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Gustavo Petro sfida Trump

Gustavo Petro sfida Trump che dichiara guerra alla Colombia


i.fan. - 27 Gennaio 2025 - aggiornato il 27/01/2025 09:02:24 ID: 4525


Gustavo Petro, presidente della Colombia, blocca l'arrivo di 2 aerei con gli immigrati deportati da Trump. Il biscazziere americano si vendica dichiarando guerra commerciale alla Colombia: dazi sull'export colombiano al 25%. Ma Petro ribatte il colpo ... e Trump ritira la minaccia di dazi


aggiornamento - Dopo il botta e risposta sui dazi al 25%, Donald Trump ci ripensa e annulla le minacce di guerra commerciale contro la Colombia, prendendo atto che Gustavo Petro non rifiuta il rientro degli immigrati clandestini ma pretende che sia fatto rispettando la dignità e i diritti umani.

"Gli Stati Uniti devono stabilire un protocollo per il trattamento dignitoso dei migranti prima di trasferirli".

 

Ovviamente il bugiardo biscazziere Trump nega di aver ceduto nei confronti di Petro, sostenendo in un comunicato che sarebbe stato il presidente colombiano ad aver ceduto nel braccio di ferro.

 

Qualcuno nello staff della Casa Bianca comincia già a prendere le distanze dal pazzo furioso?

 

 


 

da Wikipedia

Gustavo Petro, di origini italiane da parte materna (la nonna Lucia Pellegrini proveniva da Conza della Campania, in provincia di Avellino), è cresciuto nel comune di Ciénaga de Oro, vicino alla costa caraibica, in una casa in stile bahareca (una costruzione tradizionale in legno e terra) con un tetto di palme. Lui e la sua famiglia si sono trasferiti quando il padre ha trovato lavoro come insegnante a Zipaquirá, una piccola città operaia nota per le sue miniere di sale nella Colombia centrale.

 

Ha studiato nella stessa scuola pubblica - gestita dai preti di Franco - dove all'inizio degli anni '40 aveva studiato Gabriel García Márquez, che all'epoca fu espulso come "comunista". Petro racconta che il suo impegno politico è nato da due eventi fondamentali: il colpo di Stato del 1973 in Cile contro Salvador Allende e la lettura di García Márquez. Da adolescente, insieme ai compagni di classe, ha creato un giornale di denuncia sociale chiamato Carta al Pueblo e un centro culturale Gabriel García Márquez. Ha incontrato operai, sindacalisti e sacerdoti di sinistra sensibili alla teologia della liberazione.

 

Convinto che la guerriglia potesse cambiare il sistema politico ed economico della Colombia, all'età di 17 anni si è unito al Movimento 19 Aprile (M-19), un gruppo guerrigliero di orientamento bolivariano, socialista e democratico. Durante la clandestinità, utilizzò lo pseudonimo di Aureliano, un personaggio del romanzo Cento anni di solitudine. Non partecipò però alla lotta armata, operando invece come attivista.

....


 

Gustavo Petro, 42° presidente della Colombia dal 2022, è un pò anche italiano.

 

Gustavo Petro è un socialista dal volto umano, ha criticato i brogli elettorali di Maduro in Venezuela, cerca di ridurre la povertà in Colombia e di contrastare i narco trafficanti che la saccheggiano e violentano, senza però inchinarsi ai prepotenti anche quando si chiamano Donald Trump.

 

Gustavo Petro non si è opposto al rimpatrio degli immigrati colombiani irregolari negli Stati Uniti. Ha solo chiesto che i rimpatri fossero attuati con metodi umani, civili, rispettosi della dignità umana. Tutto il contrario di quello che Trump sta facendo in questi giorni, felice di mostrare il volto disumano cinico e cattivo dell'America verso gli immigrati, anzi i deportati.

 

"Non posso pretendere che i migranti rimangano in un Paese che non li vuole, ma se questo Paese li espelle deve farlo con dignità e rispetto per loro e per il nostro Paese" - argomenta Gustavo Petro - "Non permetto l'ingresso nel nostro territorio di aerei statunitensi che trasportano migranti colombiani. Gli Stati Uniti non possono trattare come delinquenti i migranti colombiani".

