Vladimir Putin sa che questo 9 maggio 2022, quando parlerà nella Piazza Rossa di Mosca, avrà tutto il mondo ad ascoltarlo, a scrutarlo, a soppesare ogni parola in cerca di minacce o di clamorosi ripensamenti.
E' la situazione che più gradisce, lui al centro e tutti a pendere dalle sue labbra, come quando detta ordini ai suoi apparati.
Per mesi Putin ha fatto questa sceneggiata con i leader europei, Macron in testa, che gli chiedevano cosa intendesse fare con tutti quei soldati ammassati ai confini dell'Ucraina, con carri armati, blindati e lanciamissili.
E lui, con voce mite ripeteva che erano lì per "esercitarsi", normali attività che tutti gli eserciti del mondo periodicamente svolgono.
Ma perché proprio al confine dell'Ucraina? e perché così tanti, più di centomila? e perché con tutti quei rifornimenti come se dovessero partire per un campeggio di tre mesi?
Esercitazioni, esercitazioni, esercitazioni.
Fino al 24 febbraio, quando l'esercitazione si è trasformata in operazione militare speciale.
Morale della favola, chi cerca di trovare nelle parole di Putin tracce utili per capire l'evolversi della situazione compie uno sforzo inutile.
Putin non dice mai la verità, preferisce farla scoprire con i fatti, dopo averla mascherata con le bugie.
Il tono moderato, quasi penoso e pensoso, che Putin ha sfoggiato nel Giorno della Vittoria sulla piazza Rossa, potrebbe essere l'ennesima sceneggiata.
Voi vi aspettate la dichiarazione di Guerra Totale e io rendo onore ai veterani americani della Seconda Guerra Mondiale.
Voi credete che io minaccio una escalation nucleare e io vi indico la strada per l'equilibrio pacifico mondiale.
...In questi giorni, i militari stanno combattendo per la nostra gente nel Donbass. Il nostro dovere è conservare la memoria di coloro che hanno fatto in modo che l'orrore di una guerra globale non si ripetesse, quindi la Russia è sempre stata per un sistema di pari sicurezza.
"... Lo abbiamo proposto alla NATO, ma non ci hanno ascoltato. Si stavano preparando apertamente per un'operazione punitiva nel Donbass, un'invasione della Crimea, a Kiev hanno parlato della creazione di armi nucleari. Tutto indicava che uno scontro con i nazisti e Bandera sarebbe stato inevitabile e la Russia respingeva preventivamente l'aggressione."
Io sono pacifico ma la NATO ha cercato di attaccarci e perciò sono stato costretto ad "un'azione preventiva" contro Kyiv. La Russia ha sconfitto il nazismo e non permetterà ai nazisti ucraini di uccidere altri russi nel Donbass.
" ... siamo diversi, non rinunceremo mai alla fede e ai valori tradizionali. Oggi, la milizia del Donbass e i soldati dell'esercito russo stanno combattendo nella loro stessa terra, dove i combattenti di Monomakh e i soldati di Suvorov hanno sconfitto il nemico. Chiniamo il capo davanti alla memoria dei martiri della Casa dei Sindacati di Odessa, degli anziani, delle donne e dei bambini morti per i colpi barbarici del neonazismo. La morte di ogni soldato è un dolore per tutti noi, sosterremo i figli delle vittime. Gloria alle nostre forze armate. Per la Russia. Per la vittoria. Evviva. "
Macron dopo aver ascoltato il discorso di Putin si è affrettato a manifestare il suo entusiasmo.
Una trattativa Russia - Ucraina non deve umiliare Putin ha sentenziato il telefonista francese, come se sotto le macerie di Bucha o di Mariupol ci fosse finito qualche parente o amico del despota russo.
Macron è quello che prima dell'inizio dell'invasione concludeva le sue lunghe telefonate (e tavolate) con Putin professando ottimismo, tranne ricredersi subito dopo.
Ma questa volta forse Macron ha ragione, potrebbero esserci le condizioni per una ripresa dei negoziati su basi diverse da quelle del passato.
Non perché Putin sia diventato improvvisamente buono ma per effetto di tre considerazioni evidenti:
1) L'esercito di Putin non ha la capacità di volgere la guerra a suo favore. L'invasione è diventata una guerra di posizione, di attrito. Devastazione di villaggi e città, crimini e danni economici incalcolabili ma senza prevalere sulla resistenza ucraina. Anche l'obiettivo di conquistare tutto il Donbass e il sud fino a Odessa sembra diventato impossibile da raggiungere.
2) Gli amici intimi di Putin come Lukashenko iniziano a manifestare dubbi e a defilarsi. La Cina parla contro gli USA e la NATO ma pensa più a Taiwan e alle conseguenze sull'economia cinese di una recessione in Europa e in America causata dai prezzi dell'energia e del cibo.
La forza militare dei russi si è rivelata un bluff e molti paesi che intrattenevano relazioni di affari e militari con la Russia, come ad esempio l'India, stanno pensando di aver commesso un errore.
3) L'opinione pubblica in Russia inizia ad avere qualche dubbio. Chi poteva fuggire all'estero lo ha già fatto e può manifestare apertamente la propria opinione contraria al regime. Circa 4 milioni di russi, professionisti, tecnici, informatici, artisti, hanno lasciato il paese. Ciascuno di loro ha in Russia un parente o un amico con cui è rimasto in contatto e al quale può raccontare quelle verità che in Russia sono negate o censurate. Un gigantesco passa parola che inizia a sentirsi anche nelle stanze del Cremlino.
Putin è più debole e isolato di due mesi fa, grazie alla strenua resistenza di Zelensky e del popolo ucraino.
E' bene che Macron lo abbia ben chiaro, perchè spesso sembra dimenticarlo.
E' giusto ricordarsi che in un negoziato nessuno deve essere umiliato. Cento anni dopo il Trattato di Versailles è una evidente banale verità.
Ma dovrebbe essere altrettanto ben chiaro ed evidente che oggi gli unici ad essere umiliati, violentati, bombardati, torturati, sfollati, affamati, devastati sono gli ucraini e non i russi.
Perché Macron precorre i tempi e si preoccupa (oggi) di "non umiliare" Putin?
Vuole riequilibrare l'atteggiamento duro e chiuso della NATO che per bocca di Stoltenberg ha escluso che l'Ucraina possa rinunciare alla Crimea, 24 ore dopo che Zelensky si era invece dichiarato disponibile a rinunciare alla penisola?
Chi comanda a Kyiv, Zelensky o la NATO, ovvero Biden? musica per le orecchie dei filoputiniani? oppure, come sembra più probabile, Zelensky cerca solo di guadagnare tempo e di tenersi alla larga dai conflitti sotterranei che coinvolgono i governi euro-atlantici.
La guerra è già durata tanto, i lutti e le distruzioni sono oltre l'immaginabile. Adoperarsi affinchè finisca presto anzi subito è un dovere morale, e se la fine dell'invasione in Ucraina coincidesse con il risveglio della Russia dalle tenebre del regime di Putin sarebbe bello e giusto.
Senza che nessuno si senta umiliato.
Cala la notte su Mosca e sulla parata militare. Il cielo sul Cremlino si illumina di effetti pirotecnici.
Mentre su Odessa si scatena una pioggia di missili ...