Il Tribunale del Lavoro di Firenze ha revocato i licenziamenti collettivi per la Gkn di Campi Bisenzio (Firenze), industria delle componentistica auto controllata dal fondo britannico Melrose.
Il giudice Anita Maria Brigida Davia ha dato ragione ai sindacati, che avevano impugnato il procedimento avviato verso i 422 dipendenti licenziati dal gruppo, che per il Tribunale ha violato l'articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori, mettendo in atto comportamenti anti sindacali.
I lavoratori erano stati informati di aver perso il posto con una email.
Nella sentenza si ritiene che "è configurabile un'evidente violazione dei diritti del sindacato, messo davanti al fatto compiuto e privato della facoltà di intervenire sull'iter di formazione della decisione" da parte dei vertici della multinazionale di lasciare a casa i dipendenti.
Comunicando i licenziamenti collettivi con una email, il 9 luglio scorso, la Gkn è venuta meno al "democratico e costruttivo confronto che dovrebbe caratterizzare le posizioni delle parti".
48 ore dopo la manifestazione di Firenze degli operai GKN con in testa lo striscione INSORGIAMO seguito da 15mila persone, la decisione del Tribunale del Lavoro rappresenta un precedente di grande rilievo, come da anni non si vedeva.
C'è un limite alla discrezione degli imprenditori e al profitto di chi specula sulla pelle dei lavoratori.
"Pur non essendo in discussione la discrezionalità dell'imprenditore rispetto alla decisione di cessare l'attività di impresa (espressione della libertà garantita dall'art. 41 Cost. ), nondimeno la scelta imprenditoriale deve essere attuata con modalità rispettose dei principi di buona fede e correttezza contrattuale, nonché del ruolo e delle prerogative del sindacato", scrive il giudice del Lavoro di Firenze, Anita Maria Brigida Davia. Gkn "nel decidere l'immediata cessazione della produzione - si legge nel decreto - ha contestualmente deciso di rifiutare la prestazione lavorativa dei 422 dipendenti (il cui rapporto di lavoro prosegue per legge fino alla chiusura della procedura di licenziamento collettivo), senza addurre una specifica ragione che imponesse o comunque rendesse opportuno il suddetto rifiuto, il che sicuramente contrario a buona fede e rende plausibile la volontà di limitare l'attività del sindacato".
La GKN dovrà far rientrare i lavoratori in fabbrica e avviare una trattativa vera e documentata.
Anche la linea silenziosa e "neutrale" del governo Draghi e dei partiti che lo sostengono esce pesantemente sconfitta.
"Non osate far partire quelle lettere. Melrose non ha più nessuna credibilità. Decida lo Stato italiano se vuole associarsi a questa clamorosa perdita di credibilità", sintetizza il collettivo di fabbrica della Gkn. Secondo il collettivo il governo deve decretare "d'urgenza la sospensione delle procedure di licenziamento in corso (della 223) per noi e per le altre vertenze. Se il Governo non propone un Dl antidelocalizzazioni - aggiunge il collettivo - chiediamo di farlo salire dal Parlamento. Il pool di giuslavoristi che ha risposto al nostro appello ha preparato un testo che rispecchia gli 8 punti approvati dall'assemblea operaia".
"Noi del collettivo eravamo su in riunione quando è arrivata la notizia - dice Michele Di Paola - E' esploso un boato come se si fosse allo stadio. Un urlo liberatorio. Abbiamo esultato, siamo corsi giù dai compagni in presidio ci siamo abbracciati tutti, commossi".
"Una grande vittoria. Noi siamo operai e abbiamo fatto quello che da operai si può fare, scioperato, presidiato, manifestato. Abbiamo fatto tutto anche dal punto di vista sindacale e messe insieme punto per punto anni di relazioni sindacali manchevoli da parte dell'azienda. La Fiom, con in mano queste informazioni, ha sporto denuncia e ha vinto, il tribunale ci ha dato ragione. Abbiamo fatto tutti il nostro. Ora si muova il governo e faccia quello che noi già alla manifestazione di sabato gli abbiamo chiesto di fare: blocchi con un decreto d'urgenza tutti i licenziamenti collettivi in atto in modo che la nostra lotta serva a tutti e che l'azienda non possa riaprire immediatamente la procedura".
In fondo i lavoratori della GKN e delle altre decine di fabbriche che licenziano per massimizzare i profitti chiedono che il governo Draghi faccia per loro quello che ha fatto con l'obbligo del green pass per combattere la pandemia di Covid-19: un decreto urgente per tutelare i diritti (e la salute) di chi lavora.
Altrimenti si vedranno molti altri INSORGIAMO.
GKN FIRENZE, 422 LICENZIAMENTI PER NON PERDERE L'ABITUDINE
La GKN Firenze chiude e licenzia con un raggiro 422 operai via whatsapp, due settimane dopo il via libera del governo Draghi ai licenziamenti - i.fan. - 10/07/2021
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Date Created: 20/09/2021 14:38:19