Quando i notiziari hanno iniziato a trasmettere le dichiarazioni di Roberto Cingolani sul prossimo vertiginoso aumento delle bollette di luce e gas, molti hanno pensato alla solita ennesima uscita provocatoria del ministro della Transizione Ecologica.
Il Talebano Cingolani lo aveva promesso in piena estate : "la transizione ecologica non è gratis, fuori i soldi, please!". Si riferiva soprattutto ai costi economici e politici della sua scelta preferita, le centrali nucleari, di cui l'Italia doveva favorire l'installazione massiva.
Ieri lo ha ribadito, per chi si fosse perso la puntata precedente, "Lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20%, il prossimo trimestre aumenta del 40%".
E mentre pronunciava questa orribile profezia con aria grave e seriosa, gli occhi tradivano una sottile soddisfazione. Ve lo avevo detto, se non volete le nuove centrali nucleari beccatevi l'aumento delle bollette del 40%. E questo è solo l'inizio, perché dopo arriverà l'inflazione a doppia cifra.
Le cronache non hanno raccontato quello che è successo pochi minuti dopo il lancio delle agenzie. Una telefonata di Mario Draghi al suo ministro Cingolani, dai toni minacciosi e rivelatori.
- Ma cosa ti sei messo in testa!? Vuoi metterci contro tutta l'Italia? vuoi far scoprire il nostro piano proprio adesso che si cominciava a raccoglierne i primi risultati? Ti avevo già detto di tenere la bocca chiusa, l'inflazione si fa ma non si dice -
Draghi ha chiuso la telefonata con Cingolani senza nemmeno ascoltare la sua replica e ha subito chiamato gli sherpa di governo, raccomandandogli di diffondere messaggi più tranquillizzanti per rimediare allo scivolone.
L'aumento della bolletta della luce è causata dall'aumento dei prezzi delle materie prime (gas, petrolio) e del mercato della CO2 (??) ma niente paura perché il governo trasferirà "alla fiscalità generale" (cioè sulle tasse) gli aumenti oltre una certa quota. Cioè il gioco antico delle tre carte, sposto un aumento da una tasca all'altra, in modo che nessuno se ne accorga subito.
Ma la vera notizia dietro le dichiarazioni del provocatore professionale che dovrebbe occuparsi di transizione ecologica è che Mario Draghi è ben contento che l'inflazione abbia ripreso a galoppare, dalle bollette domestiche alla frutta e verdura sui banchi del mercato.
L'aumento dell'inflazione è sempre stato un obiettivo importante delle strategie di politica monetaria di Mario Draghi, e ora che finalmente è arrivata non vuole che qualcuno la dipinga come un accidente mostruoso di cui avere paura.
Perché Mario Draghi è sempre stato convinto che l'Inflazione è buona e necessaria.
Chi pensa che stia esagerando può andarsi a rileggere un discorso che Mario Draghi fece cinque anni fa, quando era ancora il boss della Banca Centrale Europea (BCE)
Intervento di Mario Draghi, Presidente della BCE, alle celebrazioni per il bicentenario della Oesterreichische Nationalbank,Vienna, 2 giugno 2016
"... un’inflazione moderatamente positiva agevola l’aggiustamento dei prezzi relativi ... In tale contesto, al calare della domanda, un’inflazione al 2% permette ai salari reali di essere corretti al ribasso anche se i salari nominali non diminuiscono ...
Draghi crede nel benefico effetto di un'inflazione che abbassa i salari reali e consentirebbe di salvaguardare l'obiettivo di un maggior tasso di occupazione, facendo finta di non sapere che i salari reali nel mondo globalizzato sono schiacciati e governati dalla precarietà del lavoro e dalla robotizzazione, anziché dall'inflazione.
" ... Un obiettivo di inflazione del 2% significa che i paesi meno competitivi possono abbassare i costi e i prezzi rispetto alla media dell’area, recuperando così competitività senza conseguenze destabilizzanti.
..."
... sarebbe particolarmente onerosa qualsiasi percezione che la banca centrale possa tollerare scostamenti persistenti verso il basso rispetto all’inflazione perseguita."
Dopo anni di tassi d'interesse negativi e trilioni di euro stampati per immettere moneta fasulla nell'economia, il sogno di Draghi di generare inflazione si sta materializzando.
Un tasso di inflazione reale elevato consente di ridurre il peso di chi è indebitato, gli Stati nazionali (l'Italia ormai veleggia verso un rapporto debito / PIL del 200%), le imprese, le banche, e i consumatori che hanno allegramente acquistato tutto a debito negli ultimi anni, dalla casa al televisore. E i banchieri hanno sempre coltivato l'illusione che l'incendio dell'inflazione, una volta appiccato, possa essere controllato senza eccessiva fatica. La storia li ha sempre smentiti, ma loro perseguono con la bugia.
Il contraltare è una svalutazione dei risparmi e soprattutto dei redditi fissi, pensionati e lavoratori, di chi subisce l'erosione del potere d'acquisto quando fa la spesa al mercato o paga le bollette delle utenze domestiche.
Proprio quelle che stanno dando il via ai fuochi d'artificio dell'inflazione galoppante. L'inflazione che piace a Draghi e ai banchieri, ma che i politici devono far finta di esecrare dichiarandosi preoccupati.
Nella doppia veste di potente banchiere prestato alla politica per salvarla dal populismo, Mario Draghi deve barcamenarsi senza che nessuno si accorga troppo delle sue reali opinioni e intenzioni.
Ma le associazioni dei consumatori, dei pensionati e qualche residuo sindacalista sono sul piede di guerra, allarmati dalla "stangata d'autunno" che porterà costi alle famiglie fino a 1500 euro all'anno.
Per questo Draghi si è arrabbiato con Roberto Cingolani dopo l'allarme nazionale causato dalle sue dichiarazioni sull'aumento del 40% della bolletta elettrica e del gas.
I banchieri le cose le fanno poi, se gli conviene, le dicono.