy Elgaml è evidente, i 3 carabinieri che lo hanno inseguito attraversando Milano lo scorso 24 novembre hanno fatto di tutto per provocare la caduta dello scooter su cui viaggiava il diciannovenne di origine egiziana.
Nel video che ho rimposto da altri video ufficiali si può vedere in modo inequivocabile che il TMAX è stato stretto sul bordo della strada e spinto lateralmente. Lo scooter, senza questa manovra criminale da parte dell'auto dei carabinieri, avrebbe proseguito dritto anzichè tentare una impossibile curva a 90° e a 100 Km orari.
Non bisogna essere esperti di motociclismo per sapere che:
1) gli scooter della categoria TMAX possono raggiungere velocità superiori ai 140 Km/h, hanno un motore di grossa cilindrata che consente accelerazioni notevoli;
2) cercare di bloccare uno scooter del genere su una strada cittadina ad una velocità tra i 100 e i 120 Km/h come quella che aveva raggiunto il TMAX nel rettilineo di via Ripamonti significa creare le premesse certe per un pericoloso incidente;
3) dalle immagini riprese dalle videocamere di sorveglianza si vede chiaramente che il TMAX non effettua alcuna manovra di svolta a sinistra, ma anzi cerca di proseguire sul rettilineo. E' la gazzella dei carabinieri a "stringere" la traiettoria poco prima dell'incrocio con il chiaro intento di far cadere lo scooter. Questa ipotesi è stata confermata anche dai rilievi della polizia municipale, diffusi nelle ultime ore.
4) il TMAX viene spostato lateralmente e finisce la sua corsa contro il palo del semaforo. Se Fares Bouzidi avesse avuto intenzione di svoltare a sinistra, lo scooter si sarebbe piegato su se stesso, fuori controllo per la forza centrifuga, scivolando sulla strada;
5) Il supertestimone a cui i carabinieri hanno imposto di cancellare le riprese video fatte sul cellulare ha confermato l'impatto laterale tra auto e scooter prima dell'incrocio;
In conclusione la morte di Ramy è stata provocata dall'intento dei carabinieri di far cadere lo scooter mentre si trovava ad alta velocità su una strada urbana.
Se si chiede ad un esperto motociclista quale rischio comporta una caduta con uno scooter di grossa cilindrata lanciato ad una velocità di oltre i 100 Km/h su una strada urbana piena di ostacoli, senza dubbio risponderebbe: la morte violenta.
Non restano dubbi sulle responsabilità dei carabinieri nell'aver provocato la morte del giovane Ramy.
Resta da però capire perché lo hanno fatto, perché hanno insistito nel cercare di bloccare i due giovani che non si erano fermati al posto di blocco, perché si sono accaniti nell'inseguimento (avrebbero potuto rilevare la targa e arrestarli in secondo momento).
E inoltre c'è da appurare se il metodo di "speronare" uno scooter in fuga sia una disposizione tecnica di ordinaria amministrazione o se sia una prassi consolidata e tollerata dai vertici dell'Arma.
Negare le evidenze sul comportamento criminale dei 3 carabinieri è un indiretto incitamento alla rabbia e alla vendetta.
La morte di Ramy Elgaml non merita "vendetta" ma giustizia e civiltà
Perché è stato ucciso Ramy Elgaml?
Perché i carabinieri non si sono preoccupati dei rischi mortali del loro inseguimento? Perché hanno fatto di tutto per acciuffare i due giovani fuggitivi, mettendone a rischio la vita? E' stato un "eccesso di zelo" oppure è un comportamento normale, basato su disposizioni dall'alto e su interpretazioni di direttive? oppure su interpretazioni di natura socio-politica, come la richiesta di maggiore sicurezza da parte dell'opinione pubblica e la situazione di violenza e criminalità di una metropoli sempre più ingovernabile come Milano?
E' impressionante notare la reazione sui social dopo le prove schiaccianti della responsabilità dei carabinieri sulla morte di Ramy.
Tralasciando quelle di chiara marca razzista, una serie di considerazioni dimostrano come ormai si sia scavato un abisso dentro la società e nella coscienza civile delle persone.
La morte di Ramy viene liquidata con "se la sono cercata", "se non ti fermi ad un posto di blocco devi aspettarti che ti inseguano ...", "i carabinieri hanno fatto solo il loro dovere, ma per questo saranno incolpati"
Per una gran parte dell'opinione pubblica è assolutamente normale che un presunto delinquente debba essere possa andare incontro alla morte pur di essere arrestato.
L'arresto di una persona non è più il primo passo per l'accertamento delle colpe e il successivo processo che dovrà verificarle e nel caso emettere la sentenza.
Nella cultura giuridica comune, diffusa senza scrupoli da parte anche di forze politiche parlamentari, c'è il processo sommario, e si giustifica l'esecuzione sommaria, se i presunti responsabili sono immigrati o italiani figli di immigrati.
A scanso di equivoci, anch'io credo che Ramy e il suo amico fossero dediti a piccoli furti e comportamenti illegali. Anch'io come tanti sono stato derubato o minacciato nel corso della mia vita, ma non per questo ho mai pensato che l'arresto del delinquente o del violento potesse essere perseguito anche al prezzo della morte.
E in modo del tutto speculare, e senza attenuanti, ritengo che la vita di Ramy non debba essere vendicata con atti di violenza di chicchessia. Un conto è la rabbia, profonda e spontanea per la morte di un giovane coetraneo, un conto è l'esercizio della violenza come vendetta.
L'unica giustizia possibile, come del resto ha dichiarato il padre di Ramy, è quella che mira ad accertare le responsabilità e a perseguire i colpevoli.
E anche a denunciare chi contribuisce a scavare un abisso dove seppellire la coscienza civile della società.
Gli scontri di Roma avvenuti durante una manifestazione "per vendicare Ramy" di poche centinaia di giovani sono stati ampiamente strumentalizzati da parte di Giorgia Meloni, di Salvini e del ministro Piantedosi.
L'enfasi posta dai politici di governo su queste violenze, comunque inaccettabili, serve solo a distogliere l'attenzione dalle responsabilità dell'Arma dei Carabinieri nella morte del giovane Ramy.
La strumentalizzazione della morte di Ramy da parte di chi vorrebbe "vendicarlo" si alimenta anche con le omissioni, omertà, irresponsabilità di chi dovrebbe tutelare l'ordine senza cercare esecuzioni sommarie.
Altrettanto grave e inaccettabile è la strumentalizzazione da parte di Giorgia Meloni, Salvini e Piantedosi di episodi marginali di rabbia e ignoranza giovanile. I rappresentanti della politica ingigantiscono l'azione di alcune centinaia di manifestanti per distogliere l'opinione pubblica da quanto sta emergendo dalle inchieste sul comportamento dei carabinieri.
Chi cerca la verità e la giustizia per la morte di Ramy Elgaml viene indirettamente associato ai violenti che manifestano contro le forze dell'ordine che difendono la sicurezza dei cittadini.
Una manovra odiosa e irresponsabile, un modo cinico di creare un clima di violenze e vendette.
i.fan.
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Date Created: 13/01/2025 14:20:39