 

Appena appresa la notizia, Donald Trump è diventato rosso fuoco e ha iniziato con un tono da boss mafioso a sputare insulti contro Petro, la Colombia e i colombiani.

Poi si è calmato, e tutto contento ha esclamato: "Questo Petro comunista è proprio quello che ci voleva per dimostrare di cosa è capace la mia America! Lo annienteremo con la guerra dei dazi e sarà d'esempio e monito per tutti!.

Si comincia con colpi da 25% e poi al 50%.  Se lui non vuole che gli riportiamo indietro i suoi delinquenti immigrati, noi gli blocchiamo i visti d'ingresso a tutti i cittadini, compresi i funzionari statali. Così impara a non inginocchiarsi a MAGA!"

 


Mentre le agenzie diffondevano le dichiarazioni di guerra degli Stati Uniti alla Colombia, l'ufficio di presidenza di Gustavo Petro annunciava un mezzo passo indietro: il presidente avrebbe messo a disposizione il suo aereo di Stato per andarsi a riprendere negli USA gli immigrati da trasferire.

Abbiamo vinto la guerra senza neanche sparare un colpo! annunciavano i siti filotrumpiani come ZeroHedge. Missione compiuta, il "comunista" Petro si è arreso subito!.

 

Dopo qualche ora l'ufficio di Gustavo Petro ha diffuso una precisazione; ferma restando la disponibilità di inviare l'aereo di Stato per rimpatriare (non deportare) gli immigrati colombiani espulsi dagli USA, la Colombia applicherà da subito dazi commerciali del 25% a tutti i prodotti importati dagli Stati Uniti!

 

Altro che arrendersi, il socialista colombiano dal volto umano osa sfidare e reagire a Donald Trump! Se l'America spara un dazio del 25, la Colombia farà altrettanto. Se Trump spara un 50, anche Petro sparerà un 50.

 

Come per magia, e almeno per qualche ora prima della probabile smentita o ritorsione, la Colombia di Gustavo Petro diventa l'avanguardia della Resistenza allo strapotere dell'imperatore neroniano americano e del suo neonazista Elon Musk.

 

 

 

 


Persino gli squali di Wall Street seguono con ansia la guerra dei dazi tra USA e Colombia:
U.S. stock market futures were trending down on Sunday after President Donald Trump announced 25% tariffs and travel bans on Colombia—and Colombian President Gustavo Petro announced tariffs on U.S. imports to Colombia.

Early in the day, Petro refused to allow U.S. military cargo planes carrying Colombian migrants to land in Colombia. He said he would send his presidential plane to ensure their “dignified return.”

 


Subito dopo il rifiuto della "Colombia stracciona e comunista", anche il regno di Giordania fedele alleato degli Stati Uniti in Medio Oriente ha fatto sapere che "non è disponibile ad accettare il piano di "pulizia" per Gaza" elaborato da Donald Trump su suggerimento di Netanyahu. 

Il piano di pulizia etnica prevede di "deportare" (parola molto cara a Trump e ai suoi emuli) un milione  e mezzo di palestinesi da Gaza alla Giordania e all'Egitto, per consentire agli americani e agli israeliani di ripulire le macerie e costruire nuovi edifici, resort e insediamenti ... per i coloni israeliani.

 

Era il piano di Netanyahu fin dall'inizio della guerra di Gaza, con il pretesto della strage del 7 ottobre regalato da Hamas, la soluzione finale della questione palestinese.

Sembrava impossibile, ma ora con Trump tutto è possibile!

 

Anche l'Egitto, paese tiranneggiato dal criminale Al Sisi con gli aiuti economici americani, ha fatto sapere di non essere disponibile alla "soluzione Trump" per Gaza.

 

Quindi non è solo il "comunista colombiano" Gustavo Petro ad opporsi ai piani scellerati di Donald Trump. 

E se anche Panama, o la Danimarca, o il Canada scoprono che la guerra dei dazi di Trump è una minaccia spuntata ...

 


 

 

i.fan.


Key1: Gustavo Petro keywords: Gustavo Petro, Donald Trump, Colombia, USA, immigrati, deportazione, guerra commerciale,

Date Created: 27/01/2025 02:38:27


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