Netanyahu, Israele e il delirio di onnipotenza "we are winning"


ifan - 29 Settembre 2024 - aggiornato il 03/10/2024 16:33:27 ID: 4411

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Netanyahu, we are winning ?!

"We are winning" proclama Netanyahu nel Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite in preda al delirio di onnipotenza mentre gli aerei del IDF fanno saltare in aria Nasrallah, Hezbollah e 2000 libanesi



 aggiornamento  - 

INVADERE IL LIBANO NON E' UNA PASSEGGIATA PER ISRAELE

I primi 8 soldati israeliani uccisi da Hezbollah dall'inizio dell'invasione in Libano. Netanyahu, "we are winning?"


Netanyahu we are winning

video: We are winning ?


Premessa doverosa per evitare fraintendimenti o pensieri laterali: Hassan Nasrallah era un terrorista a capo di una organizzazione terrorista, responsabile della morte di centinaia di civili, molti dei quali anche musulmani di orientamento sunnita.

 

Nasrallah ha condizionato in peggio l'esistenza del Libano e del Medio Oriente da quando negli anni '90 aveva preso il posto del precedente leader di Hezbollah anch'egli eliminato in un'operazione di killeraggio da parte degli israeliani.

 

Nessuno, al di fuori delle settarie fazioni musulmane nel Medio Oriente, ha motivi per rimpiangere Nasrallah.


Ma detto questo, è necessario capire che l'operazione che ha condotto all'uccisione del leader di Hezbollah e all'annientamento di quasi tutto il vertice politico-militare del "Partito di Allah" non porta nulla di buono al futuro della regione, anzi alimenterà un terrorismo di ritorno, ancora più violento, rabbioso e pericoloso.


Solo un bugiardo fanatico come Netanyahu può spacciare l'illusione che l'uccisione di Nasrallah, al termine di un anno di orrori e devastazioni iniziati il 7 ottobre 2023, possa portare pace e sicurezza sia per Israele che per il resto del mondo.

 

Netanyahu nel discorso all'assemblea generale delle Nazioni Unite, di fronte ad una platea quasi vuota in segno di protesta, ha sfidato il resto del mondo, quello che lui definisce antisemita perché osa criticare il suo operato, e si è vantato, sapendo che in quegli stessi istanti i suoi aerei stavano distruggendo il quartier generale di Hezbollah con dentro Nasrallah: "Ho un messaggio per il mondo che protesta qui fuori, WE ARE WINNING!".

 

Parole gravi, pronunciate in pieno delirio di onnipotenza.


Netanyahu fa finta di dimenticare, come molti altri in Israele, che la responsabilità della strage terroristica del 7 ottobre ricade anche sulle sue spalle, per aver volutamente sottovalutato gli allarmi lanciati da più parti sui preparativi di Hamas.

 

Netanyahu non immaginava l'ampiezza della tragedia che si sarebbe scatenata, ma dall'alto del suo permanente delirio di onnipotenza calcolava di potersi avvantaggiare politicamente da un'azione terroristica che gli avrebbe offerto su un piatto d'argento il pretesto per scatenare una guerra a Gaza, come le precedenti, e aggirare la crisi causata dalle inchieste  a suo carico per corruzione.

 


 

Altra premessa doverosa. Sono convinto sostenitore della necessità di Israele di garantire la sicurezza dei suoi cittadini. Credo, come centinaia di milioni di persone in Europa, che i crimini nazisti commessi contro gli ebrei, l'Olocausto, siano ingiustificabili e incancellabili.


Ma sono altrettanto convinto che la tragedia storica che contrappone palestinesi ed ebrei non sarà risolta dalle armi o dagli stermini di massa ma solo e soltanto dalla convinzione reciproca della possibilità di una coesistenza pacifica.

 

Oggi Netanyahu e milioni di ebrei, sia in Israele che altrove, si sentono vincitori e onnipotenti. Invocano la loro fede religiosa che gli fa credere di essere "il popolo prediletto da Dio" tremila anni fa e portatore di una missione divina.

