Mentre leggiamo le notizie sull'uccisione dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio, morto in un agguato nella savana congolese vicino Goma, al confine con il Rwanda, assieme al carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci e all'autista Mustafa Milambo, stiamo utilizzando un dispositivo costruito anche con le molecole che sono alla base della moderna violenza in quella parte dell'Africa.
Molecole di columbite-tantalite, detta anche coltan, una miscela complessa di minerali e ossidi che in quella zona del Pianeta si trovano in gallerie scavate da bambini sorvegliati da militari.
Nel Congo DRC il coltan si è aggiunto ai pretesti storici che hanno dilaniato il centro Africa da secoli a questa parte, l'oro e i diamanti, non perchè non se ne possa fare a meno, se si cercassero altre soluzioni, ma solo perchè non costa nulla prenderlo dalle buche scavate dai bambini anzichè pagare lavoratori e laboratori del mondo civilizzato.
Questione di prezzi di mercato. Come il prezzo di una vita.
Luca Attanasio conosceva molto bene le condizioni dell'Africa in cui da anni lavorava come diplomatico, ancora prima di ricevere l'incarico di ambasciatore italiano.
Le cronache lo descrivono più come un volontario di una ONG, o un missionario, che un burocrate internazionale.
Frequentava i padri missionari e le scuole dove ai bambini dell'Africa povera si cerca di dare un'alternativa al diventare "schiavi minatori" o "soldati briganti".
L'auto di Luca Attanasio faceva parte di un "convoglio" di due jeep del WFP - World Food Program - con i simboli dell'ONU disegnati sulle portiere.
Niente militari niente blindati, in una zona frequentata da milizie armate di ogni genere.
Perchè non erano state prese precauzioni particolari? Un eccesso di confidenza? Una sottovalutazione dei rischi? O il desiderio di Attanasio di non associare la propria immagine a quella scadente e corrotta delle milizie ufficiali, sia di regime sia di quelle ONU sotto il simbolo del MONUSCO?
Oppure qualcuno aveva rassicurato l'ambasciatore italiano che tutto era sotto controllo, che le bande di assassini erano sotto controllo (ovvero pagate) e che quindi non c'erano particolari pericoli?
Quest'ultima ipotesi potrebbe essere quella più plausibile, abbinata a quella che qualcuno abbia venduto la sicurezza di Attanasio in cambio di una lauta ricompensa nel caso di un rapimento per chiederne il riscatto.
E l'ipotesi che la vita del diplomatico italiano sia stata venduta si spiega anche con il fatto che l'immagine e il ruolo di Attanasio, ambasciatore - missionario che protegge i bambini e aiuta le ONG per curarli e mandarli a scuola anzichè a scavare coltan, ha dato fastidio a qualcuno, ovvero al sistema di potere affaristico militare che in Africa e in particolare in Congo è ramificato e potente.
Niente di più facile che eliminarlo in un'agguato nella savana.
A chi interessa risolvere i problemi del Congo - DRC?