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Giuseppe Conte Contro Di Maio, da Leader a Becchini del M5S


i.fan. - 19 Giugno 2022 - aggiornato il 22/06/2022 08:19:03 ID: 3326


aggiornamento 21/6: Luigi Di Maio lascia M5S e si mette in proprio, a fianco di Mario Draghi. Giuseppe Conte ora non sa chi espellere.


Condannati all'impotenza, i resti del glorioso Movimento 5 Stelle, ex primo partito politico in Italia, passano il tempo a insultare il ministro Luigi Di Maio ex leader M5S, colpevole di essere filoucraino. Giuseppe Conte partecipa a modo suo, chiudendo la parabola iniziata 4 anni fa, da sconosciuto a leader e da leader a becchino del M5S



 

aggiornamento 21/6: Luigi Di Maio lascia M5S e si mette in proprio, a fianco di Mario Draghi. Giuseppe Conte ora non sa chi espellere.

Si chiamerà "Insieme per il Futuro" il nuovo partitino nato dalla scissione tra Luigi Di Maio e il M5S. Sessanta parlamentari lo seguiranno fino alla fine della legislatura, a cui mancano ormai pochi mesi. 

La scissione di Di Maio è una contromossa per anticipare l'espulsione paventata da Giuseppe Conte.

Ora inizierà la battaglia dentro la maggioranza che sostiene il governo Draghi per "riallocare" i ministeri ex CinqueStelle che seguiranno il gruppo di Luigi Di Maio.

Conte infatti perde non solo una fetta di deputati ma anche quasi tutti i ministri, che in un'ottica elettoral-clientelare hanno una certa importanza.

Gli zombies continueranno a litigare.

 


La diatriba tra Conte e Di Maio passerebbe inosservata e senza interesse alcuno, se non fosse che l'espulsione di Gigino dal M5S sarebbe accompagnata da una richiesta di rimpasto del governo Draghi, per ricollocare il Ministero degli Esteri sotto un'altra guida.

Ma chi? Un CinqueStelle filorusso alle dipendenze di Lavrov?

Non credo che Draghi lo consentirebbe, anche se a chiederglielo fossero in due, Conte e Salvini.

 

Mario Draghi non ha paura di una crisi di governo, anzi. Far cadere l'Esecutivo in questo momento, con la guerra in Ucraina, l'inflazione alle stelle, lo spread ai massimi, il PNRR da incassare, la siccità da scongiurare ...

 

Se il governo cade per l'espulsione di Di Maio, ovvero per le beghe di potere interno ad un gruppo di personaggi ormai irrilevanti nell'opinione pubblica, non necessariamente se ne riformerebbe un altro.

Si potrebbe anche ipotizzare un voto anticipato a settembre e il Presidente Mattarella non ne sarebbe troppo dispiaciuto. Scioglierebbe il Parlamento e poi, dopo le elezioni a prescindere dal risultato, penserebbe seriamente alle dimissioni.

Mario Draghi si giocherebbe di nuovo la carta del Quirinale, non più nella veste di inquilino a Palazzo a Chigi, e questa volta potrebbe anche andargli bene.

 

O prima o poi, sciogliere il Parlamento equivale a sciogliere il Movimento 5 Stelle, almeno quello che ne resta. Un pò di voti al PD, qualcuno alla Lega o alla Meloni, molti all'astensione.

 

Seppellire il M5S sembra che sia diventato l'obiettivo dei suoi cosiddetti dirigenti, Giuseppe Conte in testa.

Per lui si tratterebbe della chiusura di una parabola, da perfetto sconosciuto che prendeva ordini da Di Maio e Salvini a leader di due governi e di due stagioni, soprattutto quella del Covid, poi il golpe di Draghi e l'inizio della discesa. Non è più leader, e si é ridotto di nuovo a prendere ordini da Grillo e Salvini.

 

Chi aveva sperato che Giuseppe Conte avrebbe fatto valere il carisma conquistato sul campo è rimasto deluso. Logorato da Grillo, ignorato da Di Maio, alle prese con i mille problemi di un apparato di parlamentari impazziti e vaganti, Conte ha perso tutto il capitale di simpatia e credibilità che aveva accumulato.

La guerra scatenata da Putin ha solo accelerato la fine ingloriosa, facendo emergere le contraddizioni e i sospetti. Filorussi, filocinesi, filoniente. 

 

Se Conte espelle Di Maio, o se lo lascia alla Farnesina per non far sciogliere il Parlamento, è una faccenda di poco interesse.

 

Se l'avvocato pensa di recuperare voti, entusiasmi e spazi politici agitando qualche bandiera di presunti pacifisti, fa tre sbagli con una sola mossa.

1 - L'area dei "no armi a Kyiv", ovvero "meglio russi che morti" oggi è contesa dai Salvini e Santoro e da qualche altro sciacallo di Putin;

2 - La grande maggioranza degli ex elettori Cinque Stelle è a favore della Resistenza Ucraina, e crede che la resistenza si faccia anche con le armi dei paesi NATO;

3 - Espellere Luigi Di Maio non crea entusiasmi e chiarezze politiche, sarebbe un generatore di ulteriore depressione per i militanti e sono almeno due anni che ce n'è troppa in giro.

 

 

alcuni tweet abbastanza depressi:





i.fan.


Key1: keywords: Insieme per il Futuro, Governo Draghi, Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Invasione Ucraina, Russia, NATO,

Date Created: 19/06/2022 21:54:35


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