Arresti in massa di Palestinesi presunti miliziani di Hamas a Gaza trasformata in un Ghetto
La giornalista e scrittrice russo-americana di origine ebraica Masha Gessen - recentemente perseguitata dal regime di Putin con un mandato d'arresto - ha avuto un duplice merito:
1) ha spezzato la gabbia dell'antisemitismo in cui la propaganda del governo Netanyahu cerca di rinchiudere chiunque osa criticare l'operato di Israele nella Striscia di Gaza e la sistematica distruzione di ogni forma di vita palestinese. "Se critichi Israele fai il gioco dei terroristi di Hamas. Se denunci lo sterminio di donne e bambini palestinesi sei dalla parte di chi il 7 ottobre ha stuprato le donne e i bambini ebrei. Se condanni il diritto di Israele a difendersi con ogni mezzo, sei un antisemita come i nazisti. Punto."
2) ha messo in guardia l'opinione pubblica tedesca, europea e israeliana sulle conseguenze di un atteggiamento di acquiescenza e subalternità all'estremismo fanatico-religioso espresso dalle forze politiche che appoggiano Netanyahu. La distruzione di Gaza e la violenza cieca nei confronti di 2 milioni di palestinesi rischia di azzerare il diritto alla memoria dell'Olocausto, e genera una "giustificazione" dell'antisemitismo di cui ne pagherebbero il prezzo sia gli ebrei che tutti coloro che sostengono i diritti di libertà, di espressione e di convivenza.
Cerimonia di premiazione sospesa dopo che una scrittrice ha paragonato Gaza ai ghetti ebraici dell'era nazista
La giornalista russo-statunitense Masha Gessen ha vinto il premio tedesco Hannah Arendt per il pensiero politico
Kate Connolly in Berlin
Una fondazione tedesca ha dichiarato che non assegnerà più un premio per il pensiero politico a un importante giornalista russo-americano dopo aver criticato come "inaccettabile" un recente saggio dello scrittore in cui si faceva un paragone tra Gaza e un ghetto ebraico nell'Europa occupata dai nazisti.
Masha Gessen avrebbe dovuto ricevere venerdì il premio Hannah Arendt per il pensiero politico. Ma la cerimonia di premiazione non si svolgerà come previsto, dopo che la Fondazione Heinrich Böll (HBS), affiliata al partito dei Verdi, ha dichiarato che avrebbe ritirato il suo sostegno. L'HBS ha detto di aver raggiunto la sua decisione in accordo con il senato di Brema, la città portuale settentrionale dove era prevista la cerimonia.
Secondo il quotidiano tedesco Die Zeit, che ha dato la notizia, il premio sarà comunque consegnato a Gessen, anche se "in un contesto diverso", e sabato invece che venerdì. Non è chiaro chi lo presenterà, cosa presenterà e se Gessen e gli altri ospiti invitati hanno ancora intenzione di partecipare.
L'HBS ha detto di opporsi e respingere un paragone fatto da Gessen in un saggio del 9 dicembre sul New Yorker tra Gaza e i ghetti ebraici in Europa.
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La Fondazione Heinrich Böll ha annunciato Gessen come vincitore del premio in agosto, sulla base di una decisione presa da una giuria indipendente. All'epoca affermava che "come analista del declino e della speranza, Gessen riferisce sui giochi di potere e sulle tendenze totalitarie, così come sulla disobbedienza civile e sull'amore per la libertà".
I sostenitori di Gessen, che è ebrea, e il cui nonno e bisnonno erano tra i membri della famiglia assassinati dai nazisti, si sono affrettati a sottolineare l'ironia della sospensione di un premio assegnato in memoria di Arendt, la storica, filosofa e teorica politica antitotalitaria ebrea americana di origine tedesca che ha coniato l'espressione "la banalità del male", in relazione al processo al leader nazista Adolf Eichmann, di cui si è occupata come giornalista per il New Yorker.
Samantha Rose Hill, autrice del profilo di Hannah Arendt e curatrice della raccolta di poesie della Arendt, lo ha definito "un affronto alla memoria di Hannah Arendt. Secondo la loro logica, la Fondazione Heinrich Böll deve cancellare del tutto il premio Hannah Arendt".
Un altro accademico ha detto che, secondo le motivazioni addotte per la decisione, "Hannah Arendt non otterrebbe il premio Hannah Arendt in Germania oggi".
