ORRORE A GAZA, 300 MORTI PER LE BOMBE SULL'OSPEDALE AL-AHLI AL-ARABI
17 ottobre - Strage di oltre 300 civili palestinesi per le bombe israeliane sull'ospedale di Gaza City al-Ahli al-Arabi.
L'esercito e il governo israeliano hanno compiuto un crimine contro l'umanità di proporzioni storiche. Un crimine che non ha giustificazioni e fa rivoltare anche quella parte di opinione pubblica mondiale che aveva manifestato solidarietà e comprensione per Israele dopo l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre.
L'ospedale di Gaza era sovraffollato per le migliaia di feriti causati dai raid aerei e dai medici rimasti a curarli nonostante le minacce israeliane. Israele fa trapelare una versione che attribuisce ai razzi di Hamas la responsabilità della strage, ma è un tentativo di scaricare la responsabilità.
La strage all'Ospedale di Gaza il giorno prima dell'arrivo di Biden
Questo era il post che avevo preparato per commentare il viaggio di Biden a Tel Aviv, prima che si diffondesse la notizia della strage di palestinesi nell'ospedale di Gaza colpito dalle bombe israeliane.
BIDEN IN ISRAELE PER IMPORRE A NETANYAHU UNA LINEA "UMANITARIA" PER GAZA
L'arrivo di Joe Biden nel teatro di guerra in Medio Oriente può cambiare il corso degli eventi, se riesce a limitare i crimini di Netanyahu e proporre ai paesi arabi una linea comune per Gaza
Joe Biden nonostante l'età avanzata e i ben noti problemi di ambulazione ha deciso di prendere il toro per le corna, in un momento di grande pericolo per gli equilibri mondiali.
Il "vecchio Joe" arriva a Tel Aviv ancora minacciata dal lancio di razzi di Hamas, anche la sua rotta aerea è protetta dall'imponente schieramento militare degli USA in Medio Oriente e nel Mar Mediterraneo.
Biden va in Israele con tanti obiettivi, il primo dei quali ha un valore simbolico-morale: quando Israele è in pericolo o viene colpito duramente come il 7 ottobre scorso, l'America è con Israele, senza se e senza ma. La fatica di Biden per un viaggio faticoso e rischioso si ripagherebbe ampiamente anche solo con questo risultato.
Ma Joe Biden ha un altro obiettivo, più difficile ed incerto: quello di limitare la risposta israeliana, pur legittima e scontata, entro confini che non compromettano gli interessi americani in Medio Oriente, in particolare l'incerto cammino delle relazioni diplomatiche con numerosi paesi arabi, in primis Arabia Saudita ed Egitto.
Se a Gaza la rappresaglia israeliana al massacro di 1400 cittadini ebrei non si ferma, lo scenario più ovvio e probabile è quello di un capovolgimento delle parti e delle emozioni che in tutto il mondo stanno accompagnato i tragici avvenimenti. Se all'inizio tutti si erano indignati contro la mattanza degli ebrei perpetrata dai tagliagole di Hamas, con il passare dei giorni, dei bombardamenti, delle atroci immagini che mostrano le migliaia di cadaveri di bambini palestinesi sotto le macerie gran parte della propaganda antiisraeliana riprende fiato e motivazioni.
Nelle capitali europee, ma anche nelle università americane, c'è una moltitudine di persone civili e moderate che chiede con angoscia di fermare il massacro dei palestinesi. Chiede di fermare la catastrofe umnanitaria provocata dalle bombe indiscriminate e dalla strategia di Netanyahu di cacciare via da Gaza un milione di palestinesi, per sempre.
L'opinione pubblica progressista europea ed americana non può permettere che venga cancellata la speranza, pur flebile, di risolvere il conflitto Israele -Palestina nel quadro dei Due Stati per Due Popoli. Una speranza che Netanyahu invece cerca di distruggere, speculare alla logica di Hamas e del suo grande protettore Iran.
LA INFINITA SIMMETRIA DEI CRIMINI ISRAELIANI E PALESTINESI
Biden ha ricevuto molte sollecitazioni per compiere questo viaggio. Anche da Pechino gli hanno fatto sapere che ilk tempo per fermare Netanyahu sta per scadere.
Biden, e gli Stati Uniti d'America, non possono permettere ad Israele di invadere Gaza alo stesso modo con cui Putin ha invaso l'Ucraina.
La linea sottile di demarcazione che la Casa Bianca ha comunicato fin dall'inizio della guerra di Gaza è che Israele ha diritto a difendersi con ogni mezzo dalla minaccia mortale di Hamas, ma il diritto alla rappresaglia non deve coinvolgere tutti i palestinesi e tutti gli sforzi diplomatici che da decenni cercano una soluzione nel quadro degli accordi di Oslo.
Biden inoltre non dimentica che tra i 200 ostaggi in mano ad Hamas ci sono anche 20 cittadini americani. Il suo ovvio obiettivo è di riportarli a casa a qualunque costo, anche convincendo Netanyahu ad uno scambio con le migliaia di prigionieri palestinesi nelle carceri di Israele e ad una rinuncia al piano di invasione di Gaza.
Due giorni prima dell'arrivo di Biden a Tel Aviv è comparso il video della giovane israeliana Maya Sham rapita e ferita. Molti vi hanno intravisto l'avvio di trattative per la liberazione degli ostaggi.
Un segnale positivo per la Casa Bianca, come anche la dichiarazione da parte dei vertici dell'IDF che non danno per scontata l'invasione di Gaza nei prossimi giorni.
Se il "vecchio Joe" riesce a non incespicare a Tel Aviv, convincendo Netanyahu a "limitare" i suoi propositi criminali e a riportare a casa gli ostaggi, si potrà ben dire che avrà compiuto un miracolo storico. E ad avere qualche freccia in più per la prossima campagna USA 2024.
Il vento che spira non gli è d'aiuto e potrebbe farlo incespicare.
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