Il Wall Street Journal rivela che circa 30 alti ufficiali dell'esercito russo - oltre la metà generali - sarebbero stati arrestati o rimossi dall'incarico per aver "fiancheggiato" la rivolta di Prigozhin. Tra questi il generale Surovikin, ex comandante delle operazioni in Ucraina pupillo di Putin, e il generale Mikhail Mizintsev, il boia di Mariupol, ex vice ministro della Difesa. Stessa sorte per il generale Andrei Yudin, braccio destro di Surovikin, e del vice capo dell’intelligence militare Vladimir Alexeyev.
Nomi pesanti che dimostrano come nell'esercito e nella nomenclatura vicina a Putin da molti mesi stia serpeggiando malumore, insofferenza, critiche alla gestione della guerra in Ucraina da parte di Putin e del suo braccio destro Shoigu.
La "rivolta dei generali" russi è il segno più tangibile della sconfitta del Cremlino e forse prelude ad una "rivolta generale" che finirà per contagiare anche l'opinione pubblica finora accondiscendente o silenziosa.
Persino il prudente Joe Biden ora si sbilancia e dichiara che "Putin ha già perso".
Tutti coloro che pensano che la "marcia per la giustizia" di Prigozhin sia fallita e che a Mosca tutto è tornato come prima dovrebbero ricordarsi questo nome: Ivan Popov, che in Russia è come chiamarsi Mario Rossi.
Il caso di Ivan Popov sta agitando i vertici militari, Shoigu e Gerasimov, ma anche quelli politici, coloro che fino ad ora erano la claque sicura di Putin cioè la Duma, il parlamento russo.
Il caso di Ivan Popov è la riprova che la rivolta fallita di Prigozhin ha avuto come effetto previsto quello di rompere gli argini al dilagante malcontento che circola nei quadri intermedi dell'esercito della Federazione Russa.
Ivan Popov era fino a 48 ore fa il comandante della 58a armata, quella schierata nell'Ucraina del sud, attorno a Zaporizhzhia e Mariupol.
Nessuna notizia inoltre del generale Sergey Surovikin, sospettato di essere a conoscenza dei piani di Prigozhin.
da meduza.io
Il deputato della Duma di Stato Andrei Gurulev ha pubblicato un messaggio audio dell'ex comandante della 58 armata comandata dal maggiore generale della Federazione Russa Ivan Popov con il nominativo "Spartak" ai suoi subordinati.
Nella registrazione, il militare dice di essere stato rimosso dall'incarico perché "chiamava le cose con il loro nome" e raccontava ai suoi superiori dei problemi nell'esercito e al fronte. In precedenza, il canale telegram Grey Zone, associato al PMC Wagner, ha riferito che Popov è stato rimosso dopo un rapporto al capo di stato maggiore delle forze armate russe, Valery Gerasimov, in cui, in particolare, ha proposto di ruotare le unità russe in prima linea. In risposta al rapporto, secondo Grey Zone, Gerasimov ha affermato che Ivan Popov "è impegnato nella disinformazione e nell'allarmismo".
Il deputato Gurulev è già stato criticato per aver pubblicato l'appello del generale. Il segretario del Consiglio generale di Russia unita Andrei Turchak ha detto che l'appello di Popov non era pubblico, e il deputato ne ha fatto uno "spettacolo politico". Meduza pubblica una trascrizione completa dell'appello di Popov.
Questo il messaggio di Ivan Popov, soprannominato Spartak, ai suoi "gladiatori"
Buona notte, miei amati gladiatori, la mia famiglia!
Ho dovuto raccogliere i miei pensieri, molti eventi sono accaduti negli ultimi due giorni. Ora possiamo dirlo con sicurezza. Sono stato preso in custodia, rimosso dal mio incarico. Il tenente generale Lyamin è arrivato e ha preso il comando dell'esercito. Sto aspettando il mio ulteriore destino militare, ricevendo una sorta di proposta per un ulteriore servizio.
Sono stato onesto con voi fin dall'inizio. Ho accorciato tutte le distanze con tutti i gladiatori dell'esercito, dal soldato al maresciallo. Nel nostro caso, fino al capo di stato maggiore, il maggiore generale Medvedev, perché moriamo tutti allo stesso modo, combattiamo allo stesso modo, tutti hanno paura allo stesso modo, tutti soffrono allo stesso modo. Non ho fatto assolutamente differenza tra di voi, il più onesto possibile dal primo giorno di arrivo nel nostro esercito.
Pertanto, vi dico onestamente che si è verificata una situazione difficile con le autorità superiori, quando era necessario tacere e vigliaccamente, per dire quello che volevano sentire. Oppure chiamare il pane al pane.
In nome vostro, in nome dei morti di tutti i nostri amici combattenti, non avevo il diritto di mentire, quindi ho delineato tutte le questioni problematiche che esistono oggi nell'esercito in termini di lavoro di combattimento e supporto. Ho chiamato ogni cosa con il suo nome proprio. Ho attirato l'attenzione sulla tragedia più importante della guerra moderna: questa è l'assenza di postazioni di combattimento, l'assenza di stazioni di ricognizione dell'artiglieria e la morte e il ferimento di massa dei nostri fratelli dall'artiglieria nemica.
