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Cecilia Sala scambio con Mohammad Abedini?

L'Iran vuole lo scambio di Cecilia Sala con Mohammad Abedini


i.fan. - 27 Dicembre 2024 - aggiornato il 28/12/2024 17:19:33 ID: 4537


Con un atto di brigantaggio diplomatico ("diplomazia degli ostaggi") l'Iran ha sequestrato la giornalista italiana Cecilia Sala per ottenere lo scambio con Mohammad Abedini trafficante del regime iraniano arrestato a Milano pochi giorni prima



 

Dietro l'arresto a Teheran della giornalista italiana 29enne Cecilia Sala si delinea un caso di "brigantaggio diplomatico", altrimenti noto come "diplomazia degli ostaggi", perpetrato dal regime dell'Iran per reazione all'arresto di un cittadino iraniano avvenuto il 16 dicembre scorso a Milano.

L'iraniano si chiama Mohammad Abedini, ricercato dagli Stati Uniti con l'accusa di essere un trafficante per conto del regime iraniano di tecnologia utilizzata per guidare droni militari in attentati alle truppe USA in Medio Oriente.


Mohammad Abedini Najafabadi è uno dei due cittadini iraniani il cui arresto il 16 dicembre scorso ha causato la formale protesta iraniana con l'Italia e gli Stati Uniti.

L'uomo è attualmente detenuto in regime di stretta sorveglianza: una misura presa per evitare rischi alla sua incolumità ma anche contro il pericolo di fuga.


Abedini, 38enne di Teheran, è stato bloccato su ordine della giustizia americana all'aeroporto milanese di Malpensa, dove era appena atterrato da Istanbul.

L'altro uomo al centro di questa vicenda, Mahdi Mohammad Sadeghi, cittadino statunitense-iraniano di 42 anni, è stato invece fermato negli Usa. Entrambi sono accusati dai procuratori della Corte federale di Boston di cospirazione per esportare componenti elettronici dagli Stati Uniti all'Iran in violazione delle leggi statunitensi sul controllo delle esportazioni e sulle sanzioni. Abedini è accusato anche di aver fornito il supporto materiale al Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica, considerate dagli Usa un'organizzazione terroristica, che ha poi portato alla morte di tre militari statunitensi, uccisi da un attacco con un drone su una base in Giordania.


E' stato lo stesso regime iraniano a fornire indirettamente gli indizi del collegamento tra l'arresto di Abedini e quello di Cecilia Sala.

 

Il 21 dicembre scorso, due giorni dopo l'arresto di Cecilia Sala, il Tehran Times scriveva che :

 

Il vice ministro degli Esteri per gli Affari consolari, parlamentari e degli espatriati iraniani Vahid Jalalzadeh ha condannato gli arresti di due cittadini iraniani come "ingiusti e illegali", sottolineando che violavano il diritto internazionale. Ha presentato proteste formali all'ambasciatore svizzero (che rappresenta gli interessi degli Stati Uniti in Iran) e all'incaricato d'affari italiano (dove è avvenuto uno degli arresti).

In dichiarazioni ai media iraniani, Jalalzadeh ha assicurato che sia la sezione consolare che quella politica del Ministero degli Affari Esteri stanno monitorando attentamente i casi di questi individui. "Siamo impegnati a perseguire questa questione finché non si raggiungerà una risoluzione soddisfacente", ha affermato.

Mohammad Abedini Najafabadi (38) e Mehdi Mohammadzadeh (42) sono stati arrestati il ​​16 dicembre, con il pretesto del coinvolgimento in un attacco di droni di gennaio contro una base militare statunitense illegale in Siria. I gruppi di resistenza in Iraq si sono assunti la responsabilità dell'operazione contro la base situata vicino al confine con la Giordania. 

 

'Contatto perso con Najafabadi'

 

Najafabadi è irraggiungibile da quando è stato arrestato in Italia mentre si preparava a partire per la Svizzera, dove vive, hanno detto ai media la sua famiglia e i suoi conoscenti. Non si sa dove si trovi attualmente. 

Un conoscente universitario di Najafabadi ha dichiarato all'agenzia di stampa Tasnim che Najafabadi, laureato alla Sharif University, è l'amministratore delegato di Sanat Danesh Rahpooyan Aflak (SDRA), un'azienda iraniana che produce strumenti di misurazione di precisione con applicazioni in vari campi, tra cui la medicina e lo sport. 

In precedenza aveva anche guidato Illumove SA, un'azienda svizzera specializzata in apparecchiature di motion capture, operante sotto la supervisione del governo svizzero. La fonte ha osservato che la tecnologia avanzata nei prodotti di queste aziende consente diversi utilizzi dopo le vendite legali in Iran.

