Sono sempre più numerosi i russi che silenziosamente si dissociano dalla guerra criminale di Putin. Artisti, professionisti, o dipendenti dei settori di avanguardia come l'informatica e la ricerca scientifica, hanno abbandonato a migliaia la Russia iniziando una diaspora che provoca due effetti sulla società: impoverisce il tessuto culturale e tecnico del paese e allo stesso tempo manifesta in altro modo il dissenso. Non potendo scendere in piazza e protestare, chi può permetterselo fa le valige, va via, e manifesta all'estero quei pensieri impossibili da esporre in patria.
E' un fenomeno che il regime di Putin non può più nascondere o negare, perchè riguarda centinaia di migliaia di russi. Ria Novosti, organo allineato al Cremlino, ne parla, ovviamente a modo suo, offrendo una indiretta conferma dell'importanza di questo crescente "fenomeno di dissenso".
Il conduttore del tradizionale spettacolo "Cento a uno" Alexander Gurevich ha lasciato il programma dopo una forte dichiarazione critica che, pur senza pronunciarla, alludeva alla "operazione militare speciale" scatenata da Putin contro l'Ucraina .
I media di regime annunciano che "Il presentatore del noto programma, Alexander Gurevich, ha espresso la sua opinione su ciò che sta accadendo nel mondo, dopo di che si è dimesso.
Molti fan del programma "One Hundred to One" sono rimasti spiacevolmente sorpresi dal gesto della star televisiva."
Gurevich, nella sua dichiarazione, ha detto che non se la sentiva più di condurre uno spettacolo di intrattenimento e svago in questo momento critico (per la Russia e l'Ucraina, sottinteso) ed era "pronto a capire coloro che non volevano prendervi parte".
“Ritengo assolutamente impossibile per me divertirmi e scherzare. Credo che tra gli ospiti del nostro programma, i partecipanti ai giochi, ci siano quelli che oggi si sentirebbero diversamente ", ha affermato Alexander Vitalyevich, 57 anni.
Un messaggio carico di allusioni, mentre in tutta la Russia inizia a crescere la polemica sulla sorte dei marinai della Moskva, affondata secondo il Cremlino a causa di un incendio casuale che non avrebbe fatto vittime secondo la versione ufficiale.
Che però è smentita dalle testimonianze sempre più numerose di chi è sopravvissuto, ma soprattutto dalla disperata ricerca di chi è scomparso. La Moskva è affondata perchè colpita da due missile ucraini che avrebbero fatto decine di morti tra gli oltre 500 marinai dell'equipaggio. Il Ministero della Difesa russo nega le evidenze, ma ormai circolano in tutti i social della Russia i disperati appelli dei familiari degli scomparsi.
Per il conduttore di una trasmissione televisiva sulla breccia da più di 20 anni è diventato impossibile ignorare il "sentiment" che si sta diffondendo in Russia.
Lo spettacolo "Cento a Uno" è tra i più popolari show della TV russa, seguito da decine di milioni di spettatori. Le trasmissioni sono iniziate nel 1998 e Alexander Gurevich è sempre stato il principale conduttore della trasmissione.
Anche se non ha pronunciato nessun riferimento diretto alla guerra in Ucraina, il gesto di Gurevich è eclatante come quello della giornalista Marina Ovsyannikova la quale durante un telegiornale ha mostrato un cartello con la scritta "No War".
Prima del clamoroso abbandono di Gurevich c'era stata un'altra importante "defezione", pur non esplicitamente collegabile ad una critica contro la guerra.
Vagit Alekperov, da 30 anni amministratore delegato di Lukoil, il gigante petrolifero russo, si è dimesso improvvisamente da ogni carica aziendale. Non ha motivato le sue dimissioni ma è opinione di tutti che siano da collegare alla situazione creata dalla guerra ucraina e dalle sanzioni economiche sia nei confronti della Lukoil che di Alekperov in persona.
L'ex capo dell'azienda petrolifera è tra i 10 oligarchi più ricchi e influenti in Russia, e con le sanzioni di USA ed Europa il suo patrimonio si sarebbe svalutato da 24 a 14 miliardi di dollari.
Qualcuno in Russia inizia a chiedersi se valeva proprio la pena scatenare 2 mesi fa una guerra devastante contro l'Ucraina per "conquistare" un parte di Donbass e le macerie di Mariupol.
Dove tra l'altro Putin ha preso atto che è impossibile annientare militarmente i soldati ucraini asserragliati nei tunnel di Azovstal e quindi ha comunicato che l'esercito russo si limiterà a "non fare uscire nemmeno una mosca" dall'area distrutta delle acciaierie.
In pratica, quelli che restano nei tunnel di Azovstal a Mariupol saranno SEPOLTI VIVI.
(in aggiornamento)
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