Ho anche sollevato una serie di altri problemi, li ho espressi al più alto livello - francamente, in modo estremamente duro. A questo proposito, a quanto pare, gli alti comandanti hanno sentito in me una sorta di pericolo e hanno rapidamente escogitato un ordine del Ministro della Difesa in un giorno di luce, mi hanno portato fuori dal luogo e si sono sbarazzati di me.
Come hanno detto oggi molti comandanti dei reggimenti della divisione, i militari delle forze armate ucraine non sono riusciti a sfondare il nostro esercito dal fronte: il nostro comandante anziano ci ha colpito da dietro, decapitando a tradimento e vilmente l'esercito nel punto più difficile e momento di tensione.
(allusione all'uccisione del generale Oleg Tsokov, ndr)
Ma rimango costantemente in contatto con tutti i soldati e sergenti, alfieri dell'esercito, con tutti assolutamente 24 ore su 24, 7 giorni su 7 - qualsiasi problema, domestico, familiare, posteriore, combattimento, assolutamente qualsiasi problema.
Continuiamo a lavorare in gruppo. Sono sempre a vostra disposizione. È un onore per me stare con voi negli stessi ranghi. Sono orgoglioso, amo e farò tutto ciò che è in mio potere, e ancora di più affinché sia più facile per voi combattere e il maggior numero possibile di nostri compagni rimanga in vita.
Continuo a svolgere la missione di combattimento. La cosa principale è nel nome di coloro che non torneranno mai più dai campi di battaglia. In nome della loro memoria, in nome del sangue versato di soldati e ufficiali a Zaporozhye, siamo obbligati a sconfiggere il nemico con voi, a respingere la sua offensiva, a creare le condizioni per azioni successive. E così onorare la memoria dei nostri compagni caduti.
Sempre con voi, sempre in contatto, il vostro Spartak.
Il messaggio del generale Popov contiene tra le righe un'informazione importante, oltre a quelle già annotate.
Viene ammesso pubblicamente il grande numero di soldati russi uccisi in guerra. Popov si riferisce ai morti in combattimento, così come aveva fatto anche Prigozhin, per scuotere i propri interlocutori, per giustificare il suo "parlare schietto".
I soldati russi morti o feriti sono decine di migliaia, e nasconderne i cadaveri da parte del regime di Putin comincia a diventare difficile se non impossibile.
I soldati russi morti irrompono nel dibattito-scontro tra i vertici militari come tra i politici.
Il generale "Spartak" Popov li chiama "i miei gladiatori", combattenti eroici, li trasforma in un soggetto politico nazionale, e con loro agita lo spettro della rivolta contro l'establishment che tradisce il sacrificio dei propri giovani soldati.
Il caso di Ivan Popov è al tempo stesso la conferma rivelatrice che Prigozhin aveva fiutato il malcontento serpeggiante tra le truppe russe in Ucraina e che il regime di Mosca ha enormi difficoltà nel nascondere agli occhi dell'opinione pubblica "l'incapacità dei vertici militari per colpa dei quali migliaia di giovani russi muoiono inutilmente".
Ivan Popov non si è ribellato al Cremlino, anzi ha chiesto udienza a Putin per raccontargli di persona quello che vede e pensa. E la sua rimozione ha suscitato divisioni e polemiche anche dentro lo schieramento politico che governa la Duma russa.
Il messaggio audio di Popov è stato diffuso dal deputato della Duma Andrei Gurulev all'insaputa degli altri colleghi di partito.
Il segretario del consiglio generale di Russia Unita Andrey Turchak ha reagito con imbarazzo alla pubblicazione:
"L'appello del generale Popov non era pubblico", ha detto Turchak nel suo canale Telegram, osservando che è stato pubblicato "in chat private di comandanti e combattenti della 58a armata". "Il fatto che il "deputato" Gurulev in qualche modo lo abbia preso e ne abbia fatto uno spettacolo politico, lascia che rimanga sulla sua coscienza", scrive il senatore. "Come le sue altre dichiarazioni e commenti."
"E la coscienza di Ivan è pulita", è sicuro Turchak. "La madrepatria può essere orgogliosa di tali comandanti". Ha anche aggiunto che "l'esercito era e rimane fuori dalla politica".
Ovvero i panni sporchi andrebbero lavati in famiglia, senza però spiegare perché il comandante Ivan Popov è stato rimosso dall'incarico.
Ipocrisia e paura vanno a braccetto dentro il Cremlino.
Molti si chiedono come sia stato possibile per l'esercito di Zelensky uccidere con estrema facilità il generale russo Oleg Tsokov, gerarchicamente superiore di Popov e figura importante del comando militare sul fronte ucraino.
Ovvero, si chiede il russo della strada, "a che serve essere eroi se poi Putin non ci difende?"
Ucciso Oleg Tsokov Generale Russo Odiato da Ceceni Siriani e Ucraini
12 Luglio - In Russia è stata confermata la morte del generale Oleg Tsokov, ucciso da un missile Storm Shadow a Berdyansk in Ucraina. Non è il primo generale russo a morire sul fronte del Donbass ma Oleg Tsokov era un generale molto importante per Putin. Aveva partecipato alla macelleria in Cecenia e in Siria, dove si era guadagnato la fama di "generale amato dai soldati" perché rischiava in prima persona nel partecipare ai crimini di guerra. Era un generale "credibile" quando chiedeva ai suoi soldati di morire per Putin. Era stato promosso di recente a vice comandante nel mattatoio ucraino. La sua morte è un duro colpo per Putin e un successo per Zelensky
Oleg Tsokov
i.fan.