Il 7 ottobre 2023 non è stato l'inizio di una rivoluzione, come vorrebbero far credere i mercenari del terrore di Hamas Hezbollah e Pasdaran, ma il primo giorno di un incubo interminabile, distruttivo, umiliante per tutto il genere umano.
Il 7 ottobre del 2024, un anno dopo, il bilancio è terribile, inimmaginabile anche per i più pessimisti.
Gaza non esiste più, il popolo palestinese vive nell'incubo del genocidio, Hamas si è dileguata con quel che resta degli ostaggi israeliani, Netanyahu impone la legge dei suoi crimini in tutto il Medio Oriente, gli ebrei sono sempre più isolati in tutto il mondo, l'Occidente è incapace di arginare la paranoia guerrafondaia di Israele.
Se a questo orrore si aggiunge quello altrettanto infinito nel terzo anno dell'aggressione di Putin all'Ucraina ... siamo tutti dentro un tunnel nero e profondo da cui rischiamo di non riemergere o di abituarci passivamente alle tenebre della ragione.
Il 7 ottobre 2023 Hamas ha scatenato il terrore, una strage di innocenti senza giustificazioni o obiettivi, se non quelli di perpetuare il proprio potere sulla popolazione palestinese di Gaza.
Netanyahu sapeva dei preparativi dell'attacco terroristico, ma non ne immaginava la portata e le conseguenze.
Netanyahu pensava che un'azione terroristica "controllata" di Hamas gli avrebbe fatto comodo in quel momento di difficoltà politica interna, con la prospettiva della caduta del suo governo e di elezioni anticipate.
Niente di meglio che utilizzare il terrorismo di Hamas per giustificare la "sproporzionata risposta" di Israele e con la guerra evitare le elezioni.
I piani militari israeliani erano pronti da anni, come poi si capirà dagli eventi successivi.
Così come da anni Hamas preparava la sua folle strategia di provocare periodicamente Israele per evocare il martirio dei palestinesi e rinsaldare il suo potere su Gaza e il flusso enorme di armi e denaro dal Qatar e dall'Iran.
Nelle manifestazioni pro-Palestina che si sono tenute il 5 ottobre in numerose capitali europee qualcuno - una netta minoranza - ha inneggiato al 7 ottobre 2023 e all'operazione al-Aqsa Flood come l'inizio di una "giusta rivoluzione" dei palestinesi contro l'oppressione sionista di Israele.
E' una convinzione nefasta ma soprattutto estranea al reale sentimento dei palestinesi di Gaza e della Cisgiordania, che dopo un anno di crimini israeliani si sono resi conto del grave imbroglio perpetrato ai loro danni da Hamas con la piena complicità di Netanyahu.
I crimini del 7 ottobre 2023 non si possono giustificare. Si può comprendere invece come Netanyahu abbia fatto precipitare il destino dei palestinesi nella trappola della rabbia e dell'esasperazione, negando loro i diritti ad una terra, ad una comunità, alla dignità di popolo in uno Stato indipendente, distruggendo le speranze di un percorso pacifico verso i due Stati per due Popoli e lasciando quindi il predominio all'opzione terroristica.
La propaganda fanatica-religiosa di Hamas ha fatto presa sulla disperazione, proprio come volevano i fanatici religiosi ebrei.
La spirale di violenza che da 70 anni inghiotte Gerusalemme ha trascinato tutti nell'abisso della violenza.
Inaudita, quella di Hamas contro i giovani del Nova festival, contro le famiglie inermi dei kibbutz, in gran parte amici dei palestinesi. 1200 morti e 250 rapiti.
Inaudita e sproporzionata quella di Israele contro la popolazione di Gaza, colpevole di fare da scudo alle milizie di Sinwar. Sono cadute più bombe nella Striscia di Gaza che non in tutta l'Europa durante la Seconda Guerra Mondiale. Cinquantamila morti, centomila feriti invalidi, due milioni di affamati, sfollati, distrutti.
Gaza non c'è più, la Palestina non c'è più.
Almeno fino a quando l'incubo non sarà finito.
Il 7 ottobre 2023 ha dato il pretesto a Netanyahu per regolare i conti con gli Hezbollah in Libano, gli Houti in Yemen e soprattutto con il regime degli Ayatollah in Iran.
Il 7 ottobre 2024 Israele scatenerà una tempesta di missili e bombe contro l'Iran.
Il macabro copione dei "messaggi" di Netanyahu prevede che per ogni miliziano, terrorista o soldato nemico eliminato, ci siano almeno cento inermi civili uccisi a contorno.
L'attacco all'Iran non libererà il popolo iraniano dalla morsa del regime di Khamenei, perché l'obiettivo israeliano non è liberare ma terrorizzare, annichilire.
Il 7 ottobre 2024 sarà orribile come il 7 ottobre 2023.