Michelle aveva il viso giovane e pieno di simpatia, quello dell'adolescenza.
Quel viso di 17 anni è stato spento da un suo coetaneo, "un ragazzo", un femminicidio minorile sul modello di quelli che commettono i maschi adulti.
Michelle Maria Causo viveva nel quartiere Primavalle a Roma, sinonimo di quartiere povero, degradato, di gioventù sbandate e lasciate sole da famiglie e istituzioni a trovare una strada per non perdersi.
Una strada che spesso è un vicolo cieco.
L'istinto maschile violento nella testa di O., "un ragazzo" che Michelle aveva incontrato nella sua vita difficile, ha prevalso su quella che dovrebbe essere l'ingenuità complice dell'adolescenza, anche di quella vissuta nell'emarginazione sociale.
Alla crudeltà del femminicidio per accoltellamento si è aggiunta quella del negare pietà al corpo senza vita di Michelle.
Trasportata e abbandonata in un carrello della spesa fino ai cassonetti dell'immondizia.
Una violenza che si aggiunge alla lista senza fine degli altri femminicidi.
Sarebbe bello se tante ragazze si unissero al funerale di Michelle per ricordare che è stata vittima di femminicidio