A Gaza si continua a morire, i palestinesi sotto le bombe degli israeliani e gli ostaggi nei siti segreti di Hamas.
Sembrava che la proposta di Joe Biden per un piano di cessate il fuoco permanente e rilascio di tutti gli ostaggi - sostenuto anche dal voto del Consiglio di Sicurezza dell'ONU - potesse sbloccare il girotondo che va avanti da alcuni mesi.
Ma anche questa volta si gira a vuoto, anche se Israele e Hamas non hanno smentito ufficialmente la disponibilità alla trattiva, ma ... c'è sempre un altro ma, un'altra interpretazione, un altro emendamento, un altro qualcosa sia per Netanyahu che per Sinwar.
Netanyahu è costretto a dire di essere d'accordo con il piano Biden che poi sarebbe il piano che i mediatori di Israele avevano predisposto alcune settimane prima.
La TV israeliana Channel 12 ha mostrato la copia della bozza approvata da Tel Aviv che era alla base del piano Biden, ma Netanyahu ha smentito.
Anche i sassi sanno che il boss israeliano è un bugiardo seriale, un cinico affarista incollato al potere.
L'effetto della liberazione dei 4 ostaggi con il raid del IDF e dello Shin Bet è durato 48 ore. Tutti contenti ma non può essere questa la strada per riportare a casa entro un tempo ragionevole gli ostaggi rimasti in vita, hanno pensato e detto in molti.
Dopo che Benny Gantz ha annunciato l'uscita dalla maggioranza di emergenza post 7 ottobre, Netanyahu ha fatto finta di implorarlo, strizzando l'occhio ai fanatici Ben Gvir e Smotrich.
Poi ha mandato un messaggio al boss di Hamas Sinwar, tramite alcuni "pizzini" recapitati ai media internazionali.
Nei messaggi Sinwar dice che il "martirio" dei palestinesi è necessario per la vittoria finale, afferma che la strategia di Hamas sta portando Israele dove lui vuole che sia, rivendica l'operazione terroristica del 7 ottobre anche se " i ragazzi (Hamas) si sono fatti prendere un pò la mano".
Le rivelazioni di Sinwar sono musica per le orecchie di Netanyahu, esattamente quello che ci vuole per temporeggiare qualche altro mese e poi concedere le elezioni anticipate per vincerle.
Anche Hamas dal canto suo continua a suonare lo stesso spartito.
Avendo quasi azzerato la propria capacità militare la strategia dei fanatici islamici è quella di resistere un minuto in più di Israele. Forti del fatto che l'uccisione di migliaia di palestinesi ha provocato l'isolamento internazionale di Tel Aviv, la condanna per i crimini di guerra e l'accusa di genocidio.
Sinwar non ha bisogno di esercito e bombe per sconfiggere Netanyahu.
Gli basta prolungare lo stato di guerra, mostrare al mondo i corpi di bambini palestinesi dilaniati, denunciare le inaudite sofferenze dei sopravvissuti.
Fintanto che Sinwar è vivo, asserragliato in un sito segreto con un pugno di ostaggi, potrà sempre affermare di avere diritto a governare Gaza.
Perché l'obiettivo di Sinwar è simmetrico a quello di Netanyahu. Entrambi vogliono negoziare solo le soluzioni che gli consentano di rimanere al Potere.
Per Sinwar ora non basta più che il cessate il fuoco sia permanente. Vuole anche garanzie che prima o poi l'esercito israeliano se ne vada da Gaza - è questo sarebbe logico - ma che nessuno riempia il vuoto di potere con soluzioni che non prevedano Hamas. Ovvero apparire come l'unico vero vincitore di una guerra disastrosa e terribile per i palestinesi e per Gaza, innescata dall'attacco terroristico del 7 ottobre rivendicato come un "successo" da parte dei terroristi islamici . Lucida follia?
Dalla parte di Netanyahu c'è lo stesso ragionamento. Sa che prima o poi Israele dovrà terminare la guerra, perché c'è rimasto quasi nulla da bombardare, radere al suolo uccidere o terrorizzare, e che dovrà porsi il problema di cosa fare di due milioni di sfollati da sfamare e di montagne di detriti fisici e morali da rimuovere.
Ma ha bisogno che quel giorno ci sia ancora lui al governo di Tel Aviv, e non altri.
Se ci dovranno essere elezioni in Israele, Netanyahu vuole essere certo di poterle vincere.
notizie da fonti palestinesi
11 giugno - Il movimento di Resistenza Islamica Palestinese (Hamas) e il movimento della Jihad islamica hanno espresso in una dichiarazione congiunta oggi, martedì, la disponibilità della delegazione palestinese ad "agire positivamente" per raggiungere un accordo per porre fine alla guerra a Gaza.
I due movimenti hanno affermato di aver sottoposto ai mediatori egiziano e qatariota la loro risposta alla proposta di cessate il fuoco a Gaza.
12 giugno - Una fonte vicina alle trattative ha detto all'AFP che la risposta di Hamas martedì alla proposta di tregua israeliana nella Striscia di Gaza includeva "emendamenti".
"La risposta includeva modifiche alla proposta israeliana, compreso il calendario per un cessate il fuoco permanente e il ritiro completo delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza", ha spiegato la fonte, chiedendo l'anonimato a causa della delicatezza delle discussioni, aggiungendo che le discussioni continueranno attraverso mediatori del Qatar e dell’Egitto e il coordinamento americano.
Nello stesso contesto, la Casa Bianca ha confermato martedì che gli Stati Uniti stanno “studiando” la risposta ufficiale di Hamas alla recente proposta di tregua nella Striscia di Gaza.
12 giugno - Martedì sera un alto funzionario israeliano ha affermato che Hamas ha respinto l'attuale proposta di raggiungere una tregua nella Striscia di Gaza e un accordo sullo scambio di prigionieri, secondo l'autorità ufficiale di radiodiffusione ebraica.
Martedì sera, Egitto e Qatar hanno annunciato di aver ricevuto la risposta di Hamas e del resto delle fazioni palestinesi alla proposta di un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e allo scambio di prigionieri con Israele, rivelata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden alla fine dello scorso maggio.
L'annuncio è stato incluso in una dichiarazione rilasciata dal Ministero degli Esteri egiziano, il giorno dopo che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato un progetto di risoluzione americana che invita Israele e Hamas ad attuare pienamente la proposta di accordo.
(continua)