Lunedì 16 gennaio 2023, in mattinata si diffonde la notizia dell'arresto del super criminale mafioso Matteo Messina Denaro, ricercato da 30 anni in tutto il mondo. Viene preso all'uscita di una clinica di Palermo, senza nessuna resistenza o tentativo di fuga. Dichiara subito il suo nome "Sono Matteo Messina Denaro".
Iniziano i festeggiamenti per la vittoria e iniziano subito le precisazioni: "non c'è stata nessuna trattativa, l'arresto del boss di Castelvetrano è merito solo delle indagini di Procura e ROS". Tutti i vertici di governo, a cominciare ovviamente da Giorgia Meloni, si fanno "fotografare" vicino ai magistrati e comandanti protagonisti dell'arresto. Le opposizioni "rosicano" ma si adeguano.
Per 4 giorni è vietato farsi venire il dubbio che un Messina Denaro isolato e malato di cancro tanto da avere bisogno di cure e cicli di chemioterapia, si sia fatto "convincere" a farsi arrestare in cambio di qualcosa.
Giovedì 19 gennaio i primi dubbi sull'arresto di Matteo Messina Denaro iniziano a prendere forma. Da poche ore è stato scoperto il suo presunto covo-nascondiglio a Campobello di Mazara, a poche centinaia di metri dalla casa "ufficiale" intestata al suo alias Andrea Bonafede.
Si scopre che il "bunker" è a poche decine di metri da un bar dove furono arrestati 35 mafiosi. Nel bunker c'è una "camera segreta" nella quale vengono ritrovati ... scatoloni vuoti e bigiotteria di poco valore.
Chi si aspettava di trovare i documenti segreti trafugati dal bunker di Totò Riina dopo il suo arresto è rimasto deluso. Non ci sono documenti, pizzini, o archivi.
Matteo Messina Denaro non custodiva nulla nella casa
... di proprietà di Errico Risalvato, 71 anni, nato a Castelvetrano come Messina Denaro, già arrestato nel 1998, coimputato del boss insieme ad altri presunti complici, processato e assolto nel 2001. Diciotto anni dopo, nel 2019, è stato perquisito in una maxi-operazione della polizia contro una rete di ipotetici favoreggiatori dell’ex latitante, proprio nella casa di via Maggiore Toselli dove ora abita anche la figlia.
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Qualcuno ha "ripulito" il bunker subito dopo aver appreso dell'arresto del boss? Oppure l'appartamento era stato "svuotato" prima che Matteo Messina Denaro si consegnasse alle forze dell'ordine all'uscita dalla Clinica La Maddalena?
Più probabile la seconda ipotesi, ed è questo il dubbio che fa nascere l'ipotesi di un arresto "contrattato"
1) La stranezza di un "arresto di strada". Gli inquirenti sapevano che la mattina del 16 gennaio il boss mafioso si sarebbe recato in clinica per cure o analisi legate al tumore, e per questo lo aspettavano. Sicuramente erano a conoscenza del suo aspetto, altrimenti come lo avrebbero potuto individuare.
Sicuramente lo hanno visto entrare nella clinica. Sicuramente sapevano da dove proveniva, perché avevano le intercettazioni del cellulare e quindi dalle celle telefoniche seguivano passo passo tutti gli spostamenti di Messina Denaro.
Gli inquirenti sapevano con giorni o settimane di anticipo che quella mattina avrebbero potuto arrestare il latitante. Hanno avuto tutto il tempo di negoziare le modalità dell'arresto e di acquisire tutti gli elementi a "contorno".
E' banale dire che a trent'anni dall'arresto di Totò Riina non c'è più bisogno di acquisire documenti cartacei per poter ricostruire le connivenze di un boss mafioso. Tramite la rete dei cellulari e videocamere è possibile estrarre tutte le informazioni che si vogliono: con chi ha parlato il boss il giorno X alle ore Y? Cosa si sono detti? Matteo Messina Denaro aveva due cellulari al momento del suo arresto. In quei cellulari, se non sono stati ripuliti ad arte, ci sono tutte le informazioni che potrebbero essere archiviate in 100 bunker. Se gli inquirenti vogliono possono tirare tutti i fili e connivenze degli ultimi anni del boss.
A meno che nella trattativa segreta tra Matteo Messina Denaro e qualcuno che lo ha convinto a farsi arrestare ci fossero clausole specifiche.
2) La "profezia" di Stefano Baiardo, il "consulente" dei mafiosi Graviano
A novembre Baiardo ipotizza uno scambio da lì a pochi mesi : il clamoroso arresto di Matteo Messina Denaro (di cui è a conoscenza della malattia!) con la fine dell'ergastolo ostativo per i fratelli Graviano.
La prima parte della "profezia" si è avverata con notevole puntualità ...
