Meloni rispondi, se l'Egitto di Al Sisi è sicuro, chi ha ucciso Giulio Regeni?
Il 18 ottobre la sezione immigrazione del tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento dei migranti all'interno del centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader in Albania.
Il provvedimento era stato disposto per i 12 stranieri dalla questura di Roma il 17 ottobre scorso, i quali fanno parte dei 16 migranti (dieci provenienti dal Bangladesh e 6 dall'Egitto) trasportati in Albania al Cpr di Gjader dalla nave Libra della Marina militare italiana.
Nonostante fossero appena in 16, nessuno dei zelanti funzionari incaricati dalla propaganda meloniana di spedire i migranti ad inaugurare il centro di "smistamento" in Albania si era accorto che 2 erano minorenni e altri 2 gravemente malati.
Quando Giorgia Meloni, che nel frattempo era andata a farsi propaganda in Libano, ha saputo della decisione dei magistrati di Roma è andata su tutte le furie, dicendo brutte cose sui partiti di opposizione e sulla magistratura. Alla fine comunque ha promesso che ci penserà lei a sistemare le cose dopo la figuraccia internazionale.
Come sistemerà le cose Giorgia Meloni? Con un semplice schiocco di dita trasformerà i paesi da cui provenivano i migranti rispediti in Italia, Egitto e Bangladesh (ma se ne possono aggiungere a iosa, basta essere amici di Giorgia), in Paesi SICURI, in modo che nessun magistrato possa obiettare considerandoli in fuga da paesi PERICOLOSI.
In particolare l'Egitto, il cui boss Al Sisi si è fatto ritrarre anche con Giorgia Meloni, come altri capi di governo italiani avevano fatto in precedenza, nonostante l'omicidio di Giulio Regeni e la detenzione illegale di Patrick Zaki.
Con un decreto ad hoc l'Egitto sarà definito Paese sicuro e chi parte dal quel paese sicuro non potrà avvalersi della protezione internazionale riservata ai rifugiati politici o a chi migra da nazioni con regimi autoritari e sanguinosi o con gravi crisi sociali ed economiche.
Il decreto che il governo Meloni si accinge a varare pur di aggirare i pregiudizi antigovernativi dei magistrati e delle opposizioni sarà ricordato negli annali delle bugie.
Per capire se l'Egitto può essere definito "paese sicuro" è sufficiente visitare i siti degli organismi internazionali che, sulla base di verifiche e opinioni indipendenti assegnano un ranking di "libertà", di "sicurezza" e "rispetto dei diritti umani" di ciascun paese del mondo.
Tra questi organismi c'è Freedom House che da anni "lavora per difendere i diritti umani e promuovere il cambiamento democratico, concentrandosi sui diritti politici e sulle libertà civili. Agiamo come catalizzatori per la libertà attraverso una combinazione di analisi, advocacy e azione".
Basta dare uno sguardo alla "classifica" dei paesi per rendersi conto di quale sia il giudizio sull'Egitto che viene sinteticamente definito "Paese non libero", e quindi non sicuro per chi non ha le stesse idee di Al Sisi.
All'Egitto è stato assegnato un ranking inferiore a quello dell'Etiopia, e paragonabile a quello del Nicaragua e dello Swaziland.
Nonostante questo, nel maggio scorso il ministero degli Esteri aveva già aggiornato l'elenco dei paesi considerati "sicuri" inserendovi anche l'Egitto e il Bangladesh, pur specificando che questa definizione non impediva ai cittadini provenienti da quei paesi di richiedere e ottenere protezione internazionale.
Un dilemma difficilmente spiegabile, se non con l'esigenza di preparare il terreno alla riduzione discrezionale delle richieste di protezione per chi proviene da quei paesi.
Qualche geniale Donzelli di governo farà notare che sono passati più di 8 anni dall'omicidio di Giulio Regeni, che "l'Egitto è cambiato, persino Zaki è stato liberato e nessun italiano viene più torturato e ucciso, quindi" ....
Sono passati 8 anni, ma Al Sisi è sempre al suo posto, gli oppositori restano nelle carceri (se sopravvivono), povertà e fame non danno tregua alla stragrande maggioranza della popolazione.
Se almeno gli indomiti "patrioti meloniani avessero il coraggio di barattare con Al Sisi : "ti diamo lo status di Paese SICURO se tu ci consegni i 4 imputati accusati dell'omicidio di Giulio Regeni ...". Macchè, niente, nemmeno il tentativo di mostrare un pò di intelligenza.
La figuraccia internazionale guadagnata dal governo Meloni con la vicenda del centro di accoglienza per migranti in Albania ha superato ogni previsione.
Lo si era capito fin dall'inizio: 16 migranti su una grande nave della Marina Militare portati sulla costa albanese, 4 vengono subito rispediti in Italia perché minorenni o fragili, quindi categorie di migranti non "deportabili", poi l'ordinanza del tribunale di Roma che riporta indietro anche gli altri 12, perché cittadini di Egitto e Bangladesh, ovvero paesi NON sicuri.
Dopo la decisione dei magistrati, al coro dei ringhiatori di governo si è aggiunto anche il ministro della Giustizia Nordio, che ovviamente ha sparato a zero contro i "suoi" magistrati che avevano osato contraddire il governo.
Nordio: «Sui migranti in Albania una sentenza abnorme, interverremo con dei provvedimenti»
Nel video della dichiarazione ad un certo punto il ministro Nordio confonde l'Egitto con il Marocco.
" ... queste decisioni rischiano di creare degli incidenti diplomatici ... Non definire sicuro un paese amico come il Marocco può anche creare dei problemi ...
Questioni di alta politica che non devono essere lasciate alla magistratura ..."
Chi pensava che con le dimissioni di Sangiuliano avremmo finito di assistere a dichiarazioni tragicomiche del governo Meloni dovrà ricredersi. C'è il ministro Nordio a tenere alta la bandiera della satira italiana, anche se purtroppo a farne le spese è la Magistratura, un'istituzione importante che ha tanti problemi e ben poco da ridere.
ifan
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Date Created: 19/10/2024 20:53:42