La morte di Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio per mano di Filippo Turetta, ha portato in piazza a Roma migliaia di donne, cinquecentomila secondo le organizzatrici, attorno alle quali altri milioni di donne in tutta Italia si sono sentite rappresentate per urlare la rabbia contro gli omicidi e le violenze dei maschi, e contro le istituzioni che non fanno le cose che potrebbero servire a cambiare davvero la situazione.
"Insieme siam partite, insieme torneremo, non una di meno" .
Norme più severe contro la violenza maschile, un'organizzazione di prevenzione più capillare, una diffusione martellante e onnipresente nella società civile - dalle scuole ai supermercati - sui temi del maschilismo, della cultura della prevaricazione e del possesso.
La politica - PD, sinistra e M5S - si è affacciata alla manifestazione nel solito modo, un pò sincero un pò strumentale, con molte amnesie sugli anni di governo passati senza grandi misure di cambiamento e troppi politici maschi presenti a sentenziare.
Elly Schlein ha avuto un ruolo importante, spero che se ne renda conto.
Completamente assenti i membri dell'attuale maggioranza, Giorgia Meloni e il suo governo, sempre in prima fila quando c'è da diffondere idiozie giustificazioniste contro le donne.
Nello stesse ore della manifestazione di Roma è arrivato in Italia l'assassino di Giulia, Filippo Turetta, estradato dalla Germania.
"Insieme siam partite, insieme torneremo, non una di meno" è un augurio, non una certezza, come purtroppo ha dimostrato l'omicidio organizzato da Filippo Turetta per eliminare Giulia Cecchettin, di cui non poteva sopportare l'intelligente volontà di autonomia e la superiore sensibilità femminile.