SERVIZI SEGRETI, ELISABETTA BELLONI, GIULIO REGENI
Elisabetta Belloni, nominata da Draghi a capo dei servizi segreti di informazione, quando era alla Farnesina nel gennaio 2016 dimenticò di informare Matteo Renzi della scomparsa di Giulio Regeni e del pericolo che i servizi di sicurezza egiziani fossero implicati nella vicenda. Per questo Renzi non telefonò ad Al Sisi e Giulio fu ucciso?
Elisabetta Alberti in Casellati proposta da Matteo Salvini per la nomina a Presidente della Repubblica
Ma c'è chi preferisce il ticket Mario Draghi - Elisabetta Belloni
in pratica Elisabetta contro Elisabetta
Silvio Berlusconi ha tolto il disturbo a modo suo, con una bugia delle tante.
"Rinuncio a diventare Presidente della Repubblica, pur avendo i numeri necessari per l'elezione, per senso di responsabilità ponendo sempre l’interesse collettivo al di sopra di qualsiasi considerazione personale, ho riflettuto molto, con i miei familiari ed i dirigenti di FI, sulla proposta ricevuta".
E' riuscito a collezionare 5 bugie in poche righe, dimostrando di essere ancora in gran forma.
La rinuncia del Caimano non agevola più di tanto la corsa dell'altro candidato, colui che "non ha bisogno di candidarsi" perché è superiore a queste umane miserie e quanto a bugie non scherza.
Anzi l'uscita di scena di Berlusconi toglie a Mario Draghi l'utile carta dell'antiberlusconismo da agitare a sinistra e tra i residui CinqueStelle. "Pericolo scampato, Mr Draghi puoi restare in lockdown a Palazzo Chigi".
Se Draghi va al Quirinale dopo 7 anni nessuno sarà in grado di sfrattarlo e si farà rieleggere per un altro mandato
Non che gli altri siano migliori o più presentabili: dalla Casellati che tanto piace a Salvini, a Casini che tanto piace a Renzi, da Cartabia (piace a Enrico Letta?) a Frattini (?!?), gli "alti profili" bassi si sprecano.
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Il vero nodo di questa elezione a Presidente della Repubblica italiana è quello di trovare un personaggio che si adatti al ruolo del Presidente "operativo" del futuro ovvero qualcuno che possa traghettare l'Italia verso la Repubblica Presidenziale senza far gridare troppo allo scandalo, alla lesa Costituzione e alla involuzione democratica.
Qualcuno che nei prossimi 7 anni abbia la capacità di smontare la macchina del sistema istituzionale italiano senza farsene accorgere, per rimontarla con un altro motore e un altro volante e lo stesso uomo alla guida.
L'unico in grado di portare a termine una simile impresa, che qualcuno chiamerebbe scippo e qualcun altro golpe, è Mario Draghi, l'imbattibile calcolatore di rischi.
Eleggere Mario Draghi a Presidente della Repubblica d'Italia è una garanzia per la stabilità del sistema di Potere.
Draghi non farebbe come Sergio Mattarella che si è opposto al secondo mandato presidenziale invocando il rischio di instaurare una prassi non costituzionale e non democratica, cioè quella di legittimare Presidenti della Repubblica in carica per 14 lunghi anni.
Draghi, se glielo consentisse l'anagrafe, di mandati presidenziali ne farebbe anche tre, ovvero un ventennio circa.
Per il momento si accontenta di due, questi 7 anni e i prossimi.
Draghi non è tipo da andare al Quirinale per fare gli auguri di Natale. Ci va per un'idea di Potere, per realizzare un progetto di stravolgimento del sistema politico ed economico inceppato e non funzionante. Un progetto che per essere realizzato ha bisogno di tanto Potere e di tempi lunghi.
Restare a Palazzo Chigi per una altro anno per poi ricevere il benservito dai partiti dopo le politiche del 2023 non basta. Serve il Palazzo del Quirinale, da dove esercitare una lunga e opaca regia.
Se Draghi va al Quirinale dopo 7 anni nessuno sarà in grado di sfrattarlo.
7 + 7 = 14
I Grandi Elettori che si accingono a votare il Presidente della Repubblica dovrebbero averlo ben presente e chiaro: eleggere Mario Draghi significa consegnargli l'Italia per 14 lunghi anni, al termine dei quali non ci ricorderemo più di questa Costituzione.
Ho l'impressione però che ai Grandi Elettori interessi solo rimanere in poltrona per un altro anno. Chi è in grado di garantirglielo sarà il prossimo Presidente della Repubblica italiana.