L'incontro di Ginevra tra Joe Biden e Vladimir Putin era stato preparato fin nei minimi dettagli, da entrambe le parti.
Il presidente degli Stati Uniti arrivava in Svizzera dopo lo show del G7, all'insegna del "ritorno al passato" e la facile claque degli alleati tradizionali.
Il dittatore russo aveva già fatto capire le sue intenzioni all'americano, con attacchi informatici e la messa al bando definitiva di quel che resta dell'opposizione di Navalnyj, minacciato di morte in galera.
Il mondo post Covid è affamato di ottimismo e speranze, anche quelle più flebili, e per questo i due boss hanno colto la palla al balzo e hanno usato le parole che tutti si aspettavano: dialogo, passi in avanti, fiducia e affari.
I titoli e i reportage della stampa internazionale sono improntati all'ottimismo, per quanto cauto, interpretando il pollice in su di Biden dopo l'incontro.
Gli unici fuori dal coro sno quelli della CNN che a poche ore dalla fine del faccia a faccia dichiarano che "Putin ha ottenuto esattamente quello che voleva da Biden a Ginevra".
dalla CNN - Analisi di Matthew Chance e Luke McGee
"Anche prima che il presidente americano Joe Biden incontrasse l'omologo russo Vladimir Putin, le aspettative erano basse.
Al di là di alcuni impegni fondamentali sul ripristino dei rapporti diplomatici e sull'accordo di aprire un dialogo "costruttivo" con gli Usa su questioni come la sicurezza informatica e la politica estera, Putin non ha dato alcuna indicazione che il primo faccia a faccia dei due leader mercoledì abbia lo abbia costretto a cambiare idea. Nessun numero di parole amichevoli, a quanto pare, impedirà al leader russo di continuare a perseguire con forza la sua agenda politica sia in Russia che all'estero nella quasi totale impunità.
Nonostante abbia detto in cima alla sua conferenza stampa di non pensare che ci fosse "alcun tipo di ostilità" tra lui e Biden, Putin si è lanciato in una familiare diatriba di whataboutism anti-Usa per sfuggire alle critiche alla Federazione Russa.
Interrogato dalla CNN in merito agli attacchi informatici contro le istituzioni USA provenienti dal suolo russo, Putin ha ricordato gli attacchi informatici contro la Russia. "Per quanto riguarda la sicurezza informatica, abbiamo convenuto che avremmo avviato consultazioni su questo tema e credo che sia straordinariamente importante. Ovviamente, entrambe le parti devono assumersi determinati obblighi", ha anche detto.
Interrogato sulla politica interna russa, Putin ha criticato ripetutamente la stabilità e la posizione morale dell'America, indicando la rivolta del Campidoglio del 6 gennaio e l'uccisione di George Floyd. Molte persone di colore in America "non hanno tempo per aprire la bocca che gli sparano", ha detto.
Alla domanda sul giro di vite della Russia sull'opposizione politica interna - in particolare l'arresto di Alexey Navalny - il presidente russo ha persino suggerito che il noto dissidente voleva davvero essere arrestato.
"Quest'uomo sapeva che stava infrangendo la legge della Russia. È stato condannato due volte ... Voleva consapevolmente infrangere la legge. Ha fatto esattamente quello che voleva fare. Quindi che tipo di discussione possiamo avere (su di lui)?"
A proposito dell'annessione illegale della Crimea da parte della Russia, Putin ha affermato che l'attività militare del suo paese nella regione era del tutto in linea con il diritto internazionale e che gli americani in realtà erano l'aggressore per "costruire capacità alla frontiera russa". Sulla delicata questione dell'adesione dell'Ucraina alla Nato, ha detto che "non c'è nulla da discutere".
Gli osservatori abituali del Presidente russo sono abituati a questo tono di fiducia sprezzante. Putin è un uomo così sicuro nel suo potere assoluto in patria che può entrare in un incontro con la persona più potente del mondo avendo praticamente nulla da perdere.
L'ottica del vertice era quasi su misura per soddisfare le esigenze interne di Putin. Gli incontri sono stati richiesti dagli Usa, che per quanto riguarda il Cremlino confermano che Putin è un leader di statura simile al presidente Usa.
"Questo è esattamente ciò che vuole il Cremlino. Parlare con gli Usa da pari a pari e in modo tale che l'altra parte non esigua un cambio di posizione come condizione di dialogo", afferma Oleg Ignatov, analista senior di Crisis Group con sede a Mosca.
"Non c'è dubbio che Putin continuerà a testare Biden se il dialogo si blocca o si sviluppa in una direzione svantaggiosa per Mosca. Non è ancora l'inizio della normalizzazione delle relazioni. E' una pausa nel loro ulteriore deterioramento", aggiunge.
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Agli occhi di molti dei suoi sostenitori, l'incontro di Putin con il Presidente degli Stati Uniti sarà la prova che il boss della Russia è del tutto giustificato nelle sue azioni. Possono sostenere che ha ragionevolmente accettato di lavorare con gli Stati Uniti su grandi questioni internazionali come la sicurezza e ripristinato i canali diplomatici convenzionali. E è riuscto a farlo mettendo in evidenza i difetti della società americana e difendendo i suoi.
Il vertice ha anche dato a Putin l'opportunità di mettere in pausa le conseguenze del deterioramento delle relazioni tra Mosca e Washington, poiché gli Stati Uniti potrebbero ora essere riluttanti a imporre ulteriori sanzioni economiche alla Russia o rimproverare Putin per aver arrestato i dissidenti in patria. Tutto ciò potrebbe essere utile quando la Russia andrà alle urne per le elezioni parlamentari entro la fine dell'anno.
Insomma, Putin è andato a Ginevra e ha ottenuto esattamente quello che voleva.
E ha lasciato la Svizzera con un'enorme vittoria diplomatica, semplicemente facendo atto di presenza.