aggiornamento 27 dicembre 2022
Putin e Lukashenko "hanno messo i puntini" per attaccare l'Ucraina
La pioggia di missili e droni kamikaze iraniani scatenata da Putin contro l'Ucraina dopo l'esplosione del Ponte Kerch in Crimea sta per finire.
Lo annuncia lo stesso Mostro Putin precisando che gli attacchi criminali contro la popolazione e le infrastrutture civili si fermeranno per qualche giorno, pronti a riprendere in caso di "necessità".
Il linguaggio del boss russo e dei suoi maggiordomi è come al solito vago e nauseabondo, e quindi non è dato sapere quali siano i motivi della sospensione temporanea degli attacchi missilistici.
Le ipotesi più plausibili sono tre:
1) la Russia ha finito, o sta finendo, le scorte di "missili da macello", quelli ad alta precisione e lunga gittata. La produzione di nuovi vettori non è facile da accelerare, a causa anche delle sanzioni di materiale tecnologico necessario alla produzione delle armi. Quindi è meglio preservarli per altre future necessità (criminali).
2) il lancio terroristico di missili contro le città ucraine rompe il tacito patto tra Russia e NATO (Joe Biden) secondo il quale i russi si sarebbero dovuti "limitare" nelle efferatezze contro la popolazione civile per non provocare la reazione umanitaria dell'Alleanza Atlantica. Gli attacchi missilistici degli ultimi giorni violano la tacita linea rossa al punto da giustificare un "intervento umanitario" della NATO ovvero un tipo di escalation convenzionale (non nucleare) a cui Putin non intende sottoporsi.
3) Finita la fase di distruzione di massa delle infrastrutture ucraine (circa il 30% secondo alcuni analisti), la Russia si appresta a scatenare una nuova fase dell'invasione con truppe di terra, puntando direttamente ad occupare la capitale Kyiv, costringendo Zelensky a distogliere una parte delle truppe impegnate nel Donbass per difendere la capitale.
L'attacco a Kyiv verrebbe sferrato dal confine della Bielorussia, coinvolgendo direttamente l'esercito del vassallo Lukashenko.
I segnali di un coinvolgimento di Minsk nella guerra contro l'Ucraina si moltiplicano di ora in ora. I vertici del regime di Lukashenko hanno diffuso la voce che sarebbero in corso preparativi di un attacco terroristico - ovviamente da parte ucraina - e perciò hanno avviato la mobilitazione dell'esercito "assieme a truppe provenienti dalla Russia".
Tradotto: Putin ha dato ordine al vassallo Lukashenko di invadere l'Ucraina dal Nord con un'azione concertata Russia - Bielorussia, puntando direttamente a Kyiv da dove erano stati cacciati alla fine di marzo scorso. Il pretesto (inventato) potrebbe essere quello di "prevenire" un'azione terroristica ucraina.
Lo stesso Putin ha avvalorato questa ipotesi affermando che è necessario "ripetere l'operazione del febbraio scorso per costringere Zelensky a sedersi al tavolo delle trattative".
Questa volta Putin sarà spalleggiato direttamente da Lukashenko, il quale non può rifiutarsi di obbedire ad un ordine del suo boss.
In passato aveva evitato di intervenire direttamente nell'invasione dell'Ucraina, a causa di un'opinione pubblica più ostile alla guerra rispetto a quella russa, e alla vicinanza con paesi "sensibili" come la Polonia.
Ma Mostro Putin ha un bisogno disperato delle truppe bielorusse per alleggerire o far dimenticare le sconfitte nel Donbass e la situazione critica a Kherson. Inoltre i giovani russi mandati al macello con la "mobilitazione forzata" muoiono o scappano senza combattere, non hanno alcun addestramento e nessuna voglia di morire per lo Zar.
Il quale quindi è costretto a "prendere in prestito" l'esercito del fidato Lukashenko.
L'invasione del Nord Ucraina con il coinvolgimento dell'esercito della Bielorussia è ovviamente una sfida diretta alla NATO.
Se la guerra si allarga ad un paese amico della Russia, altrettanto potrà accadere, ed essere giustificato, con un coinvolgimento "meno indiretto" della NATO a difesa dell'Ucraina.
Come direbbe Joe Biden: "Putin sta di nuovo sbagliando i calcoli"
i.fan.
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Date Created: 14/10/2022 21:45:05