Dopo l'uccisione del potente Soleimani molti pensavano che la reazione iraniana sarebbe stata lenta ma dura, lasciando il mondo nell'incertezza dell'escalation e nella paura di una guerra di vaste proporzioni. __________________ E invece i generali di Teheran, poche ore dopo aver sepolto il loro capo, hanno lanciato una ventina di missili balistici, quelli ben avvistabili da radar e satelliti di mezzo mondo, contro due basi americane in Iraq, senza azzoppare nemmeno un'anatra. E poche ore dopo la vendetta -flop, l'irascibile Donald Trump si presentava alla stampa e al mondo annunciando, ovviamente con rozzezza e tornaconto ma gentile e gaudente, che "l'Iran e' domato, nonostante i regali di Obama", grazie alla sua decisione di eliminare il diavolo Soleimani. Riprendono quota i dubbi che alcuni analisti avevano espresso poche ore dopo l'uccisione del capo della Quds Force. Chi ha segnalato la sua presenza sul volo arrivato a Baghdad, consentendo ai sistemi satellitari, e quindi ai droni, di metterlo nel mirino dei missili? Chi ha deciso di utilizzare l'uccisione di un contractor americano, uno tra le tante migliaia degli ultimi decenni, per scatenare la rappresaglia contro le milizie filoiraniane in Iraq e la successiva reazione con l'assalto all'ambasciata USA nella Green Zone ? Chi a Teheran aveva interesse ad eliminare Soleimani, cioe' il vero boss dell'Iran, capo di una rete militare e politica che bloccava qualsiasi soluzione alla crisi interna? Forse il primo ministro Rohani? il cui potere, dopo l'uscita degli USA dall'accordo sul nucleare, era praticamente azzerato? Nel cuore della notte del 8 gennaio, i missili iraniani contro le basi USA non sarebbero dovuti partire, se davvero l'Iran aveva intenzione di vendicare la morte del suo "eroe" Solimani. Il fatto che siano stati sparati, senza fare alcun danno anzi permettendo a Trump di dire " All is well" pochi minuti dopo le esplosioni molto scenografiche, e' la prova che la temuta guerra era gia' finita prima ancora di iniziare e che probabilmente tutto quello a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni era la sceneggiata messa in piedi per eliminare l'unico ostacolo temuto e odiato da tutti, Soleimani, ormai troppo ingombrante anche per il vero dominus della situazione mediorientale che si chiama Putin. Non e' improbabile che Trump e Putin abbiano discusso la soluzione allo stallo iraniano in qualcuna delle recenti telefonate, dando il via libera a quello che abbiamo visto nei primi giorni del 2020, l'anno in cui si elegge il presidente USA fino al 2024, che ora potra' scrivere nel suo curriculum di aver ucciso il capo dei terroristi mondiali, di aver vendicato l'umiliazione storica del 1979 (52 ostaggi americani) e di aver riportato pace e felicita' in Iran e nel mondo. All is well! tranne che per i 50 iraniani morti nella calca del funerale di Soleimani e per i 176 passeggeri del Boeing 800 della Ukrainian Airlines PS752 esploso dopo due minuti dal decollo a Teheran, due ore dopo l'invio dei missili "telefonati", e con la stessa tecnica dell'aereo precipitato a Sharm el Sheik il 31 ottobre del 2015 con a bordo 224 passeggeri russi. Una triste coincidenza, oppure un altro "dettaglio" della sceneggiatura? L'ipotesi del sabotaggio dietro il disastro del Boeing 737 del Ukrainian Airlines. La Risposta Sproporzionata di Trump Evoca Orrori del Passato 06/01/2020 La Trappola per Distruggere l'Iran degli Ayatollah 40 Anni Dopo 04/01/2020
i.fan.
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Date Created: 11/12/2020 16:55:50