12 agosto - La coreografia è pronta, è il giorno di Tisha b'Av e l'Iran ha terminato i preparativi per lanciare l'attacco di rappresaglia contro Israele dopo l'assassinio del capo di Hamas Ismail Haniyeh in un hotel di Teheran.
L'annuncio è stato dato da Ali Shamkhani, consigliere politico dell'ayatollah Khameni ed ex segretario del Consiglio di sicurezza nazionale iraniano.
La rappresaglia iraniana, sincronizzata anche con Hezbollah e Houthi, è ampiamente prevista sia da Israele che dagli Stati Uniti, i quali non si sono fatti sfuggire l'occasione per mobilitare portaerei e sommergibili nucleari per fare sfoggio e realizzare un'esercitazione militare in presa diretta.
Non sarà un replay dei fuochi d'artificio di aprile (in risposta all'operazione del 1° aprile quando Israele uccise a Damasco una dozzina di iraniani tra cui due alti generali delle Guardie Rivoluzionarie).
Questa volta ci si aspetta un'attacco più vasto e prolungato e simbolicamente collegato alla ricorrenza del Tisha b'Av, il giorno della distruzione dei Templi, che gli ebrei commemorano con digiuni e preghiere dal 12 al 13 agosto.
La concomitanza dell'attacco durante i riti del Tisha beAv non è casuale e serve a costringere gli israeliani a non potersi recare nei luoghi di culto e a subire comunque un grave condizionamento psicologico.
Ci sarà sicuramente il lancio simultaneo di centinaia di droni e missili, sia dal Libano che dall'Iran, e potrebbe anche verificarsi un'incursione di miliziani Hezbollah oltre il confine tra Libano e Israele, dove più di 200mila israeliani sono stati sfollati da molti mesi.
Il cielo di Israele sarà attraversato dai razzi antimissile dell'Iron Dome, mentre le sirene d'allarme sovrasteranno le preghiere dei fedeli.
Ma l'Iran non ha alcuna intenzione di andare oltre la scenografia rituale di Tisha beAv, sia perché non ha la forza organizzativa e militare per fare molto di più sia perché le trattative segrete con l'Amministrazione Biden hanno convinto Khamenei e soci a non intraprendere una vera e propria escalation di guerra nel Medio Oriente a causa dell'uccisione di un capo di Hamas.
Certo che l'Iran non ha fatto una bella figura a far uccidere un leader politico tra le sue mura di casa dimostrando di non essere in grado di proteggere i suoi ospiti.
Ma sull'assassinio di Haniyeh girano tante voci e versioni alcune delle quali potrebbero non giustificare una rappresaglia troppo violenta da parte di Teheran contro Israele.
I servizi di intelligence americani avrebbero informato i colleghi iraniani che l'uccisione di Haniyeh sarebbe stata "favorita" da Sinwar dopo che il capo politico di Hamas aveva raggiunto con la mediazione cinese un accordo con l'odiata Fatah per spartirsi la governace di Gaza.
Un accordo visto come una sconfitta da parte di Sinwar che si sarebbe convinto ad eliminare il "fratello palestinese" dando ordine ai suoi agenti di fornire al Mossad l'indirizzo dell'hotel in cui alloggiava Haniyeh a Teheran, consentendone l'eliminazione.
Se fosse vero, caro Khamenei chi te la fa fare a sfidare Israele e rischiare una contro-rappresaglia brutale da parte del noto criminale Netanyahu e un incendio in tutto il Medio Oriente?
Accontentati di un'altra sceneggiata e fuochi d'artificio, accontentati di rovinare la festa del Tisha b'Av agli ebrei, ma niente di più. Ti conviene.
firmato, Joe Biden.
Ma i desideri di Joe Biden spesso non si avverano, soprattutto quando c'è di mezzo Netanyahu.
Il quale in questa occasione potrebbe cercare di aizzare il regime degli ayatollah con un attacco preventivo, o con una risposta sproporzionata come suo solito.
Netanyahu potrebbe addirittura dare ordine al suo esercito di non abbattere tutti i missili iraniani su Israele e di lasciarne cadere qualcuno in modo fare qualche vittima civile, e avere il pretesto per scatenare la guerra in Libano e attaccare Teheran.
Cioè far cadere il classico fiammifero in una polveriera ...