Matteo Renzi e Giuseppe Conte da molti mesi procedono in direzioni opposte, l'uno contro l'altro armati, lungo una strada stretta dove può passare uno solo dei due.
Entrambi sono convinti che:
1) Sarà l'altro a cedere, all'ultimo secondo utile prima del crash;
2) Nel caso in cui l'urto fosse inevitabile, entrambi pensano che sarà l'altro a farsi più male, o a uscirne distrutto.
In situazioni simili i manuali di teoria dei giochi consigliano una strategia di collaborazione per cercare di minimizzare i danni reciproci anzichè tentare di accoppare l'avversario.
C'è qualcosa di strano nell'intera vicenda.
Sarebbe stato logico e plausibile aspettarsi che l'attacco a Giuseppe Conte lo avessero condotto i Dem di Zingaretti, per rafforzare le posizioni, spingendo e ottenendo un rimpasto di governo, qualche ministro in più, dopo i risultati delle ultime elezioni regionali.
La logica vorrebbe che Matteo Renzi con l'ectoplasma della sua ex corrente traghettata in Italia Viva se ne stesse buono a giocare di sponda, accontentandosi del tanto che già gliene viene dallo stare nella maggioranza di governo. In caso di voto anticipato Renzi rischia di scomparire dal Parlamento se non si aggrappa a qualcuno.
Quando Renzi ha iniziato ad abbaiare un paio di mesi fa, eravamo tutti convinti che non avrebbe azzannato nessuno. Che le critiche al Recovery Plan e alla cabina di regia fossero solo un modo per avere qualche posto in più, facendo pesare la rendita di posizione.
Adesso invece quasi tutti scommettono sulla crisi e sulla fine del governo Conte-2 dopo l'Epifania.
1) Renzi farà dimettere i suoi ? e 2) anche Conte sarà costretto a dimettersi?
Prima domanda, sì, è sicuro che Renzi farà dimettere le due ministre di I.V. e il seguito di portaborse. Quando prende una decisione, il bullo di Rignano la percorre fino in fondo, incurante degli altrui consigli. Gli italiani hanno provato, con successo, a fargli cambiare idea nel 2016, ma il ravvedimento è durato poco.
Seconda domanda, in teoria no. Dipende da come evolverà la situazione in Parlamento.
Se il gruppo dei 18 senatori di Renzi sarà rimpiazzato da almeno una decina di "responsabili" provenienti da altri canali, Giuseppe Conte potrebbe fare un veloce passaggio al Quirinale per ottenere da Mattarella il via libera al rimpasto di governo con altri soggetti.
Una mini-crisi, che vedrebbe Renzi soccombere per sua stessa mano e il vincitore Giuseppe Conte si assicurerebbe altri mesi di navigazione tranquilla.
Renzi vince solo nel caso in cui Conte non riesce a fare il Ter e, dopo nuove consultazioni, dovesse prendere forma un governo di unità nazionale", magari con le terribili sembianze di Mario Draghi. Più facile a dirsi che a farsi, e anche in quest'ultimo caso il Matteo toscano avrebbe un peso ancora più marginale. Oppure un nuovo governo giallorosso a guida PD e comunque senza Conte.
Se si dovesse invece andare ad elezioni anticipate, l'ex avvocato Giuseppi sarebbe il protagonista di un listone variegato e multiforme, un pò ex DC, molti 5Stelle, molti senza-partito.
Renzi invece sarebbe costretto al vitalizio degli ex senatori.
In tutti questi scenari sembrano essere assenti i problemi enormi dell'Italia in Lockdown, nel pieno della seconda ondata di COVID-19, la disoccupazione, la crisi di migliaia di piccoli imprenditori e commercianti e con l'incubo della scadenza dei termini per presentare i progetti del Recovery Plan, condizione necessaria per sperare di avere gran parte dei 209 miliardi di euro di Next Generation EU.
Immaginatevi una crisi di governo che, comunque vada, consegni l'Italia ad una nuova maggioranza che non può più far conto sul Recovery Fund. Quanti forconi si radunerebbero a Piazza Montecitorio? a cominciare da quello di Sergio Mattarella che pochi giorni fa ammoniva : "Questo è tempo di costruttori. I prossimi mesi rappresentano un passaggio decisivo per uscire dall’emergenza e per porre le basi di una stagione nuova. Non sono ammesse distrazioni. Non si deve perdere tempo. Non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte"
Con quale faccia Matteo Renzi andrebbe in giro a vantarsi di aver fatto cadere Giuseppe Conte?
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RECOVERY FUND CON MES, GIUSEPPE CONTE LASCIA O RADDOPPIA
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E quanti degli attuali amici del bullo toscano lo saluterebbero ancora?
Le cronache raccontano di un notevole via vai a casa del condannato Verdini, snodo di amicizie comuni a Matteo renzi, Matteo salvini, Silvio Berlusconi e altri faccendieri.
Si è detto che il via vai fosse finalizzato alla formazione di un nuovo schieramento che nell'attuale Parlamento potesse esprimere una maggioranza di governo alternativa ai giallo-rossi. In pratica il Centro-Destra di Salvini, Meloni, Berlusconi più Italia Viva di Renzi.
Mah! secondo me si sono visti per parlare di affari, del conto da presentare a Conte per accordarsi sulla "cabina di regia" e sulla lottizzazione del Recovery Plan.
Chi gestirà quei soldi avrà le chiavi del potere per i prossimi 5 anni.
Se Matteo Renzi, quando era primo ministro, avesse avuto la metà della metà del Recovery Fund, forse sarebbe ancora al suo posto.
Ecco perché ora minaccia di far cadere Conte. Lo fa in nome e nell'interesse del fronte affaristico-finanziario trasversale e nazionale che punta a gestire la montagna di soldi che la BCE si appresta a stampare per la Next Generation.
Un fronte da trasformare in blocco sociale e nuova maggioranza politica. Se solo riuscisse a superare l'ostacolo. Quale? La faccia di Renzi, ovviamente.
Post Scriptum
Tra i motivi di scontro con Giuseppe Conte individuati da Matteo Renzi c'è anche la richiesta di rinunciare alla delega sui servizi segreti, assegnandola a soggetti / partiti diversi come da prassi istituzionale consolidata. Una richiesta giusta e sacrosanta, si direbbe. Ma viene da un pulpito / pretendente sbagliato.
Matteo Renzi è quello che nel gennaio 2016 si accorse della scomparsa di Giulio Regeni solo leggendo i giornali la mattina del 31, quasi una settimana dopo che i servizi segreti egiziani avevano sequestrato il giovane e dopo giorni di sevizie e torture.
Matteo Renzi Presidente del Consiglio aveva il controllo dei servizi di informazione italiani, che già dal 26 gennaio avevano indicato i possibili responsabili della scomparsa di Giulio, informandone l'ambasciatore italiano al Cairo, Massari, il ministero degli Esteri, Gentiloni, e il consigliere della Presidenza del Consiglio (cioè Renzi), Armando Varricchio.
Matteo Renzi non fece l'unica cosa che avrebbe potuto salvare Giulio Regeni: prendere il telefono, chiamare il suo amico Al Sisi e dirgli di smetterla di torturare il giovane ricercatore italiano.
https://www.menoopiu.it/blog/giulio-regeni-poteva-essere-salvato/
La delega a Renzi sui servizi segreti ???!!!
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Date Created: 02/01/2021 20:41:41