Non è ancora chiaro se i prodotti dell'azienda di Najafabadi siano stati utilizzati nei droni che hanno preso di mira la base americana all'inizio di quest'anno. Tuttavia, non ci si aspetta che nessun produttore di utensili industriali o scientifici controlli l'uso finale dei suoi prodotti. L'arresto sembra essere un tentativo degli Stati Uniti di distogliere l'attenzione dall'opposizione locale alla sua presenza militare in Siria e Iraq. 

Le informazioni sull'altro detenuto, Mohammadzadeh, sono limitate: è un residente degli Stati Uniti arrestato nel Massachusetts più o meno nello stesso periodo di Najafabadi.

 


 

 


Se l'ipotesi dell'arresto di Cecilia Sala per ritorsione dopo quello di Mohammad Abedini Najafabadi a Milano è vera, si può facilmente intuire che lo Stato italiano e il governo Meloni dovranno decidere al più presto quale atteggiamento tenere, se cedere al ricatto degli ayatollah o perseguire una linea dura negando qualsiasi scambio.

 

Questa seconda ipotesi sarebbe disastrosa per Cecilia Sala, costringendola ad un periodo di carcere violento e ingiustificato che potrebbe durare molti mesi o anni.

 

Ma l'ipotesi del rilascio di Mohammad Abedini Najafabadi non è semplice, perché dietro il suo arresto ci sono gli Stati Uniti che si apprestano tra tre settimane a cambiare presidente con l'ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca e anche la strategia nei confronti dell'Iran potrebbe subire un irrigidimento, non consentendo margini di mediazione.

 

La soluzione migliore sarebbe quella di un gesto unilaterale e trasparente da parte del governo italiano con la scarcerazione del cittadino iraniano Abedini, che è residente in Svizzera, in cambio del rilascio immediato di Cecilia Sala. 

 

L'arresto, o meglio il sequestro arbitrario, di Cecilia Sala in Iran è un duro colpo anche per i servizi segreti italiani, i quali avrebbero dovuto immaginare che i pericoli per i nostri concittadini sarebbero aumentati dopo l'arresto di Abedini Najafabadi.

 

 

 

Il 16 dicembre scorso il Dipartimento di Giustizia degli USA ha diramato una nota nella quale si legge tra l'altro:

....

Il 28 gennaio, tre militari statunitensi sono stati uccisi e più di quaranta altri sono rimasti feriti in un attacco con drone da parte di militanti sostenuti dall'IRGC su una base militare situata nel nord della Giordania, nota come Torre 22. Secondo i documenti del tribunale, l'analisi dell'FBI sul drone recuperato dal sito dell'attacco ha mostrato che il drone era un UAV iraniano Shahed e che il sistema di navigazione utilizzato nel drone era il Sepehr Navigation System, prodotto dalla società di Abedini, SDRA.

 

Sadeghi e Abedini sono stati accusati tramite denuncia penale di  cospirazione per aver violato l'International Emergency Economics Powers Act, reato che prevede una pena fino a 20 anni di carcere, tre anni di libertà vigilata e una multa fino a 1 milione di $.

Abedini è stato anche accusato di  fornire supporto materiale a un'organizzazione terroristica straniera, con conseguente morte, e di un capo di imputazione per fornitura e tentata fornitura di supporto materiale a un'organizzazione terroristica straniera, con conseguente morte, che prevede una pena fino all'ergastolo, libertà vigilata a vita e una multa fino a 250.000 $.

Un giudice del tribunale distrettuale federale determinerà qualsiasi condanna dopo aver preso in considerazione le linee guida per la determinazione delle sentenze degli Stati Uniti e altri fattori statutari.

...


 

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Sequestro Cecilia Sala, gravi responsabilità di governo Meloni e AISE

Cecilia Sala non fu avvisata del rischio di essere presa in ostaggio in Iran, dopo l'arresto dell'iraniano Abedini Najafabadi il 16 dicembre in Italia.

Servizi segreti e governo Meloni hanno ignorato i pericoli nonostante numerosi precedenti della "diplomazia degli ostaggi" iraniana, ovvero la strategia del regime di Khamenei che utilizza l'arresto di cittadini occidentali per ottenere concessioni politiche, o per ricattare i governi.

L'arresto di Abedini avrebbe dovuto far scattare l'immediata protezione di Cecilia Sala, che quel giorno si trovava in Iran, da parte dell'ambasciata italiana a Teheran, della Farnesina e dell'AISE (servizi segreti italiani all'estero) ma la giornalista fu tenuta all'oscuro fino al sequestro del 19 dicembre.

diplomazia degli ostaggi

i.fan.


Key1: Cecilia Sala keywords: Cecilia Sala, Mohammad Abedini, Iran, Droni, libertà di Informazione, USA,

Date Created: 27/12/2024 21:30:39


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