Papa Bergoglio va in Canada un anno dopo la scoperta delle fosse comuni con i resti di migliaia di piccoli nativi indiani morti nelle "scuole residenziali cattoliche", strappati alle famiglie di origine per essere "integrati" e costretti a subire violenze e abusi.
... papa Francesco pronuncia il primo discorso del “pellegrinaggio penitenziale” che lo ha portato nel grande Paese Nordamericano. Qui, “profondamente addolorato”, rinnova la richiesta di “perdono” per i modi in cui, “purtroppo, molti cristiani hanno sostenuto la mentalità colonizzatrice delle potenze che hanno oppresso i popoli indigeni”. Qui chiede perdono, in particolare, “per i modi in cui molti membri della Chiesa e delle comunità religiose hanno cooperato, anche attraverso l’indifferenza, a quei progetti di distruzione culturale e assimilazione forzata dei governi dell’epoca, culminati nel sistema delle scuole residenziali”.
Alle parole il Papa aggiunge gesti significativi. Bacia lo striscione rosso con su scritti i nomi dei bimbi vittime delle scuole residenziali. E poi un intenso momento di preghiera silenziosa nel cimitero attiguo alla chiesa dedicata.
Bergoglio chiede perdono e critica il modello coloniale della Chiesa, perché “non si può annunciare Dio in un modo contrario a Dio”.
Giusto, ma affinché non restino parole rituali e assolutorie, il Vaticano dovrebbe aprire i suoi archivi dove sono nascosti i documenti di denuncia sulle violenze e sui responsabili degli abusi commessi nelle scuole cattoliche in Canada.
Senza considerare il fatto che le popolazioni di gran parte del Sud America hanno conosciuto lo stesso devastante modello di "evangelizzazione" forzata alcuni secoli prima. Senza quel "modello" la Chiesa Cattolica sarebbe rimasta confinata in Europa, e nemmeno in tutta.
Aluki Kotierk, presidente di Nunavut Tunngavik Inc., parlando a un evento del Nunavut Day a Iqaluit, ha affermato che le scuse di papa Francesco sono "solo un passo verso la riconciliazione" e lo ha invitato a intraprendere ulteriori azioni.
STORIE DI SOPRAVVISSUTI NELLE "INDIAN RESIDENTIAL SCHOOLS"
Kotierk ha detto di essere commossa dal "coraggio, compassione e ottimismo per il nostro futuro" che i sopravvissuti hanno mostrato a Edmonton.
Dal 1880 al 1990, il governo federale ha adottato una politica di separazione dei popoli indigeni dalla loro cultura costringendo i bambini a lasciare le loro famiglie e frequentare una delle 139 scuole residenziali, spesso a centinaia di chilometri dalle loro famiglie e dalle loro case.
Il governo ha permesso alle chiese cattolica e anglicana di gestire le scuole. Molti bambini sono stati abusati sessualmente o fisicamente dal clero che gestiva le scuole.
Per anni, NTI ha chiesto le scuse papali, anche attraverso la Commissione Verità e Riconciliazione, che l'ha inclusa tra i suoi 94 inviti all'azione nel suo rapporto del 2015.
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Oltre alle scuse, NTI ha chiesto numerose volte a Papa Francesco di istruire il reverendo Johannes Rivoire, 91 anni, di tornare in Canada per affrontare le accuse penali per aver abusato dei bambini Inuit negli anni '60 e '70.
Vuole anche che consegni i fascicoli del personale della chiesa da utilizzare in tribunale e che scomunichi Rivoire e il sacerdote caduto in disgrazia Eric Dejaeger.
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NTI ha anche invitato la Conferenza dei vescovi cattolici canadesi a contribuire con denaro alla Fondazione Nunavut Tunggavik per avviare programmi di cultura e guarigione per il Nunavut Inuit colpito dalle scuole residenziali
IL GENOCIDIO DEGLI INDIANI NEI LAGER DELLA CHIESA CANADESE, IL VATICANO TACE
i.fan.
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Date Created: 27/07/2022 16:19:01