L'intervista di Massimo Giletti a Stefano Baiardo, in cui si afferma l'esistenza di una trattiva e si prevede un "regalino" al nuovo governo Meloni, risale al mese di ottobre, quasi in concomitanza con l'epoca in cui il comandante dei ROS Angelosanto colloca "la svolta" nelle indagini per la cattura di Matteo Messina Denaro.
I ROS scoprono, come Baiardo, che MMD si nasconde dietro l'identità di Andrea Bonafede, è malato e bisognoso di cure ...
19-1-2023 Il Corriere della Sera intervista Pasquale Angelosanto
Angelosanto, comandante del Ros dei carabinieri: «Le liste dei malati e i telefonini spenti: così siamo arrivati a Messina Denaro» di Fiorenza Sarzanini
"Chi pensa a trattative segrete o addirittura a una consegna concordata umilia gli investigatori e i magistrati che per anni hanno lavorato giorno e notte per catturare Matteo Messina Denaro". E' quanto dichiara il generale dei carabinieri Pasquale Angelosanto, il comandante del Ros che lunedì con i suoi uomini ha arrestato il boss MMD, in un'intervista al Corriere.it
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Nell'intervista Angelosanto ripete quanto già detto ai giornalisti
e indica "in qualche mese fa" l'inizio della svolta
Quanto tempo fa avevate imboccato questa pista?
«Qualche mese fa. Grazie a indagini e intercettazioni sapevamo di quali patologie soffriva Messina Denaro e abbiamo fatto partire le verifiche.
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E agli inizi di dicembre siamo arrivati a Bonafede. Il 29 dicembre ha prenotato una visita per il 16 gennaio. Ci siamo preparati per intervenire. Il soggetto corrispondeva anche perché appartenente a una famiglia mafiosa vicina al padre di Matteo Messina Denaro, ma c’era un’anomalia evidente»
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Ammetterà che averlo preso in Sicilia e aver scoperto che viveva nella zona dove è nato alimenta sospetti e misteri.
«Soltanto chi non conosce davvero la mafia può pensare a una trattativa segreta. Messina Denaro in tutti questi anni ha vissuto lontano dalla sua cerchia stretta di familiari e conoscenti. Noi e la polizia abbiamo arrestato centinaia di fiancheggiatori ma abbiamo sempre avuto la certezza che utilizzassero un’attenzione maniacale negli spostamenti e negli incontri. Inoltre i nostri pedinamenti dovevano essere inevitabilmente larghi proprio per non far scattare l’allarme. E poi c’è un altro elemento che non deve essere ignorato».
Dica.
«Io ho sempre raccomandato di non lasciare nulla di intentato, ma anche di non rischiare. Davvero si può pensare che avremmo concordato la cattura in una clinica dove c’erano decine di malati con il rischio che potesse esserci un conflitto a fuoco o comunque che qualcuno potesse essere messo in pericolo?».
Questa risposta è davvero singolare: se la cattura era stata concordata, i carabinieri sapevano che non ci sarebbe stato nessun pericolo di conflitto a fuoco né all'interno della clinica né all'esterno. Molto più rischioso, in assenza di un accordo preventivo, l'agguato per strada, dove poteva esserci un tentativo di fuga, con un'eventuale sparatoria tra MMD (magari spalleggiato da un "palo") e le forze dell'ordine.
Essendoci un accordo, MMD è uscito dalla clinica e non è sembrato affatto sorpreso quando è stato bloccato dagli agenti e non sembra abbia avuto reazioni scomposte.
Le parole di Angelosanto involontariamente confermano l'ipotesi della trattativa.
Il ROS sapeva della falsa identità di Andrea Bonafede. Perché non ha piantonato la casa intestata ad Andrea Bonafede per arrestare il boss ?
Il vero problema non era prendere MMD, ormai in trappola, ma come gestire l'arresto e la rete di connivenze attorno al boss mafioso.
Questo dilemma potrebbe aver fatto nascere l'esigenza di una trattativa, supportata dalla consapevolezza delle gravi condizioni di salute e necessità di cure adeguate.
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Anche Repubblica inizia a farsi qualche domanda: Casa della famiglia Bonafede, il giallo della mancata perquisizione
"Si trova all'indirizzo segnato sulla carta di identità del geometra di cui Messina Denaro aveva deciso di servirsi per nascondersi, ma solo oggi (19 gennaio) l'abitazione è stata posta sotto sequestro dai carabinieri
Probabilmente non sarà questo il covo in cui Matteo Messina Denaro custodisce i suoi segreti ma all'appartamento di via Marsala 54 a Campobello di Mazara, i carabinieri sono arrivati solo questa mattina, dopo che la casa in cui ha abitato il boss e l'altra con il vano blindato hanno deluso le aspettative. E, oggettivamente, è una stranezza".
(in aggiornamento)
i.fan.
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Date Created: 19/01/2023 09:14:30