Nelle parole pronunciate da Netanyahu nel palazzo di Vetro dell'ONU trasuda un delirio di onnipotenza violento e pericoloso.

 

Gli ebrei sanno molto bene che nella loro storia millenaria i periodi drammatici, le persecuzioni e gli esodi, si sono ciclicamente alternati a periodi più felici e pacifici.

 

Negli anni che precedettero il nazismo gli ebrei in Palestina furono perseguitati dai musulmani, anche palestinesi, seguaci del mufti di Gerusalemme Haj Amin al-Husseini, e  pagarono un tributo altissimo simboleggiato dal massacro di Hebron del 24 agosto 1929.

I palestinesi a quei tempi si sentivano vincitori e potenti, grazie anche alla copertura a loro garantita nel decennio successivo dai vertici nazisti per motivi di opportunità.

 

Anche il sadico Amin al-Husseini, consigliere di Hitler per l'organizzazione dei lager in cui furono uccisi milioni di ebrei inermi, a quell'epoca avrebbe proclamato "we are winning".

 


Gli ebrei sono in guerra con il mondo da millenni, e una parte del mondo altrettanto contro gli ebrei.


Tutti sappiamo che sarebbe necessario interrompere questa spirale infinita, anzichè alimentarla. Chiunque, ebreo o palestinese o musulmano, pensa di poter vincere con la violenza e gli orrori contro l'altro si rende complice del prossimo massacro, della prossima guerra, del prossimo attentato terroristico.

 

Netanyahu doveva e poteva evitare l'escalation, sia a Gaza che in Libano e prossimamente contro il regime dispotico dell'Iran.


Netanyahu poteva, perché consapevole della forza militare e tecnologica di Israele con cui avrebbe potuto controllare le situazioni di crisi e lavorare per stemperare le minacce alla propria sicurezza.

 

Dopo il 7 ottobre la reazione di Israele era doverosa e legittima. Molti pensavano che dopo poche settimane la sete di vendetta si sarebbe placata assieme alla distruzione del potenziale militare di Hamas. Si è rivelata una illusione, perché fin da subito è stato chiaro che la strategia di Netanyahu e del suo governo era basata su altre considerazioni.

 

Netanyahu ha scelto consapevolmente l'escalation solo per proprio interesse personale, trascinando Israele e tutto il Medio Oriente in una crisi di violenza inaudita, alimentando l'illusione di quella parte di ebrei che cerca l'eliminazione fisica dei palestinesi ritenendola come unica soluzione.

 

Netanyahu ha "creato" Hamas ed ha "rafforzato" Hezbollah per convenienza personale e per convincimento fanatico. Si illude che aver eliminato i capi del terrorismo palestinese e sciita lo possa esimere dal cercare di perseguire una soluzione giusta per i palestinesi.


Netanyahu desidera fortemente lo scontro con l'Iran per appagare il delirio di onnipotenza dei tanti israeliani che lo sostengono.

 

Netanyahu e gli ebrei fanatici che lo sostengono parlano la stessa lingua dei fanatici musulmani in Iran.

Entrambi pensano che l'unica strategia vincente sia quella di annientare l'avversario e proclamare "we are winning". La Storia dimostra che l'unica strategia vincente è quella di cooperare per trovare soluzioni vantaggiose per tutti.

 

Netanyahu e Israele hanno già perso gran parte del credito di credibilità accumulato con il processo di pacificazione degli accordi di Oslo.

 

Negli ultimi dodici mesi Netanyahu ha creato un danno permanente all'immagine di Israele nel mondo e dovrebbe vergognarsi, anziché esaltarsi, per le parole pronunciate nell'assemblea delle Nazioni Unite mentre i suoi aerei uccidevano Nasrallah assieme ad altre migliaia di libanesi inermi.

Il proclama di Netanyahu "WE ARE WINNING" galleggia sul sangue di troppi innocenti ed è la peggiore delle sciagure possibili per la sicurezza degli ebrei nei prossimi tremila anni.

 


 

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Key1: Netanyahu keywords: Netanyahu, Nasrallah, Israele, Hamas, Libano, Gaza,

Date Created: 29/09/2024 07:54:47


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