Due donne pugili, l'italiana Angela Carini e l'algerina Imane Khelif, si trovano al centro di una polemica tutta maschilista su l'intersesso (intersex) e sulla partecipazione alle Olimpiadi di femmine con testosterone alto contro quelle con livelli "normali".
Il caso diventa politico e internazionale, con protagoniste le destre integraliste e filorusse, capitanate dal boss dell'International Boxing Association (IBA, un'associazione fantoccio sconfessata dal CIO) Umar Kremlev, maggiordomo devoto di Vladimir Putin, che nel corso di una manifestazione nel 2023 fece squalificare Imane Khelif e la taiwanese Lin Yu-Ting sulla base di un test di genere (illegittimo) che avrebbe rilevato la presenza del cromosoma XY maschile nel loro DNA.
Premessa doverosa contro il cosiddetto sport del pugilato, sia esso praticato da maschi piuttosto che da femmine.
Non si tratta di uno sport bensì di una violenza "spettacolare" ai danni dell'individuo, praticata quasi sempre da soggetti che sperano di trarne un sostegno economico, quasi sempre poveri disgraziati, attratti dagli enormi guadagni di pochi.
Nel pugilato, a differenza di altri sport di combattimento, si mira alla testa dell'avversario per provocare lo stordimento del cervello, la perdita dell'equilibrio e la caduta "al tappeto".
Non sono pochi i casi in cui il pugile colpito passa a definitiva morte.
Nel pugilato lo "spettacolo" del sangue sul volto trasfigurato del pugile è la norma. L'istinto animalesco dello spettatore in queste situazioni si esalta.
Nei giochi olimpici il pugilato viene praticato con norme di maggior tutela per i contendenti, ma l'obiettivo resta il medesimo: sferrare un pugno violento alla testa dell'avversario per farlo cadere KO.
I combattimenti tra donne sono praticati nel pugilato da molti decenni. Qualcuno lo considera un segno dell'emancipazione femminile.
Clint Eastwood ci ha ricamato la favola moderna di Million dollar baby.
Ma il pugilato tra femmine è osceno quanto quello tra maschi.
Fatta questa premessa, il caso dell'incontro di pugilato - ma perché chiamarlo "incontro" anziché combattimento ? - tra Imane Khelif e Angela Carini alle Olimpiadi di Parigi 2024 è diventato oggetto di dibattito mondiale, scatenando polemiche ma anche riflessioni, oltre che di speculazioni politiche in cui primeggiano gli alfieri del governo Meloni, da Salvini a Vannacci alla Meloni stessa.
La quale Meloni detta Giorgia, anziché andare a Bologna per commemorare l'anniversario della strage neofascista alla stazione del 1980, ha preferito andare a parlare con il boss del CIO sul caso Carini-Khelif, ricevendo una scontata risposta che non fa onore all'Italia nel mondo.
Giorgia Meloni ha abboccato all'amo delle fake news diffuse contro Imane Khelif e la taiwanese Lin Yu-ting da social media e siti filorussi della destra sovranista occidentale, che hanno dapprima cercato di far passare le due pugili come transessuali - ovvero maschi travestiti per combattere in competizioni femminili - poi dopo essere stati smascherati hanno messo in giro la tesi del cromosoma XY rilevato nei test (illegali) effettuati lo scorso anno dalla IBA. associazione pugilistica nelle mani del russo putiniano Umar Kremlev.
Nella fretta di sostenere i canoni classici di femminilità cari alla destra maschilista, Giorgia Meloni si è coperta di ridicolo in tutto il mondo, cosa che gli riesce molto bene negli ultimi tempi.
L'algerina Imane Khelif è una donna o un uomo, ovvero un travestito? E ammesso che fosse una donna con un fisico quasi maschile, poteva partecipare alle Olimpiadi nelle gare contro donne "normali"? si chiede la presidente Giorgia.
Risposta: Khelif è una donna intersessuale.
