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resti dei 7 operatori umanitari di Wck uccisi da Israele a Gaza

Israele Spara e Ammazza Dovunque, un Lanciafiamme nella Polveriera da Gaza a Damasco


i.fan. - 2 Aprile 2024 - aggiornato il 05/04/2024 08:02:07 ID: 4158


Nello stesso giorno l'esercito israeliano ha ucciso 7 operatori umanitari a Gaza e 2 generali iraniani in Siria. Motivi diversi ma la stessa logica incendiaria nella polveriera del Medio Oriente


Nello stesso giorno a distanza di poche ore e con motivazioni e contesti completamente diversi, Israele ha ucciso alcuni simboli della mappa geopolitica mediorientale.
L'atto più grave, e per noi doloroso, è stata l'uccisione di sette operatori umanitari nella striscia di Gaza, già martoriata dai soldati di Tel Aviv con decine di migliaia di omicidi di innocenti.

Lavoravano per World central kitchen - Wck, un'organizzazione che aiuta a sfamare gli affamati di cui purtroppo è stracolma Gaza dopo 6 mesi di distruzione da parte degli israeliani.


US-based aid group World Central Kitchen confirms seven staff members were killed in a “targeted attack” by the Israeli military and called on it to stop “this indiscriminate killing” in Gaza.

Those killed were from Palestine, Australia, Poland, the UK, and a US-Canada citizen.

Doctors Without Borders says Gaza’s al-Shifa Hospital is “in ruins” a day after Israeli troops withdrew from the complex following a two-week raid.

 


 

 

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«non è solo un attacco contro Wck, è un attacco alle organizzazioni umanitarie che si presentano nelle situazioni più terribili, dove il cibo viene usato come arma di guerra. È imperdonabile».

Lo ha denunciato in una nota Erin Gore, l'amministratore delegato della ong fondata dallo chef spagnolo José Andres.

Il team di Wck, si ricorda in un comunicato, «viaggiava a bordo di due auto blindate con il logo» della ong e, «nonostante i movimenti fossero stati coordinati con le Idf, il convoglio è stato colpito mentre lasciava il deposito di Deir al-Balah, dove il team aveva scaricato più di 100 tonnellate di aiuti alimentari umanitari» arrivati a Gaza attraverso il corridoio marittimo da Cipro.

...


sette vittime sono di nazionalità australiana, polacca, britannica, palestinese e con doppia cittadinanza americana e canadese.

 


 

Dopo aver sparato, e di fronte alla reazione dell'opinione pubblica mondiale, Israele promette un'inchiesta sul "tragico errore".

Prima uccide poi cerca il motivo.

Uccidere chi porta aiuti a Gaza.

Non è la prima volta, e Israele ha già ucciso un numero enorme di personale umanitario, soprattutto medici e infermieri, che cercavano di salvare qualcuno delle migliaia di vittime, soprattutto bambini, dei bombardamenti.

Israele spara alla cieca?

No, si tratta di "omicidi calcolati", non di tragici errori.

L'esercito israeliano ha ricevuto ordini precisi dai suoi vertici e dai committenti politici: Gaza deve diventare un inferno per chiunque, oltre che per i palestinesi, perché nella logica del governo Netanyahu tutti coloro che operavano a Gaza erano e sono complici di Hamas e quindi della strage del 7 ottobre, e quindi obiettivi legittimi della furia israeliana.

 


 

 

In un contesto diverso e con un raid mirato già visto altre volte, l'IDF e i servizi segreti di Tel Aviv hanno colpito il vertice militare iraniano in Siria.


A Damasco un grappolo di missili ha fatto saltare in aria una palazzina di proprietà dell'ambasciata iraniana dove "lavoravano" un gruppo di macellai iraniani comandati da quel generale Mohammed Reza Zahedi che s’era distinto nel reprimere le manifestazioni di protesta in Iran.

In questo caso, l'uccisione dei generali iraniani in Siria non ci causa dolore e sgomento.

Erano militari pagati e abituati ad uccidere e a torturare, la loro scomparsa non può addolorare.

Ma preoccupare, sì.


