Dall'esilio di Parigi è tornato Enrico Letta, il primo ad aver subìto i metodi sauditi di Matteo Renzi.
Enrico Letta è tornato sereno nella fossa dei leoni chiamata Assemblea nazionale del PD, dove ci si sbrana come ai tempi di Nerone.
Nicola Zingaretti gli ha ceduto il posto quando ha sentito le zanne degli ex renziani strappargli i polpacci.
Tutti hanno pensato la stessa cosa, vedendo Enrico Letta varcare il portone del Nazareno: tra quanto tempo ne uscirà dimissionario? come i tanti che lo hanno preceduto.
Enrico Letta non è un bullo sbruffone, come qualcuno che lo ha preceduto nella carica di segretario del PD.
Ha deciso di provarci perché nell'esilio parigino ha imparato che ci si può anche divertire, facendo politica.
Se ti diverti, non hai paura che qualcuno possa disturbarti e sgambettarti. metti in conto che il divertimento possa finire e te ne vai a cercarne un altro.
Certo che Enrico è proprio strano! gli piace andare controcorrente.
Mentre tutti celebrano la fine della forma partito fatta di sezioni, militanti, assemblee, discussioni, e si inchinano agli "uomini soli al comando", ai partiti personali, ai diktat via twitter, lui se ne va in giro a chiedere ai militanti (?!) cosa dire e cosa ne pensano di questo o di quello.
Tra i 6 punti programmatici enunciati nell'investitura al Nazareno c'è quello per impedire i trasformismi dei parlamentari, il passaggio da un gruppo ad un altro secondo convenienza.
Non è ancora chiaro a quale Parlamento chiederà di approvare una riforma del genere, ma è bello che ci provi in questa o in qualche altra vita.
... Le proposte
Il voto ai sedicenni e lo ius soli. Poi ci sono le proposte di legge che riguardano modiche costituzionali ed elettorali.
La prima è contro il trasformismo, quasi 200 cambi di casacca in questa legislatura: «Il gruppo misto qui è una specie di paradiso, in altri Paesi non esiste e se uno se ne va dal suo gruppo finisce per fare tappezzeria».
Poi la sfiducia costruttiva, quindi un «nuovo metodo di elezione dei parlamentari» e infine la proposta che prevede una piena attuazione dell’articolo 49 della costituzione, quello che riguarda i partiti.
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Molti pensano che Enrico Letta sia il segretario adatto a sostenere il governo Draghi per sottrarlo all'egemonia salviniana, come se Super Mario avesse bisogno di badanti.
Credo invece che se Letta vuole davvero rilanciare il PD tra i giovani e i ceti popolari dovrà prima o poi cambiare la posizione supina nei confronti di Draghi, sia nella forma che nel merito delle scelte economiche.
La gestione del Recovery Fund sarà discriminante, dietro la maschera del green e digital, perchè finita l'estate si comincerà a vedere il vero programma economico di Draghi, quando calerà l'asso nascosto del MES e delle "condizionalità" collegate.
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Enrico Letta è una persona seria, per qualcuno anche troppo, che ha studiato, che non insulta, non si pavoneggia. Con il passare degli anni ha assunto le sembianze di un monaco buddista.
Dalla cattedra di Parigi all'arena del Colosseo-Nazareno il salto è lungo.
Per il momento, come confermano gli scambi affettuosi con Giuseppe Conte, Enrico Letta sembra avere più amici tra i 5 Stelle che non dentro il governo di Mario Draghi.