Ore 18:45 - Draghi si è dimesso :
... questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica.
Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico.
La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più. È venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo.
Draghi ottiene la fiducia ma senza il voto del M5S, la maggioranza "bulgara" non c'è più, si vota in autunno oppure un "governo traghetto"?
La fine del governo a maggioranza "bulgara" di Mario Draghi era nell'aria da molti mesi, dopo l'esito inglorioso del tentativo di farsi eleggere Presidente della Repubblica al posto di Sergio Mattarella.
L'inizio dell'invasione criminale in Ucraina da parte di Putin aveva costretto i partiti e lo stesso Draghi a rinviare lo scontro in atto, malcelandolo con la necessità di "restare uniti" in un momento di gravissima crisi internazionale.
Ma era evidente a tutti che il governo Draghi era allo sbando, ben al di sotto delle roboanti attese create all'epoca del suo insediamento, appena 18 mesi fa: guidare l'Italia verso una grande ripresa economica, l'uscita dalla pandemia e l'utilizzo efficace e trasparente dei 250 miliardi del Recovery Fund.
Giuseppe Conte, guidando in stato di ebbrezza totale la macchina scassata del Movimento Cinque Stelle, passerà alla storia (con la s minuscola) come colui che fece cadere il governo dei "Migliori" guidato dal Migliore Draghi per un colpo di testa estivo, un capriccio non assecondato.
Ma in realtà la fine del governo Draghi è da addebitare in massima parte ai suoi fallimenti, ai proclami non realizzati, alle promesse non mantenute.
Non tutto per colpa propria, ma certamente aver creato grandi aspettative ha generato altrettante grandi delusioni e malcontenti.
A cominciare da quella che sembrava essere la vittoria indiscussa della coppia Draghi - Figliuolo, la fine della pandemia di Covid-19. dell'emergenza sanitaria grazie ai vaccini e dell'emergenza economica grazie alla riapertura di tutto e di tutti.
Covid-19 imperversa di nuovo, decine di migliaia di contagiati, oltre 100 morti al giorno, e soprattutto la paura che torna ad impossessarsi dei nostri comportamenti, limitando le relazioni sociali e la voglia di spendere e spandere. Non è colpa di Draghi, ma certamente il governo, a cominciare dal ministro Speranza, non ha dimostrato di essere lungimirante nel "non prevedere" il ritorno di Covid-19.
Ma più del coronavirus ora è l'inflazione l'incubo che si affaccia nelle teste degli italiani.
L'inflazione a due cifre che manda in fumo i redditi dei lavoratori, dei pensionati e degli assistiti. Anche l'inflazione era prevedibile e prevista e in gran parte è il frutto della scellerata strategia finanziaria perseguita dai banchieri centrali di tutto il mondo da 10 anni a questa parte.
E Mario Draghi ha avuto un ruolo non indifferente nel sostenere le scelte di tassi a zero, debito facile e creazione di moneta fasulla.
Ora che la guerra scatenata da Putin ha fatto aumentare il costo del gas, petrolio e delle materie prime è facile dimenticarsi delle scelte inflazionistiche sostenute dalla BCE di Draghi per tanto tempo e oltre le effettive necessità.
Il tarlo del dubbio però inizia a circolare velocemente, come la crescita dei prezzi della pasta e della benzina: " ... forse questa inflazione è anche colpa di Mario Draghi ..."
Persino quello che doveva essere il cavallo di battaglia del governo Draghi, la sua ragion d'essere secondo Matteo Renzi, ovvero la gestione dei 250 miliardi di euro di fondi PNRR, si è impantanata nelle prevedibili guerre di competenze, nei fiumi di denaro distolti, nelle fameliche corruttele e negli agguati delle mafie.
Il Recovery Fund targato Mario Draghi non sembra avere un destino migliore di quello che sarebbe stato con Giuseppe Conte.
Il quale a me sembra stia cercando, con poca intelligenza e scarsi risultati, di intestarsi la sconfitta di Mario Draghi oltre i propri meriti.
Il Movimento Cinque Stelle non esiste più da un pezzo e i suoi apparenti rappresentanti, da Grillo a Conte, da Di Maio a Di Battista, sono già consegnati allo sberleffo nazionale che attende solo la ratifica delle prossime elezioni.
Elezioni che potrebbero essere anticipate all'inizio dell'autunno, come prevedevo alcune settimane fa, perché a Draghi non interessa più guidare una banda di "peggiori" e Mattarella non vede l'ora di consegnare il testimone a qualcun altro, purché sugellato da un voto popolare.
Il voto in autunno aprirà una fase di grande incertezza e rabbia politica, che ci farà addirittura rimpiangere l'ondata populista di 4 anni fa.
E se qualcuno, pur di evitare le elezioni subito, si inventerà "un governo traghetto" per arrivare al voto nella primavera del 2023, gli scenari non cambieranno, anzi.
Il sistema politico è in crisi, il malcontento si rivolge alla destra fanatica o all'astensionismo, il "campo largo" del centrosinistra è una palude melmosa.
Anche questo è uno dei segni evidenti del fallimento di Mario Draghi.
(in aggiornamento)