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Gaza rasa al suolo

Liliana Segre sbaglia a non chiamare "genocidio" i crimini israeliani


ifan - 29 Novembre 2024 - aggiornato il 30/11/2024 07:54:08 ID: 4496


La senatrice Liliana Segre sul Corriere della Sera scrive "non si può parlare di genocidio a Gaza, non ne ricorrono i caratteri tipici, mentre sono evidenti crimini di guerra e contro l’umanità". E' una distinzione artificiosa, perché ..."



A Gaza si sta consumando un nuovo genere di genocidio: non solo tanti, troppi palestinesi morti ammazzati, ma anche i sopravvissuti intrappolati tra le macerie, a patire una privazione fisica e una devastazione psichica prolungata e profonda, tale da fargli rimpiangere di non essere già morti.

 

Zombificare un'intera popolazione, dopo avergli distrutto più dell'80% delle abitazioni, costringendo gli abitanti a vagare tra le macerie per mesi senza potersi fermare in alcun posto, dopo aver annullato qualsiasi parvenza di struttura sociale umana, riducendoli alla fame, alla sporcizia, al contagio delle malattie.

 

La guerra a Gaza da mesi è finita, perché non c'è più nulla a cui fare una guerra secondo i canoni militari. C'è solo una gigantesca caccia al topo umano, al palestinese.


Questo non è il genocidio dei palestinesi, secondo i canoni di Liliana Segre?

 


 

Ho grande rispetto per la senatrice Liliana Segre, per la sua storia, la sua origine ebraica, la sua appartenenza ai sopravvissuti della tragedia nazi-fascista, l'impegno politico progressista costante e responsabile. Liliana Segre è un patrimonio della democrazia italiana e per questo motivo va ascoltata e difesa anche quando non si è d'accordo con le sue opinioni.

 

Ho letto l'opinione di Liliana Segre sul Corriere della Sera a proposito della polemica che divide, non solo in Italia, gli intellettuali ed analisti politici nel definire "genocidio" quello che Israele sta compiendo contro i palestinesi a Gaza, ad un anno dall'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023.

 

In sintesi la Segre sostiene che l'esercito israeliano a Gaza ha compiuto crimini di guerra e contro l'umanità ma NON un genocidio.

Secondo la senatrice a vita la categoria del genocidio non si può applicare alle decine di migliaia di vittime palestinesi, il cui numero esatto è ancora sconosciuto perché le bombe continuano ancora a sminuzzare ciò che resta delle macerie sotto cui sono sepolti altre migliaia di corpi.

 

Il bilancio provvisorio secondo fonti autorevoli e indipendenti potrebbe superare i centomila morti e duecentomila feriti su una popolazione di 2,1 milioni nella Striscia.

 

 


Si tratta di crimini orrendi, ma non di genocidio, secondo Liliana Segre


" ... Nella drammatica situazione di Gaza non ricorre nessuno dei due caratteri tipici dei principali genocidi generalmente riconosciuti come tali — il Medz Yeghern degli armeni, l’Holodomor dei kulaki ucraini, la Shoah degli ebrei, il Porrajmos dei rom e sinti, la strage della borghesia cambogiana, lo sterminio dei tutsi in Ruanda — mentre sono piuttosto evidenti crimini di guerra e crimini contro l’umanità, commessi sia da Hamas e dalla Jihad, sia dall’esercito israeliano.

 

I caratteri tipici dei genocidi sono essenzialmente due, uno è la pianificazione della eliminazione, almeno nelle intenzioni completa, dell’etnia o del gruppo sociale oggetto della campagna genocidaria, l’altro è l’assenza di un rapporto funzionale con una guerra.

Anche i genocidi commessi durante le due guerre mondiali (armeni, ebrei, rom e sinti) non ebbero la guerra né come causa né come scopo, anzi furono eseguiti sottraendo uomini e mezzi allo sforzo bellico.

