15 novembre - La soldatessa Noa Marciano è stata uccisa da Hamas con un colpo alla nuca. Un'esecuzione spietata, probabilmente alla fine di torture e violenze prolungate.
Lo dimostra il video diffuso proprio da Hamas, come cinico avvertimento verso coloro che conducono le trattative di liberazione delle altre decine di ostaggi.
Joe Biden si dice ottimista di poter ottenere lo scambio di un centinaio di ostaggi nelle prossime ore.
Speriamo che il suo ottimismo sia fondato, soprattutto dopo aver visto l'orribile morte della giovane Noa Marciano.
L'IDF annuncia la morte della soldatessa Noa Marciano, presa in ostaggio da Hamas il 7 ottobre insieme ad oltre duecento tra civili e militari israeliani e trasferita nei tunnel di Gaza.
Marciano, 19 anni, del 414° Combat Intelligence Collection Corps, ha prestato servizio nella base di Nahal Oz quando è stata invasa dai terroristi durante l'assalto.
Ieri, Hamas aveva pubblicato un video di propaganda sulla soldatessa, che la mostrava mentre parlava davanti ad una telecamera quattro giorni dopo essere stata presa in ostaggio. Il video poi si interrompe sul suo cadavere.
Secondo Hamas Noa Marciano sarebbe morta a causa dei bombardamenti israeliani, ma non è credibile perché significherebbe che anche molti altri ostaggi sarebbero morti assieme alla Marciano.
Purtroppo la morte della giovane israeliana è un triste presagio di ciò che potrebbe accadere a tutti gli altri ostaggi se Netanyahu e i vertici militari israeliani si ostinano a non mettere al primo posto dei loro obiettivi la salvezza di tutti gli ostaggi rapiti da Hamas.
Probabilmente Noa Marciano è stata giustiziata da Hamas per "convincere" Netanyahu ad aderire alle trattive per la liberazione degli ostaggi in cambio di cessate il fuoco che consentirebbero alle milizie palestinesi di riorganizzarsi e spostarsi fuori da Gaza City, ormai completamente sotto il controllo dell'esercito israeliano.
Secondo fonti americane sarebbe in corso una trattativa per lo scambio di 70 ostaggi israeliani a Gaza in cambio di 250 donne e minorenni palestinesi detenuti in Israele.
La notizia è stata indirettamente confermata anche dal portavoce di Hamas Abu Obeida, il quale ha deciso, per ragioni politiche e mediatiche, di rivelare alcuni dei contenuti delle lettere di mediazione ispirate dal Qatar e dal capo dell'intelligence USA William Burns in merito al dossier sull'accordo sui prigionieri, accordo che è arenato su più di una questione.
Hamas chiede 5 giorni di cessate il fuoco per organizzare lo scambio, mentre Israele non è disposto a concedere più di 24 ore.
Qatar e USA cercano di rimuovere gli ostacoli posti da Israele, mentre l'IDF attacca gli ospedali di Gaza alla ricerca dei tunnel dove Hamas si sarebbe nascosto assieme ai 240 ostaggi.