Perché la pretesa di Israele di colpire dovunque e senza alcun limite i propri avversari è un rischio enorme per gli equilibri geopolitici mondiali. E' come dare a qualcuno il diritto di fumare dentro una polveriera, accendere un cerino, anzi un lanciafiamme, che può far esplodere tutto.

Israele ha più di un motivo per colpire i vertici iraniani che uccidono in Siria piuttosto che in Libano o nello stesso territorio iraniano.

Sono i mandanti e gli organizzatori di milizie che da anni si sono resi responsabili di stragi terribili come quelle perpetrate in Siria ai danni della popolazione civile grazie anche alle bombe di Putin e di Erdogan, e alle oscure manovre di servizi segreti americani o francesi, o israeliani, o turchi, da Damasco a Beirut allo Yemen.

Che dietro Hamas ci sia anche l'Iran di Khamenei lo sanno anche le pietre del Giordano.

Ma c'è anche Putin e i servizi segreti russi, con cui Israele è in ottimi rapporti, ma che per calcoli geopolitici evidenti non possono essere attaccati.

Inutile sottolineare che Teheran ha promesso vendetta, tremenda vendetta, e che a farne le spese saranno anche i cittadini iraniani oppressi dal regime militare-islamico degli ayatollah.

Altrettanto inutile sottolineare che Netanyahu sarà ben lieto di essere attaccato dagli Hezbollah libanesi che gli offriranno il pretesto per un'altra guerra di confine e rinviare le sue dimissioni e le elezioni dopo aver militarizzato ancor più Israele.

 

 

 

 


 

Israele, ovvero il governo di Netanyahu che comanda da un ventennio, non può arrogarsi il diritto di decidere e colpire senza valutare i rischi connessi che riguardano invece tutto il resto dell'umanità.


Israele non può comportarsi impunemente come da mesi sta facendo a Gaza.

Prima uccidere, come quando ha ucciso tre suoi connazionali ostaggi di Hamas fuggiti con la bandiera bianca, e poi valutare se si tratta di un "tragico errore" o di un omicidio giustificato. 

La bilancia del terrore e dei crimini ormai pende spaventosamente da una parte, e non sarà la morte di 2 generali iraniani responsabili di assassini e torture a giustificare la furia israeliana contro la popolazione palestinese e chiunque, a cominciare dagli operatori umanitari, cerchi di difenderla.


E sempre nelle stesse ore in cui venivano uccisi gli operatori di Gaza, un'altra notizia completa il quadro di un paese, Israele, in preda ad un delirio pericoloso.

La messa al bando di Al Jazeera dal territorio israeliano è un grave attacco al diritto di informazione, oltre che un insulto al senso comune e ai tanti giornalisti del gruppo mediatico che hanno perso la vita nel compiere il loro lavoro.

Ricordiamo tra tutti la giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh, uccisa nel giugno 2022 da colpi d'arma da fuoco sparati dalle forze di sicurezza israeliane durante una protesta di palestinesi. Nessuna inchiesta israeliana ha ancora fatto luce sull'omicidio e la verità è stata insabbiata.

Mettere al bando la stampa internazionale, soprattutto quando racconta verità scomode, è tipico dei regimi totalitari, non delle democrazie come Israele ancora si considera.

Al Jazeera è un gruppo mediatico i cui finanziatori, gli emiri del Qatar, non sono certamente esempi di democrazia, trasparenza e correttezza.

Il ruolo di Al Jazeera nel giustificare l'ascesa di Hamas al potere nella Striscia di Gaza è stato spesso opaco e discutibile, ma non per questo Israele può pensare di mettere al bando le notizie diffuse da Al Jazeera, che in nessun caso può essere equiparata ai pasdaran di Teheran.

Gli israeliani che hanno ancora a cuore l'appartenenza di Israele al consesso civile democratico devono fare in fretta a sbarazzarsi democraticamente del governo Netanyahu e delle orribili idee fanatiche che lo sostengono.

Se il lanciafiamme acceso da Israele nella polveriera Medio Oriente fa esplodere tutto, non c'è scampo per nessuno ...

 


 

 

i.fan.


Key1: Israele keywords: Gaza, Iran, Israele, Netanyahu, WCK,

Date Created: 02/04/2024 10:16:46


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