 


Un genocidio, sostiene la Segre è a prescindere dalla guerra. Il genocidio degli ebrei, degli armeni, dei rom e sinti, non avevano la guerra come causa, ma erano genocidi a priori, pura volontà di eliminare un popolo. Mentre invece a Gaza c'è una guerra tra Hamas e Israele, e la guerra è causa di eccessi, crimini, nefandezze, perché gli eserciti non sono fatti per portare aiuti ai nemici ma per ucciderli. E l'esercito di Israele, l'IDF, sostiene la Segre, ha commesso crimini ed eccessi ma che nulla hanno a che fare con la volontà di genocidio programmato.

 

La tesi della Segre mi sembra molto meccanicistica e forzata. Il genocidio degli ebrei ad opera dei nazisti sarebbe stato possibile se non ci fosse stata una guerra in corso? Oppure è vero che le guerre, scoppiate per altri motivi, servono anche da copertura per regolare altri conti e compiere stermini e massacri?

 

Nel caso di Gaza si sta dimostrando vera questa ipotesi terribile. Il governo Netanyahu sta approfittando della guerra per regolare i conti con la questione palestinese seguendo una strategia di eliminazione della popolazione dal territorio che gli ebrei considerano proprio.

 

Ci sono innumerevoli indizi e testimonianze di questo disegno perverso, non ultimo il documento  definito "Piano dei Campioni".

 


Il "Piano dei Generali" israeliani, chiamato anche "Piano dei Campioni", prevede di azzerare le forniture cibo e acqua, evacuare tutta la popolazione palestinese da Gaza Nord e chi resta è da uccidere.

Netanyahu ha iniziato ad attuarlo

Quel piano dimostra anche la prima delle due condizioni elencate dalla Segre: la pianificazione del genocidio, che nel caso di Gaza è sempre più evidente se si pensa che la quasi totalità della popolazione palestinese scampata alle bombe è sottoposta alla fame e agli stenti, alla privazione degli elementi basilari di una condizione umana. Anche in questo caso le testimonianze sono innumerevoli e strazianti.

Secondo quale necessità di guerra Israele impone ancora l'assedio a Gaza, se non con lo scopo di costringere i sopravvissuti a sfollare o morire?


Scrive la Segre:

 

D’altronde, anche di fronte ad operazioni militari volte intenzionalmente a produrre vittime civili e che hanno causato morti innocenti nell’ordine di decine di migliaia (Dresda) o centinaia di migliaia in pochi giorni (Hiroshima e Nagasaki) o addirittura un milione (assedio di Leningrado), non si è mai parlato di genocidi.

L’abuso della parola genocidio dovrebbe essere evitato con estrema cura per più di una ragione.

In primo luogo, solo coprendosi occhi e orecchie si può evitare di percepire il compiacimento, la libidine con cui troppi sembrano cogliere un’opportunità per sbattere in faccia agli ebrei l’accusa di fare ad altri quello che è stato fatto a loro.

 


Alla senatrice sfugge un elemento basilare : tra ebrei e palestinesi c'è un conflitto storico irrisolto, nel quale entrambi ricorrono all'idea di eliminare definitivamente l'altro.

Anche Hamas e gli estremisti islamici perseguono il genocidio degli ebrei. Il 7 ottobre 2023 c'è stato un evidente tentativo di genocidio contro gli ebrei da parte delle milizie palestinesi.

Il tentativo di genocidio perpetrato da Israele contro i palestinesi è altrettanto evidente e non c'è alcuna libidine o compiacimento nel sottolinearlo, ma solo una profonda tristezza ed indignazione.

 

 


Un complesso di colpa collettivo prodotto dalla storia si scioglie in un rabbioso sfregio liberatorio verso lo Stato ebraico di Israele, non solo equiparandolo ai nazisti ma rinfocolando tutti i più vieti stereotipi sugli ebrei vendicativi, suprematisti, assetati del sangue dei bambini non ebrei. 

L’impennata delle manifestazioni di antisemitismo nel mondo, a livelli mai visti da decenni, dimostra l’effetto devastante delle tossine che sono tornate in circolo.