Come si può non criticare Israele, la maggioranza di israeliani che per l'ennesima volta hanno eletto il governo Netanyahu e applaudono alla distruzione sistematica di ogni forma di vita palestinese nella striscia di Gaza?
Perchè dovremmo farci intimidire dall'accusa di antisemitismo che strumentalmente viene agitata contro chiunque osa criticare il comportamento degli israeliani?
Dovremmo chiudere gli occhi di fronte ai massacri di civili, dei bombardamenti di ospedali e scuole, di fronte alla criminale matematica che giustifica l'uccisione di ventimila donne e bambini per vendetta contro il terrorismo di Hamas del 7 ottobre?
Dovremmo accettare e abituarci all'idea che sia normale usare una violenza criminale e spropositata per difendersi da una violenza criminale spacciata per "lotta di liberazione" del popolo palestinese?
Dovremmo mettere a tacere la libertà di critica e di riflessione su un evento così drammatico , cinico e violento come quello che sta annientando 2 milioni di esseri umani, affamati, sfollati, terrorizzati senza tregua, a cui è stata distrutta la casa, la famiglia, la vita, la speranza?
Ma qualcuno in Israele si rende conto di quello che si sta compiendo contro il popolo palestinese e contro il comune senso di civiltà? Qualcuno si rende conto che il massacro di Gaza ormai è classificato tra gli eventi più tragici su scala globale dalla fine della Seconda Guerra Mondiale?
Qualcuno si rende conto che di fronte alle immagini e alle notizie che provengono da Gaza diventa sempre più difficile sostenere la battaglia contro l'antisemitismo? e che i neonazisti di ogni risma e paese non aspettavano altro per giustificare i crimini compiuti contro il popolo ebraico?
Qualcuno si rende conto che in Israele la maggioranza degli ebrei sta propagando l'antisemitismo ?
Scrive Masha Gessen:
"Negli ultimi 17 anni, Gaza è stata un compound iper-densamente popolato, impoverito, chiuso da mura, che solo una piccola frazione della popolazione ha potuto lasciare, e sempre per brevi periodi di tempo.
In altre parole, un ghetto. Ma non come il ghetto ebraico di Venezia, o il ghetto di una città americana: bensì un ghetto ebraico in un qualche Paese dell’Europa orientale, occupato dalla Germania nazista.
Nei due mesi dacché Hamas ha attaccato Israele, tutti i cittadini di Gaza hanno sofferto per l’ininterrotto fuoco delle forze israeliane.
In migliaia sono morti. In media, un bambino viene ucciso ogni dieci minuti. Le bombe israeliane hanno colpito ospedali, reparti di maternità, ambulanze. Otto cittadini di Gaza su dieci si ritrovano senza casa, costretti a muoversi da un posto all’altro, senza mai trovare sicurezza."
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"Berlino non smette mai di ricordarti che cosa sia successo lì. Diversi musei sono dedicato al totalitarismo e all’Olocausto; il Memoriale agli Ebrei assassinati d’Europa occupa un intero isolato nel cuore della città. Altri monumenti ti sorprendono all’improvviso, come quando ti si apre sotto i piedi ' il monumento ai libri bruciati dai nazisti, che è letteralmente sotto terra ', o ti imbatti sui marciapiedi nelle pietre d’inciampo.
Alla fine degli anni Novanta e nei primi anni Duemila, quando molti di questi monumenti furono concepiti e installati, visitavo spesso Berlino.
Era entusiasmante veder prendere forma la cultura della Memoria. Qui c’era un paese, o almeno una città, che stava facendo ciò che per molte culture è impensabile: guardare ai propri crimini, al lato peggiore di se stessi. Ma, ad un certo punto, lo sforzo ha iniziato a sembrare statico, come chiuso in una vetrina, quasi fosse uno sforzo teso non solo a ricordare la storia, ma ad assicurarsi che sia ricordata questa particolare storia, e solamente in questo modo.
... Come mi ha detto Candice Breitz, un’artista sudafricana ebrea che vive a Berlino, le buone intenzioni, che sono emerse negli anni Ottanta, si sono troppo spesso solidificate in dogma."
Cosa c'è di antisemitico in queste parole?
i.fan.
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Date Created: 14/12/2023 19:22:18