Intersex o intersessuale
Scrive l’Istituto superiore di Sanità: «Intersex è un termine ombrello che include tutte le variazioni innate (ovvero presenti fin dalla nascita) nelle caratteristiche del sesso, caratteristiche che non rientrano nelle tipiche nozioni dei corpi considerati femminili o maschili. Queste variazioni possono riguardare i cromosomi sessuali, gli ormoni sessuali, i genitali esterni o le componenti interne dell’apparato riproduttivo». In altre parole, possiamo definire intersessuali o intersex quelle persone che hanno caratteristiche fisiologiche legate ai cromosomi sessuali oppure all’anatomia dell’apparato genitale e riproduttivo che non consentono un attribuzione al sesso maschile e femminile. Secondo alcuni studi è intersex una persona su duemila. Ma alla nascita le persone intersex devono essere riconosciute in uno dei due sessi. In base alle regole del Comitato Olimpico (Cio) le persone intersex possono partecipare ai Giochi.
In base alle informazioni pubblicate su di lei, Imane Khelif è una persona intersex. E la variazione riguarderebbe la presenza dell’ormone maschile (testosterone) e del cromosoma XY.
Iperandroginismo
È una delle conseguenze del sesso Vcs/Dsd, ovvero una produzione di ormoni maschili (tra cui il testosterone) superiori alla media femminile. Come spiegato su Corriere dalla bioeticista Silvia Camporesi, una delle massime esperte di scienza ed etica dello sport, «L’iperandroginismo può capitare anche per diversi fattori, per esempio, la sindrome dell’ovaio policistico. Colpisce fra l’8 e il 13 per cento delle donne. Sarebbero da escludere anche loro? Si stima che le persone con Vcs/Dsd invece siano fra lo 0,018 e l’1,7 per cento».
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Allora perché queste polemiche?
«C’è un po’ di sessismo. I vantaggi genetici endogeni vanno bene solo per la categoria maschile, a quanto pare. Ma c’è anche altro, forse... Le donne sottoposte a questi test genetici vengono tutte dal Sud del mondo. Speriamo sia solo un caso».
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La polemica politica si era già scatenata prima del combattimento, e il fulmineo ritiro della Carini, dolorante per un pugno "mai visto così forte", ha innalzato il livello dello scontro sulla partecipazione o meno di "femmine non normali" alle gare.
Una polemica pretestuosa, perché non esiste una regola del Comitato Olimpico che impedisca alle donne che abbiano livelli di testosterone naturale molto alti al punto da sembrare maschi di gareggiare.
Bisognerebbe allora impedire ai giocatori di pallacanestro di superare i 2,10 metri di altezza? e ai nuotatori di avere piedi grandi come una pala?
Non essendoci una regola, ogni discriminazione sarebbe un sopruso arbitrario, che nel caso di Imane Khelif sarebbe anche venato di razzismo, come traspare dai commenti della destra sovranista inferocita e aizzata dagli emuli di Vannacci.
Inutile dire che a parti invertite gli italici sovranisti razzisti maschilisti avrebbero sostenuto che essere un "pò maschili", ovvero intersessuali, nelle competizioni violente è una necessaria virtù.
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In questa estate di guerre, di crimini e di disastri climatici non sarebbe intelligente occuparsi delle strilla polemiche sollevate dai Salvini-Meloni.
Ma il caso Khelif - Carini, essendo i Giochi Olimpici un business globale, ha sollevato un globale dibattito in tutto il mondo, con posizioni ragionevoli e altre meno o niente affatto, secondo schieramenti ideologici ben noti o intuibili.
Alla fine molti si sono dichiarati d'accordo su un punto: la questione di quale sia il limite di "mascolinità" ammissibile per un'atleta di sesso femminile dovrà essere esaminata e "regolata".
Soluzione diplomatica quanto idiota. Da adottare magari introducendo una nuova categoria di atleti, gli intersessuali, a cui destinare una serie di gare, potenzialmente tutte.
Resto del parere che la soluzione più giusta e semplice sarebbe quella di eliminare gli sport maschilisti violenti, a prescindere se chi li pratica è un maschio, una femmina o un intersessuale.