NATO: Ucraina Può Entrare nell'Alleanza Se Cede Terre a Putin
Stian Jenssen, braccio destro del segretario generale della NATO Stoltenberg, ha rivelato la strategia dell'Alleanza Atlantica per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
Kyiv rinuncia ad una parte dei territori occupati dall'esercito russo (Donbass e Crimea) e in cambio ottiene il nulla osta ad entrare nella NATO.
Una pensata davvero geniale, che il consigliere di Zelensky Podolyak ha definito "ridicola".
La dichiarazione di Jenssen, un burocrate di lungo corso dentro la NATO, non è una battuta male interpretata: corrisponde al pensiero di gran parte dei tecnocrati militari e diplomatici, soprattutto europei.
La guerra in Ucraina è in una fase di stallo prolungato e non se ne vede la fine all'orizzonte. Una trattativa che concede una parte del territorio ucraino a Putin mettendo Kyiv sotto l'ombrello NATO è davvero una soluzione "onorevole"?
Oppure è un modo per offrire a Putin una via d'uscita inaspettata?
- 15 agosto 2023
NATO contro Ucraina
La notizia è più clamorosa di quanto sembri, nonostante la sordina che i media europei gli hanno finora messo.
La NATO, l'Alleanza militare dei paesi occidentali - USA, Europa, Canada ....- ha fatto una proposta indecente, anzi "ridicola" secondo la definizione dell'ucraino Podololyak consigliere di Zelensky.
L'Ucraina rinuncia ad una parte del suo territorio, invaso e militarizzato dalla Russia, e in cambio la NATO la accoglierà subito nella sua Alleanza, ovvero sotto il suo ombrello protettivo.
Per molti la dichiarazione di Jenssen, eminenza grigia dell'apparato tecno-militare occidentale, è un'autentica pugnalata alle spalle contro Zelensky e l'intera Ucraina, in una fase molto delicata della già stentata controffensiva lanciata due mesi fa dall'esercito ucraino con l'obiettivo di riprendersi tutti i territori invasi da Putin, compresa la Crimea occupata nel 2014.
Poi sono arrivate le precisazioni. Jenssen: "spetta all'Ucraina decidere quando e in quali condizioni negoziare" con Mosca per la fine della guerra; NATO: la posizione sul sostegno alla sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina è chiara e non è cambiata, continueremo a sostenere l'Ucraina finché sarà necessario e ci impegniamo a raggiungere una pace giusta e duratura".
Ma la pugnalata ormai c'è stata ed è fuori di dubbio che si tratta di una posizione comune ai vertici della NATO e discussa già da molto tempo, probabilmente anche con i governi dei paesi membri della NATO.
Dietro la proposta Jenssen c'è una presa d'atto semplice e incontrovertibile: la guerra in ucraina dal punto di vista militare è in una fase di impasse che potrebbe durare a lungo, costare molte vite umane, distruzioni e un costo economico altissimo, anche per i paesi occidentali, dove i governi potrebbero trovare sempre più difficoltà nel far approvare gli aiuti all'Ucraina. Nel 2024 si vota in America, dove incombe la minaccia di Trump amico di Putin, e in Europa con le destre filorusse dilaganti.
Lo scenario, secondo i think tank, impone di trovare una soluzione, la più vantaggiosa e realista possibile.
Se Zelensky non riesce a liberare il Donbass e la Crimea nonostante le armi che gli sono state fornite, dovrà prima o poi rassegnarsi a firmare un trattato che ammetta la russificazione di quei territori.
In cambio però avrebbe la garanzia che l'amputazione dolorosa sarebbe un'assicurazione per il resto dell'Ucraina, da Kyiv a Odessa, perchè l'ombrello NATO le garantirebbe per decenni la difesa automatica in caso di attacco da parte di Putin e dei suoi eredi.
Il solito dilemma che ritorna: è possibile una pace "vera e giusta" senza la sconfitta di una delle due parti? No, non è possibile.
E allora l'ipotesi che l'Ucraina accetti lo scambio "territori contro sicurezza" può sembrare realistico, una presa d'atto pragmatica, ma non lo è.
Perché sarebbe un modo per salvare Putin e affossare Zelensky, ovvero una sconfitta per le speranze di libertà e la vittoria di un regime criminale e oppressivo ai confini dell'Europa.
E' giusto notare che la controffensiva ucraina che nell'estate avrebbe dovuto ribaltare le sorti della guerra è un sostanziale flop, che ha contribuito solo a rafforzare le rispettive posizioni ad un prezzo altissimo di vite umane.
Ma è altrettanto vero, come ha dimostrato lo "strano golpe" di Prigozhin, che le sorti della guerra in Ucraina saranno probabilmente legate più agli avvenimenti esterni che al campo di battaglia.
Tra questi avvenimenti c'è sicuramente la debolezza dell'economia in Russia, testimoniata dal crollo del rublo e soprattutto dallo scontro tra il Cremlino e la Banca di Russia, Putin contro Nabyullina, ovvero apparati contro apparati.
L'aumento del tasso al 12% significa il blocco del credito, un'economia di guerra fatta di prezzi alti e magazzini vuoti, in un contesto politico diverso da quello della primavera 2022.
E sempre tra gli avvenimenti esterni c'è stato il meeting sull'Ucraina in Arabia Saudita, presente la Cina, che ha colto l'occasione per differenziarsi leggermente dalla Russia.
Anche Xi Jinping vorrebbe che la guerra finisse presto, per svincolarsi dalla cattiva compagnia e rilanciare il business con l'Occidente. Un quarto dei giovani cinesi è disoccupato, e la guerra in Ucraina non l'aiuta a trovare un lavoro.
(in aggiornamento)
i.fan.