 

No, senatrice Segre. L'antisemitismo che riaffiora, nessuno nega che non esista, non è solo frutto di rigurgiti che riaffiorano. E' la reazione rabbiosa e semplicistica di chi non ne può più di vedere immagini di sofferenza e distruzione nei confronti dei palestinesi. L'antisemitismo fanatico si nutre delle parole di Netanyahu, Ben Gvir, Smotrich, delle violenze dei coloni ebrei nei territori palestinesi, nelle provocazioni nei luoghi sacri di Gerusalemme, dei corpi dei bambini dilaniati dalle bombe a Gaza, dagli occhi spenti dal dolore delle madri. 

 

L'antisemitismo è diffuso a piene mani dall'esercito di Israele ogni giorno che passa senza una tregua a Gaza ...



In secondo luogo, l’accusa strumentale del genocidio proietta sull’intero Stato di Israele e su tutto il popolo israeliano — non solo sul pessimo governo in carica — l’immagine del male assoluto. Una demonizzazione ingiusta, ma anche controproducente per le prospettive di pace e convivenza. Ogni riduzione dell’altro a mostro, ogni cancellazione manichea delle sue ragioni — vale per i sostenitori acritici dei palestinesi, ma vale specularmente anche per i sostenitori acritici del governo israeliano — serve solo a perpetuare la guerra, a rinsaldare la trappola dell’odio e ad allontanare il giorno in cui potrà, dovrà sorgere uno Stato di Palestina accanto allo Stato di Israele.

 

In terzo luogo, la cultura antifascista e antitotalitaria ha avvertito da sempre le implicazioni velenose delle operazioni di negazionismo, riduzionismo, relativizzazione, distorsione o banalizzazione dei genocidi. Di lì passano inesorabilmente le rivalutazioni delle peggiori dittature e le campagne nostalgiche. Da lì parte il sistematico abbassamento degli anticorpi che sorreggono la coscienza democratica dei cittadini.

Inquieta che anche alcuni di coloro che meritoriamente si dedicano alla tutela e alla trasmissione della Memoria sembrino non capire che lasciar passare oggi l’abuso del termine genocidio significa produrre una crepa in un argine. E se crolla quell’argine, domani, potrà passare ben altro.


No, senatrice Liliana Segre, quest'ultima sua affermazione porta esattamente nella direzione contraria. 

 

Negare che è in atto un  tentativo di genocidio dei palestinesi da parte della maggioranza israeliana fanatico-religiosa significa ritardare l'azione collettiva per impedire una catastrofe umanitaria che potrebbe, questa sì, mettere in moto e giustificare un odio antisemita di proporzioni ancora maggiori.

 

Sminuire l'operato criminale del governo israeliano, espressione di una maggioranza politica in Israele, significa ritardare le iniziative per porre fine alla guerra, al massacro, ritardare il momento in cui la riflessione dovrebbe prevalere sull'odio e sull'emotività. 

 

L'antisemitismo è la versione più antica di razzismo nella storia dell'umanità. Combatterlo e prevenirlo è un'impegno senza fine, senza se e senza ma, che deve mobilitare il maggior numero possibile di risorse per garantire al popolo ebraico sicurezza dalle persecuzioni e dagli odii, a prescindere dalla razza e dalle convinzioni religiose e politiche.

 

L'ebraismo va rispettato e protetto, anche quando predica e pratica odio verso altri popoli e religioni. L'umanità non deve tornare indietro, nonostante i crimini di Hamas e Netanyahu.

 

Discettare se si tratta di genocidio o di "semplici" crimini di guerra, di cui sono colpevoli i soldati e non i politici, mi sembra una riduzione del problema, che non coglie l'enorme urgenza che l'opinione pubblica mondiale avverte nel porre fine al genocidio dei palestinesi e dell'idea di Palestina.

 


Senatrice Segre, faccia sentire la sua autorevolissima voce dentro la comunità ebraica non per distinguere tra crimini di guerra e genocidi ma per contribuire a fermare l'orribile strage dei palestinesi.

 

 

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Date Created: 29/11/2024 14:50:40


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