Mentre la sua proposta di tregua (o cessate il fuoco?) veniva irrisa da tutto il mondo, Vladimir Putin si faceva riprendere nella cappella annessa al Cremlino mentre due sacerdoti celebravano i riti del Natale ortodosso.
Putin è in piedi, solo, si fa il segno della croce, poi accende una candela. Il solito volto triste e cattivo, appare ancora più stanco e insofferente alle cose terrene.
La proposta di una tregua unilaterale ha scatenato irrisione e sospetti, e anche tra i suoi seguaci fedelissimi si è aperta la discussione sulla terminologia più adatta.
Le tregue in genere vengono proposte da chi sta perdendo una guerra o una battaglia, mentre il "cessate il fuoco" viene concesso alla parte perdente da chi sta vincendo.
Tutto il mondo ha usato la parola tregua per descrivere la mossa di Putin, perché tutti ormai sono convinti che nella guerra scatenata contro l'Ucraina la Russia sia destinata alla sconfitta.
Era evidente già a marzo del 2022, lo é ancor più adesso dopo 320 giorni di resistenza ucraina ai massacri e ai crimini delle truppe di Putin.
Ogni mossa di Putin si è trasformata in un boomerang.
I crimini di Bucha, l'ffensiva fallita in estate, i referendum farsa per annettere alla Federazione Russa i territori occupati si sono risolti con la perdita di Kherson e di larga parte delle terre invase nel Donbass.
La "mobilitazione" di 300mila cittadini russi per riempire i vuoti lasciati dai morti in battaglia si è infranta con l'attacco di Makiivka con 400 morti e la ridicola giustificazione dei vertici militari russi secondo i quali i soldati non avevano rispettato le regole usando i cellulari per chiamare le famiglie troppo ansiose.
La morte dei militari russi a Makiivka ha suscitato pesanti critiche online in Russia nei confronti dell'alto comando dell'esercito, anche da parte di commentatori a favore della guerra e nazionalisti.
Ci sono state segnalazioni secondo cui i soldati erano acquartierati vicino a un deposito di munizioni che è esploso durante l'attacco e che alcuni erano stati in grado di usare i loro telefoni cellulari russi, rivelando la loro posizione alle forze ucraine.
"Quali conclusioni si trarranno? Chi sarà punito?" Mikhail Matveyev, un membro del parlamento russo in rappresentanza di Samara, ha scritto sui social media.
Come se non bastasse, circola la notizia che Putin si appresterebbe a firmare un altro decreto di "mobilitazione" per altri 500mila cittadini da inviare al fronte ucraino.
Se la notizia è vera sarebbe la prova definitiva della caotica follia che aleggia sul Cremlino, incapace di ascoltare anche le voci dei suoi sostenitori trasformandole in critiche corrosive.
Putin è sempre più solo, anche se non isolato, perché lui stesso preferisce recitare un tragico copione piuttosto che riconoscere gli errori strategici commessi.
Putin è alla penultima tappa della sua criminale missione. Prevede il coinvolgimento della Bielorussia in un massiccio attacco a Kyiv, con il conseguente rischio di un allargamento della guerra ad un "alleato" che giustificherebbe anche l'eventuale risposta bellica di paesi del blocco NATO (Polonia o Lituania).
Scrive Leonid Gozman su The Moscow Times:
... Poiché l'Ucraina non potrà mai accettare la richiesta della Russia di cessare di esistere come Stato, la guerra non può essere conclusa firmando un trattato di pace.
Questa guerra può essere seguita dalla pace solo se si conclude con la completa sconfitta militare e politica della Russia di Putin e lo smantellamento dell'attuale regime. Lo Stato di Putin deve cessare di esistere: non la Russia, ma lo stato attuale, ostile al mondo intero, incluso se stesso. Qualsiasi altro risultato si tradurrebbe solo in un cessate il fuoco temporaneo ...
Proprio come alla fine della seconda guerra mondiale, i colloqui di pace sono necessari e importanti: ma solo per quanto riguarda la capitolazione della Russia. Inoltre, all'uomo che incarna il regime non può essere permesso di firmare alcun accordo, anche se lo volesse: ha le mani troppo sporche di sangue. Nel 1945, il feldmaresciallo Wilhelm Keitel firmò il documento di resa della Germania alle forze sovietiche a Berlino.
Chi può essere il nostro Keitel oggi? Chiunque della cerchia ristretta del leader lo farebbe, penso. Non è richiesta alcuna occupazione per questo: nel 1918, la Germania ha firmato tutti i trattati che le è stato detto di firmare, anche se nessun soldato nemico ha messo mai piede sul suo territorio.
Gli alleati di Putin lo faranno quando sarà assolutamente chiaro che la guerra è stata persa, che la linea del fronte è sull'orlo del collasso, che hanno esaurito le risorse e che l'economia è in caduta libera.
...
A quasi un anno dall'inizio dell'invasione Putin è solo, sempre più solo, perché ha costruito un sistema di potere basato sulla solitudine del comando, come in genere fanno i dittatori più biechi.
Ha trasformato la Russia da una "democrazia molto imperfetta" in una "dittatura poco mascherata".
Durante tutto il 2022, dopo l'invasione dell'Ucraina, ha stretto le maglie della repressione, perseguitando le voci critiche, oltre il limite della convenienza, sempre pensando che la guerra sarebbe finita presto e che la sua vittoria sarebbe servita a rinsaldare il potere facendo dimenticare l'affossamento delle istanze di libertà.
Il calcolo si sta rivelando ampiamente errato sul fronte ucraino, dove nemmeno i massicci e brutali bombardamenti delle infrastrutture civili e delle fonti di energia sono riusciti a piegare la resistenza delle truppe di Zelensky.
La lunga guerra di logoramento in cui si è impantanato l'esercito di Surovikin, di cui la battaglia per Bakhmut è diventata il simbolo,
mette in crisi anche il fronte interno russo, dove si potrebbe cementare contro Putin una strana alleanza tra i fanatici militaristi che invocano un cambio ai vertici e una parte di opinione pubblica stanca delle ristrettezze economiche e dei lutti crescenti.
Dentro la Russia sono in molti ad averne abbastanza dopo un anno di guerra atroce, folle, inutile.
Molti sono disillusi e stanno iniziando a capire che il prezzo da pagare per realizzare il sogno imperiale della Grande Russia è troppo alto, misurato in vite umane e in sacrifici economici.
L'unico che ancora non si è stancato dei propri crimini è Vladimir Putin, incapace di uscire dal vicolo cieco in cui si è cacciato e in cui ha trascinato la Russia.
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i.fan.
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Date Created: 08/01/2023 08:06:18