La Grecia ha votato con la piu' bassa percentuale di partecipazione mai registrata (57%) e ha dato la maggioranza assoluta dei seggi alla Destra di Mitsotakis, resuscitata dopo cinque anni grazie al duro lavoro di Tsipras e del suo partito Syriza. Quattro anni di sacrifici imposti dalla Troika e accettati da Tsipras, che a luglio del 2015 aveva rinnegato la vittoria del referendum da lui stesso proposto, hanno partorito l'unico risultato plausibile, cioe' il ritorno dei vecchi saccheggiatori della penisola ellenica. Questa volta pero' non saranno soli, ma in compagnia dei nuovi veri padroni della Grecia, i cinesi di Xi Jinping sbarcati al Pireo tre anni fa con il gigante del commercio marittimo COSCO, che con meno di quattrocento milioni di euro ha comprato da Tsipras lo sbocco dei traffici cinesi in tutto il Mediterraneo. E dopo la COSCO sono arrivati altri affari, piu' o meno leciti ma soprattutto immobiliari, perche' grazie ad una legge di Tsipras, chi compra casa in Grecia ha il permesso di soggiorno garantito per almeno 5 anni, e questo ha consentito a migliaia di cinesi di venire a prendere il sole nelle isole dell'Egeo. Mitsotakis ha ripulito l'immagine corrotta e affaristica di Nuova Democrazia e ha promesso meno tasse e piu' salari, sfidando la matematica del debito al 180% e della disoccupazione al 20%, ma conta ovviamente su un afflusso ancora piu' massiccio di imprese cinesi, di cui la Grecia diventerebbe la testa di ponte verso il resto dell'Europa, e soprattutto sulla nuova droga monetaria che Draghi e Lagarde si apprestano a iniettare nell'Unione Europea tra qualche mese. Magra consolazione, la sconfitta dei neonazisti di Alba Dorata che pero' cedono una parte dei voti ad un partito filorusso seguace dell'inquietante filosofo di Putin, e il ritorno sulla scena politica di Yanis Varoufakis che ha messo in piedi un movimento che insegnera' l'inglese di Oxford nei villaggi del Peloponneso.