Il 25 aprile e' festa della Liberazione in Italia, e quest'anno di covid-19 e di lockdown per colpa del coronavirus cinese, eravamo tutti a guardare le cronache dell'epidemia. Figuriamoci se al lettore medio di un giornale come La Repubblica potesse venire la voglia di sapere "quali libri legge Xi Jinping?". Ma il nuovo corso del gruppo editoriale storico del centrosinistra italiano, fondato da Eugenio Scalfari e posseduto da Carlo De Benedetti, che ora e' targato Exor ovvero Fiat-FCA, ovvero Agnelli-Elkann, ha uno sguardo lungimirante e si prepara al mondo del dopo-coronavirus. Quindi il 25 aprile in Italia, per prepararsi alla fase2, e' necessario sapere cosa legge Xi Jinping. e per questo ci pensa Filippo Santelli a cui il nuovo direttore Maurizio Molinari, subentrato al licenziato Carlo Verdelli, ha commissionato il compito di informarci sul nostro futuro. "La biblioteca del timoniere Xi Jinping" e' il titolo dell'articolo di Santelli nella sezione RobinsonCultura di Repubblica del 25 aprile: "Tanto Shakespeare. I classici del pensiero occidentale e i romanzi europei dell�Ottocento. Confucio e Marx. Pochi contemporanei e nessuna donna. Ecco che cosa ama leggere il leader cinese". Il titolo e' gia' esaustivo, Xi Jinping e' nominato "timoniere", persona saggia ma decisa, equilibrata, attenta a guidarci in mari tranquilli, come i cinesi chiamavano Mao, e inoltre ha una biblioteca, legge e quindi e' un uomo colto, quindi saggio, lungimirante, equilibrato ecc ecc . Santelli, o chi per lui, ci informa che "Xi, la cui biblioteca va ben oltre i capisaldi del pensiero comunista, spazia dai classici della filosofia greca ai pensatori del liberalismo, da Locke a Montesquieu, da Confucio a Henry Kissinger, dal Vecchio e il mare all'opera (quasi) completa di Shakespeare. Altro che Donald Trump, che per la lettura dice di "non avere tempo". In occasione della Giornata mondiale del libro i media di regime cinesi hanno compilato un catalogo di titoli "consigliati" da Xi .. ... Ma per sostenere il primato del modello cinese, ora con il Partito alla guida, bisogna conoscere i limiti degli altri. Cio' che piu' stupisce, nella libreria presidenziale, e' l'ampiezza della sezione dedicata al pensiero filosofico, politico e economico che noi definiremmo "occidentale". Si scopre cosi' che tra un'ispezione ad un'industria automobilistica e una riunione del Politburo, il segretario generale si intrattiene con La Repubblica di Platone, con le utopie di Moro e Campanella, che studia la storia dell'Europa e i giganti del pensiero liberale, La ricchezza delle nazioni di Adam Smith, i Due trattati sul governo di Locke e Lo spirito delle leggi di Montesquieu. Si', proprio il pensatore che raccomanda di separare i poteri, perche' "il potere assoluto corrompe assolutamente". Bisogna conoscere il nemico, per questo Xi legge anche Il Federalista di Hamilton, uno dei padri della costituzione americana. Di piu', per governare e' necessario conoscere l'umanita', e sullo scaffale della letteratura Xi ne ha un compendio. Lo spirito della storia, in Guerra e pace di Tolstoj, quello del popolo, in scrittori sociali come Hugo e Dickens, quello dell'uomo in Hemingway e Shakespeare. Davvero la Cina puo' sfogliare La tempesta, dove si legge che "il pensiero e' libero"? Puo', perche' il Bardo era l'autore piu' amato da Marx e per questo e' da tempo accettato dalla cultura ufficiale." Ma Santelli conosce i limiti della piaggeria e quindi cerca anche di trovare qualche neo da offrire al lettore, per rendere piu' credibile il resto. "Tra 66 libri nessuno e' scritto da una donna, in un Paese la cui classe dirigente e' tutta maschile. Pochi titoli recenti, se si esclude Il capitale nel XXI secolo, il trattato sulle diseguaglianze di Thomas Picketty, perche' per essere ammessi nel canone di regime e' necessario tempo. E poca letteratura cinese contemporanea, in un Paese dove gli spazi di espressione si stanno restringendo sempre di piu'. Del resto, in ogni libreria di Cina il primo grande scaffale all'ingresso e' dedicato ai discorsi del presidente. Xi legge Shakespeare, ma l'importante e' che i cinesi leggano Xi." Per questo e' importante che anche gli italiani comincino a sapere qualcosa di piu' su Xi Jinping, di cui i media occidentali fanno trasparire un'immagine autoritaria e oppressiva, per colpa di quei giovani scalmanati di Hong Kong che pretendono libere elezioni e di quei pochi residui "professori" cinesi che non vogliono aggiornarsi sul nuovo regime, pardon corso, cinese, "il sogno di Xi Jinping, la grande marcia verso una prosperita' "americana" di cui il Partito e il leader sono garanti" Qualunque sia il senso dell'operazione di potere che ruota attorno al nuovo assetto proprietario de La Repubblica, l'inizio della gestione Agnelli-Elkann e' paurosamente sconfortante e minaccioso, e denota assenza totale di etica e di stile. Non si licenzia un direttore mentre e' sotto le minacce di terroristi neo-fascisti, non si licenzia un direttore - che non alcuna colpa grave, anzi si e' fatto carico di collaborare all'invenzione delle sardine per difendere l'Italia dall'assalto di salvini - nel pieno di una emergenza politico-sanitaria-economica come l'attuale. Il giornale Repubblica e' al centro di una operazione di potere politico su cui andrebbe fatta luce, in altri tempi se ne sarebbe parlato anche al bar, ma se poi dietro le quinte spunta anche la faccia sorniona del "dittatore buono", che legge libri colti e di "sinistra", di nome Xi Jinping, l'operazione e' anche sporca e maleodorante.
i.fan.
Key1: keywords:
Date Created: 11/12/2020 16:56:44